sabato 21 febbraio 2015

Si può fare!!!


E' stata una giornata lunga quella di giovedì, non solo per me, penso un po' per tutti quelli che hanno a cuore le sorti del Toro. Il primo ed unico pensiero da quando ci si è alzati dal letto era a quello che sarebbe accaduto dalle 19 di quella sera, a come sarebbe andata a finire, a quello che si sarebbe provato in quello stadio tutto esaurito per poco più di un'ora e mezza.
Certe partite, soprattutto quelle più importanti, noi del Toro iniziamo a giocarle giorni, addirittura settimane prima dell'evento vero e proprio, non c'è verso di pensare ad altro, si attende la partita come un vero e proprio avvento, divorati dall'impazienza per il tempo che non passa mai.
Si cerca di distrarsi in qualche modo, cercando di pensare al lavoro, o trovando qualsiasi tipo di occupazione alternativa per non essere sempre lì ad ascoltare quel chiodo fisso che ti batte nella testa.

I miei biglietti erano già nel cassetto della scrivania da qualche settimana, da buon granata sempre dedito all'ottimismo, non volevo perdere questa partita, pensando che probabilmente sarebbe stata l'ultima in Europa League per noi <<E fino a quando avremo Urbano in presidenza chissà quando ci ritorneremo>> per cui biglietti in Primavera nella speranza di riuscire a trovare qualche posto libero nel secondo anello, per non dover essere costretti a finire nella piccionaia del terzo.

Partenza con mia sorella Lara da Racconigi alle ore 16, si passa a prendere il nostro amico Marco e poi rotta verso Torino, zona Comunale. Già all'uscita dalla tangenziale si nota il traffico, noi fortunatamente risolviamo il problema parcheggio usufruendo di quello interno della casa dei genitori di Marco e poi via verso lo Stadio.
La scena è sempre la stessa quando ti incammini per le strade di Torino poco prima di una partita, in special modo se il match è di quelli che contano parecchio: la città si rivela per davvero quella che è, cioè granata, ogni passante ha una sciarpa del Toro al collo, dal bambino, all'uomo di mezza età, dal padre di famiglia al nonno, e tutti stanno andando nello stesso luogo, magari non ci si saluta perchè non ci si conosce, ma ci si fa uno sguardo di intesa, come quando si sa di essere della stessa razza, sguardi che passano dal serio, al preoccupato, oppure li si vede scherzare con l'amico di stadio per stemperare la tensione, perchè in realtà si sta pensando tutti alla stessa cosa, a quella partita che si aspettava da così tanto tempo è che ora era lì davanti ai nostri occhi, soltanto da giocare.

L'entrata ai cancelli è comprensibilmente lenta, le file all'entrata sono lunghe ma finalmente dopo la solita perquisizione in cui prometto allo Stuart che quello che ho in tasca è il mio cellulare e non ho intenzione di lanciarlo come strumento di offesa nei confronti del portiere avversario, siamo di corsa sulle scale perchè manca meno di mezz'ora al fischio d'inizio e chissà se troveremo posto o se saremo costretti a guardare la partita appesi ad una balaustra. Fortunatamente la ricerca non è difficile riusciamo a trovare tre posti nella prima fila del secondo anello sul lato sinistro della Curva Primavera, è vero se vuoi vedere bene devi stare in piedi, ma per me andare a vedere la partita in Curva ha sempre significato non stare seduto, e poi con il freddo che fa almeno muovi un po' le gambe.

In quel momento i giocatori dell'Athletic Bilbao entrano per il riscaldamento, lo stadio è già al completo e anche il settore ospiti è pieno, Il clima è buono, tanto che ci si scambia applausi di benvenuto reciproci tra tifosi avversari ed è certamente un bel vedere a maggior ragione per quello che invece stava accadendo a Roma dove c'era tutt'altro clima. 

Si annunciano le squadre, iniziamo a scaldare un po' la voce anche se la recente laringite non mi aiuta, pochi minuti ed entrano i giocatori, la tensione sale e si spera davvero di vedere il buon calcio che abbiamo mostrato in questi ultime settimane, anche se la cosa più importante dentro di me è che soprattutto il Toro non partisse contratto e pieno di ansia, altrimenti la cosa si sarebbe fatta difficile.

Infatti la partita inizia, è il Toro è contratto e pieno di ansia, anche se non sembra subire l'avversario. Si prende un po' di coraggio al primo corner che abbiamo a favore, ormai nostro marchio di fabbrica per passare in vantaggio ma Glik e compagni devono ancora prendere le misure. 
Quando poco dopo la frittata, Maksimovic scivola e perde l'uomo che mette al centro per Williams che è stato completamente dimenticato sia da Moretti che da Molinaro ed il gol è inevitabile. Non sono passati nemmeno 10 minuti e siamo già sotto, l'unica cosa che dovevamo evitare, ossia prendere gol, si è già materializzata ed ora sembra già tutto perduto. 

Mi giro a guardare i miei compagni di avventura ma non ci diciamo nulla, le facce sono inequivocabili e sono le stesse di tutta la Curva. Cerco in cuor mio di darmi una ragione a quel che stava succedendo, magari tra le regole del buon calcio vi è quella di concedere il primo gol agli avversari come segno di benvenuto e per dare un certo spettacolo alla partita, ma in quel momento non ne son parecchio convinto.
C'è comunque tutta una partita da giocare, abbiamo tempo, se non crolliamo totalmente magari questo schiaffone ci può dare una svegliata. 

Per altri 5 minuti il Toro continua a ballare, gli spagnoli tengono palla e la fanno girare bene, mettono di nuovo Williams davanti al nostro portiere ma per fortuna stavolta sbaglia la mira ampiamente. Inizio a pensare che sarà una tortura questa partita, tutti i buoni propositi della vigilia iniziano a crollare, quando ad un certo punto qualcosa si sblocca si susseguono due azioni importanti che ci fanno capire di essere ancora vivi e poi la fiammata, Molinaro parte sulla sinistra scambia con El Kaddouri che restituisce di tacco, crossa al centro, qualcuno tocca in mezzo e la rete della porta opposta a dove sono io si muove. Non si capisce più nulla tutti urliamo, ci abbracciamo, e come al solito quando vedo la partita allo stadio, sia per motivi di lontananza che per motivi di acclarata miopia urlo e ogni tanto chiedo <<Ma chi ha segnato?? Chi ha segnato??>>, fortunatamente hanno inventato lo speaker dello Stadio e quando dice al microfono <<Per il Torino ha segnato il numero 11...>> ho già capito che Maxi Lopez aveva di nuovo messo la zampata su una partita che si era subito messa in male.
Da quel momento è un altro Toro, quello che inizia a macinare gioco, con pazienza, tanti retropassaggi per aprire la squadra avversaria e poi dentro improvvisamente, per sfruttare le incursioni degli esterni con le punte che si portano in attacco. e dopo un'occasionissima per Martinez che ci ha strozzato l'urlo in gola, ecco che un minuto dopo Darmian riesce ha non far uscire un pallone recuperandolo sulla linea del fondo e crossa in mezzo. Ancora una volta vedo che il pallone è toccato da qualcuno ma non riesco a capire di nuovo chi sia, vedo solo nuovamente la rete che si muove e lo stesso boato di prima, ancora più forte. Sono due, siamo tutti in piedi, questa volta non chiedo chi abbia segnato, me la godo attendendo che lo speaker faccia il suo dovere ed assolva ai miei sempre più evidenti problemi di vista...ancora il numero 11, ancora Maxi Lopez ci ha riportato avanti, ed oltre ad esserne felice, constato ancora una volta, il cu..ehm la fortuna che contraddistingue Urbano Cairo che a conclusione di una campagna acquisti a dir poco scandalosa, in cui non ha fatto nulla per migliorare ed aiutare a risolvere i problemi di questa squadra, veda l'unico giocatore sensato che si è deciso a prendere (gratis naturalmente), essere costantemente il migliore in campo ogni volta che giochi.   

Finisce il primo tempo e siamo tutti carichi. Dovremmo cercare di farne un altro per andare a Bilbao con qualche certezza in più, ma sarà dura perchè la partita è ancora lunga. Cerco di messaggiare con chi non è potuto venire allo stadio ma la rete non c'è e i cellulari prendono pochissimo.

Ventura che si raccomanda di essere fiduciosi per il ritorno e di non rompere le palle
Il secondo tempo si rivela più difficile, l'Athletic ha alzato comprensibilmente i ritmi e noi siamo costretti a contenere. Riusciamo a reagire con un bel tiro di Molinaro che trova il portiere avversario che salva in tuffo e con un'incursione di El Kaddouri che però non entra. Poi gli spagnoli spingono e noi soffriamo, soprattutto si vedono molti giocatori che iniziano ad apparire stanchi.
Le sostituzioni di Ventura non cambiano molto la partita, anche perchè le scelte con la panchina corta che abbiamo son quasi sempre obbligate, entrano Quagliarella, Amauri, Farnerud, al posto di Martinez, Maxi Lopez ed El Kaddouri.

Ma su una punizione dell'Athletic la rete alle spalle di Padelli si muove, siamo di nuovo pari e a questo punto non me ne frega nulla di sapere chi abbia segnato, perchè davvero non ci voleva un gol così. Adesso dobbiamo cercare di portare a casa la pelle, si rischia di capitolare con una traversa degli spagnoli, si soffre come beste e tutti noi non vediamo l'ora che almeno finisca così.

L'arbitro fischia tre volte, da una parte noi tiriamo un sospiro di sollievo, dall'altra c'è amaro in bocca perchè quel risultato non è facile da sovvertire in Spagna a casa loro, con 60.000 tifosi contro.
Tutto subito si è delusi ma con il passare delle ore e dei giorni la speranza ricresce, in fondo abbiamo un solo risultato utile, non abbiamo nulla da perdere, andiamo lì e facciamo la partita della vita e poi faremo i conti.

La squadra ha dimostrato che è capace di tenere testa all'avversario, che è in grado di superare i momenti difficili anche durante la partita, se ci credono loro, sarà certamente difficile ma nulla impossibile. 
Si torna a casa senza voce, con un misto di delusione per il risultato ma di orgoglio per una squadra che comunque con tutti i difetti del mondo riesce a farsi valere sempre e con qualunque avversario, ed è questo che alimenta la speranza in noi per la partita di ritorno, la consapevolezza che questo Toro non parte battuto ma ancora 90 minuti da giocarsi alla grande, ed una pagina tutta da scrivere.

Con la speranza che sia davvero buon calcio.

Forza Toro.
Igor 



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