martedì 3 novembre 2015

Noioso sfogo di un tifoso del Toro

Dico la verità, ho grandissime difficoltà a scrivere questo pezzo, non so se lo finirò e nemmeno se mi verrà la voglia di pubblicarlo. No non pensate male, non è certo per questo momento di crisi della squadra, per le tre pere della Lazio, per il pareggio col Genoa o per aver perso il derby ancora all'ultimo secondo. Quelle son cose, momenti che ho già vissuto (anche se avrei fatto volentieri a meno di riviverli) so che ci sono periodi positivi ed altri meno, e non è certo una sconfitta che può farmi passare la voglia di raccontare una grande passione come il Toro.
No il problema è tutto il resto, tutto il contorno, che continua a ripetersi da anni monotono e stancante, che avviene alla fine di ogni singolo maledettissimo (o benedettissimo) match.
Ormai tifare Toro è diventata una specie di guerra tra bande. Non so se anche da altre parti sia così, magari lo è ed io non ne sono a conoscenza, ma non ho mai visto come qui a Torino, un continuo buttare fango a tutto e a tutti, ogni domenica in base al risultato finale di una partita.
Se il Toro vince una parte manda a cagare quelli che vengono fuori solo quando il Toro perde, se il Toro perde o pareggia (per alcuni "veri tifosi granata" il Toro non può nemmeno permettersi di pareggiare) ecco uscire fuori gli altri, con i loro "Ventura Vattene", "Quagliarella infame" e quant'altro. Soltanto tre giorni fa Bovo era stato descritto da tutti come un rottame, uno che dovrebbe marcire in panchina, per poi vedere le stesse persone lodarlo dopo il gol alla Juve, così come fosse nulla, 
Non vi è equilibrio e questo posso pure accettarlo, in fondo siamo tifosi e un tifoso non può essere equilibrato, forse nemmeno obbiettivo, ma caspita anche solo un minimo di onestà intellettuale sarebbe un'ottima cosa anche solo per confrontarsi, per cercare di trovare dei modi costruttivi per migliorare le cose.
Noi tifosi del Toro stiamo diventando sì speciali ma in negativo. Se un tifoso qualunque manca in obbiettività cercando di sostenere che la sua squadra è la più bella del mondo, noi facciamo a gara per dire quanto la nostra faccia schifo. Siamo in realtà "tifosi al contrario" e magari poi blateriamo di "mentalità vincente" passando il tempo a dare della "merda" a quel giocatore piuttosto che ad un altro molto spesso per pura antipatia, meno frequentemente per semplici ragioni tecniche.

Ci diciamo sostenitori dei calciatori giovani, poi passiamo un intera stagione ad insultare Benassi per 4 partite sbagliate, vogliamo che si giochi per vincere, poi non uno dico uno, che si sia accorto che nel secondo tempo del derby Ventura ha spostato Peres per inserire Zappacosta per provare a vincerla quella partita...ma certo il problema era che in campo ci fosse Quagliarella, o magari "doveva mettere tre punte" e chi se ne frega se con un centrocampista in meno e dall'altra parte un Quadrado che corre ai 100 all'ora ci saremmo presi delle imbarcate da paura.
Le partite si guardano a simpatia, e allora chi se ne fotte se questa squadra è ancora giovane ed acerba e avrebbe bisogno di sostegno, chi se ne fotte di tenere l'ambiente unito in un campionato appena iniziato e di qualità scadentissima, che se ci credessimo davvero tutti sarebbe ancora possibile fare cose importanti e prendersi delle soddisfazioni.
L'importante (per alcuni) sono il numero di "mi piace" su facebook, quanti commenti di quelli della "loro fazione" gli danno ragione magari rincarando la dose, discutendo solo con persone che la pensano come loro, dicendo che "solo io son tifoso del Toro, quello vero, mica il Torino F.c.", facendo l'elenco di quanti chilometri di trasferte si sono fatti per vedere le partite, facendo così partire la gara a chi ce l'ha più lungo "il mio lo è talmente che se sono al secondo anello, con la punta riesco a dare una pacca sulla spalla al portiere".
Ormai da qualche anno non si è più tifosi del Toro ma tifosi di se stessi, chiusi nelle proprie convinzioni senza minimamente pensare alle conseguenze che tutto questo può portare. Il bene del Toro è in secondo terzo piano, l'importante è poter dire di avere ragione, quasi sperando che il risultato sia positivo (o addirittura negativo) per potersi ergere sugli altri.

Per uno come me che cerca di provare a raccontare il Toro con un po' di ironia, prendendo anche in giro i suoi protagonisti, ma cercando di ridere e non di deridere, è una cosa che sta diventando sempre più difficile. e sempre più pesante perchè tanto la verità è che alla fine non frega una beata mazza a nessuno del destino di questa squadra, delle emozioni che questa possa dare o meno, l'importante è continuare ad alimentare il proprio personaggio virtuale, credendosi opinionisti magari senza nemmeno aver visto la partita.

Ecco questo noiosissimo pezzo, è per dire che tutto ciò mi ha davvero rotto i coglioni.

Continuerò a scrivere su #ilbuoncalcio quando me ne verrà la voglia, continuando nel frattempo a soffrire per questi colori come ho sempre fatto. 
Ho visto il Toro fallire, giocare in Serie B per decenni, ho visto indossare la maglia granata da calciatori improponibili, e sopportato sconfitte ben più umilianti di queste ultime, non saranno certo questi momenti, o questo continuo stillicidio di opinioni e di schizzi di materia organica lanciati sulla faccia di Tizio o di Caio a farmi smettere di amare questa squadra e quest'idea che ho di Toro.

Perdonate lo sfogo.

Sappiate che se lo vogliamo veramente, #ilbuoncalcio tornerà.

Forza Toro Sempre.

Igor Stasi