lunedì 8 febbraio 2016

Lettera aperta a Giampierone Ventura

Caro Giampierone come va?
No questa volta non ti sto perculando come al solito, posso immaginare che questi mesi siano stati un bello schifo e che questa mattina il risveglio sia stato dei peggiori. Beh la cosa non ti consolerà ma noi tifosi non è che siamo messi molto meglio di te, anzi, ci ritroviamo impotenti di fronte ad una situazione che forse fino a qualche mese fa nemmeno avremmo immaginato.
Con ieri pomeriggio sei giunto sicuramente al punto più basso della tua esperienza alla guida del Toro, e molto probabilmente, anche dovessi riuscire a concludere questa disgraziata stagione (nel momento in cui scrivo questa lettera magari sarai già esonerato o dimissionario), questa o le prossime saranno le tue ultime partite con noi. Insomma non bisogna farne un dramma, da entrambe le parti, il Toro c'era prima di te e in qualche modo ci sarà pure dopo, certamente non è questo il problema. 
Il fatto è che c'è modo e modo di salutarsi, c'è modo e modo di uscire da certe situazioni, e in questi mesi il Toro tutto, dalla dirigenza a te allenatore, dai giocatori a noi tifosi, non abbiamo dato un gran spettacolo di noi stessi per gesti, opere ed omissioni.
Ma parliamo di te, che in fondo sei quello messo sotto l'occhio del ciclone.
Sì lo so il tuo lavoro non è mica facile, guidi una squadra che 5 anni fa non riusciva nemmeno a qualificarsi per play off di B, con una storia fra le più grandi e pesanti di tutte le squadre italiane, con una Società guidata da un Presidente che si fa vedere solo quando le cose vanno bene poi nei momenti bui lascia a te il lavoro sporco, ed una tifoseria che memore di quella grande storia vorrebbe ritornare agli antichi fasti ma non può e si lascia quindi spesso andare tra momenti di esaltazione ad altre di depressioni e crisi isteriche prendendosela un po' con tutti.
Tra quelli c'ero (ci sono? boh!!) pure io lo ammetto, nei tuoi primi due/tre anni anche io ti contestavo molte cose, (e in un certo senso te le contesto ancora), i tuoi retropassaggi, il tuo braccino corto quando si vince, il tuo essere pragmatico fino all'arroganza, le tue interviste senza un  minimo di poesia, ma fatte di crudo realismo (sì Giampiero ormai dovresti aver capito che a noi tifosi ci devi dire alcune paroline magiche per farci innamorare, noi tifosi non amiamo la cruda realtà). 
Beh anche tu sia chiaro non sei proprio il massimo dell'umiltà e della simpatia, ma in fondo se ci si guardasse attorno, non è che la categoria di cui fai parte sia così piena di monachelle, e colleghi molto ben più titolati di te e alla guida di squadre con fior fior di giocatori, si paraculano nello stesso modo (e li sì che ci sarebbe di cui vergognarsi). Molti non ti hanno amato fin da subito, perchè per loro tu incarnavi una dirigenza che ci aveva sempre deluso, che non ci faceva emozionare, e molti hanno pensato che contestando te si sarebbe riusciti a far crollare tutto e magari chissà a cambiare le cose. Certo non tutti sono in buona fede, ed è proprio quando mi accorsi di questo capii che forse ci stavamo sbagliando, che buttare il bambino con l'acqua sporca poteva essere più pericoloso del male che si stava combattendo e che soprattutto ne avrebbe danneggiato la cosa che, in teoria, dovrebbe stare a cuore davvero a tutti, cioè le sorti del Toro. 
Allora ho iniziato a provare, a sopportarti e a supportarti, ho provato a capire le tue tattiche strampalate, ho imparato a non curarmi del tuo caratteraccio e a non ascoltare le tue conferenze stampa. Ho iniziato a cercare di prenderla sul ridere, lo stesso titolo di questo blog è venuto fuori proprio da una delle tue mitiche paraculate alla fine di una partita andata male: ricordo avevamo preso se non ricordo male 4 gol dalla Roma, e tu serafico come al solito dissi "c'è rammarico per il risultato finale, tuttavia per il primo quarto d'ora il Toro ha proposto del buon calcio". In quel momento avrei spaccato il televisore ma nonostante tutto abbiamo cercato di rendere epico anche quel momento, cercando di andare oltre le parole, continuando a tifare per il Toro e quindi di conseguenza anche per te. 
Ora tutto si è rotto è le responsabilità sono tante. Credo che la colpa sia di tutti, e la rabbia grande è proprio il fatto che per un derby perso e giocato malissimo abbiamo buttato via un'intera stagione, con più di tre mesi di tempo per raddrizzarla. Bastavano poche semplici cose, parole, gesti, azioni che non sono state dette o fatte. Bastava una migliore comunicazione e presa di coscienza e responsabilità da parte tua e della società alla fine di quella partita, bastava una società un minimo più strutturata che non lasciasse tutti in balia del delirio (e che magari comprasse un regista), bastava che noi tifosi sbollita l'incazzatura ci ricompattassimo e riprendessimo il cammino, pensando a tifare e basta, e non perdendo tempo a chiedere esoneri, cacciate di giocatori indegni, e coi soliti litigi su quanto uno fosse più tifoso dell'altro.
Certo che ora è un bel casino, e adesso, a meno che qualcuno non abbia già deciso per te, tutto è nelle tue mani. Perchè come detto sopra c'è modo e modo di salutarsi. Puoi scegliere di gettare la spugna e dimetterti, lasciando ad altri la responsabilità di risolvere la questione, con la consapevolezza che se ci riuscirà sarà merito di questo qualcuno, mentre se fallirà tutti te ne daranno certamente la colpa. Oppure puoi rimanere da qui a giugno, entrare domani nello spogliatoio e guardare negli occhi i tuoi uomini. Puoi reagire, urlare, prenderli a schiaffi per vedere se hanno una reazione, o se almeno sono abbastanza uomini da avere il coraggio di dirti che non sono più dalla tua parte. Oppure puoi risvegliarli (e risvegliarti) dal torpore, e presentare già da domenica prossima un Toro magari tecnicamente scarso ma incazzato come non mai da qui a fine campionato. Tutto sta nello scegliere che cosa si vuole perdere, se una partita o la dignità e credo che tra le due cose ci sia una bella differenza. Scegli Mister, prendi una decisione e personalmente qualunque sarà non te ne farò un torto.
Io non ho mai amato il tiro a bersaglio su una persona in difficoltà, e non mi piace quindi unirmi a tutti quelli che ti stanno sparando addosso (non aspettavano altro da anni, in sti giorni son così felici che sembra quasi che il Toro stia vincendo partite su partite), ma io non sono un tuo tifoso, io tifo Toro, e tiferei Toro anche se ad allenarlo ci fosse il gelataio che sta di fronte a casa mia. 
Qualunque sarà la conclusione di questa vicenda tuttavia, non danzerò sul tuo cadavere, c'è poco di cui essere allegri ed orgogliosi di questi tempi, tuttavia qualunque cosa accada, al netto dei tuoi enormi difetti ed errori, non dimenticherò le cose belle che ho provato anche grazie al tuo lavoro: il ritorno in A dopo anni, le serate in Europa League, la commozione e il quasi coccolone che mi son preso dopo la vittoria al San Mamès, le altre lacrime al derby vinto dopo 20 anni. Perchè essere del Toro secondo me è anche questo, se qualcuno ti ha regalato una bella emozione e giusto esserne grati, anche quando le cose vanno male, anche quando le cose finiscono. 

Ora dipende tutto da te.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi