mercoledì 30 settembre 2015

Croci delizie e un nuovo eroe per #ilbuoncalcio

Questo calcio moderno fa scorrere il tempo così in fretta che non si riesce a stare dietro agli eventi, e anche gli stati d'animo che possono andare dall'euforia, alla depressione e viceversa si accavallano, come quando si va sulle montagne russe e tra salite ripidissime, discese che ti tolgono il fiato e giri della morte ad un certo punto non riesci nemmeno a capire bene dove cavolo ti trovi.
E da questo punto di vista il Toro di questo inizio stagione è proprio così: non fai tempo a farti girare le balle a causa della prima sconfitta stagionale con il Chievo, che pochi giorni dopo assisti ad una partita epica, dove i granata hanno dominato e non contenti si son concessi il lusso di battere il Palermo finendo la partita in nuove uomini, quando già si stava giocando in 10 da una quarantina di minuti.

I giorni prima della partita già si assisteva alle prime arricciate di naso con tifosi, che sempre all'insegna dell'equilibrio, già dicevano che questa squadra non fosse all'altezza, ma #ilbuoncalcio si è ripresentato più grande e più bello che pria nel match in casa contro i rosanero.
Nemmeno gli infortuni che stanno falcidiando lo spogliatoio granata (dopo lo stop di Peres durante la partita col Chievo, questa volta è toccato a Baselli che si fermerà per una ventina di giorni) frenano la voglia dei ragazzi di Giampierone, che con Zappacosta titolare, ed il duo d'attacco di esperienza Quagliarella ed il rotondetto Maxi Lopez si battono subito alla grande contro i palermitani.
Ma segnare non è stato facile, perchè come sempre più frequentemente accade, gli avversari al cospetto de #ilbuoncalcio decidono di chiudere tutti gli spazi, di aspettare nella propria metà campo sperando nell'errore fatale. 

Ma dopo quasi tutto il primo tempo con in mano il pallino del gioco, e dopo aver rischiato soltanto sugli sviluppi di un calcio di punizione fischiato ingiustamente (e costato l'ammonizione di Molinaro che nel corso della partita inciderà non poco) il Toro passa con un gol (poi alla fine diventerà autorete) di Maxi Lopez.
Il rientro in campo per il secondo tempo non cambia per nulla l'andamento della partita, anzi alla prima azione Maxi Lopez lancia per Benassi che al volo tira fuori dal cilindro qualcosa che da queste parti non si vedeva da decenni. La palla va sotto il sette del palo più lontano ed è davvero un'apoteosi.

Sarebbe finita lì la partita, se non fosse che le partite del Toro non finiscono davvero mai. Con la seconda ammonizione di Molinaro i granata si trovano a dover giocare più di 30 minuti in 10 uomini. Questo fa prendere coraggio ai palermitani, che pur non dominando totalmente il gioco riescono ad accorciare le distanze.
Nel frattempo sono subentrati Gaston Silva, Acquah, e Obi, in campo rimane un Vives strepitoso, che ancora una volta dimostra di essere il Profeta in campo de #ilbuoncalcio.

Ma qui è giusto aprire una parentesi importante: già in tempi non sospetti, noi de #ilbuoncalcio sostenemmo che quest'anno ci sarebbe stato un giocatore che ci avrebbe dato grandi soddisfazioni, e lo dicemmo già alla prima apparizione ufficiale. E domenica il giocatore in questione ha deciso di non deludere le nostre aspettative entrando, potremmo dire a piedi uniti, sulla panchina del nostro cuore.
Joel Chukwuma Obi non era entrato da molti minuti, ma si era subito mostrato grintoso e con la giusta cattiveria che richiedeva il suo ruolo, Si era anche distinto, oltre che per il pressing sugli avversari, per un'ottima ripartenza che aveva prodotto un buon lancio per Quagliarella davanti alla porta.
Poi la partita si innervosisce, i giocatori del Palermo danno qualche calcione di troppo e l'arbitro non si dimostra altrettanto severo con i cartellini, come lo era stato nei confronti di Molinaro. Questo al giovane Obi non piace, ma visto come stavano andando le cose decide di adeguarsi a quella tendenza, ha tra i piedi il pallone ma gli sfugge e viene riconquistato da un giocatore avversario. A quel punto prova a riprenderlo ma ormai è irraggiungibile. Il suo takle però è già inesorabilmente partito con tutta la sua potenza, Il povero Vasquez non ha nemmeno il tempo di accorgersene, si ritrova a fare una capriola in volo e a ricadere sopra allo stesso Obi che stava continuando a scivolare nell'impeto della corsa. Ma purtroppo il direttore di gara non conosce #ilbuoncalcio e decide di applicare il regolamento e quindi rosso diretto e Torino in nove uomini.

A quel punto è un assalto all'arma bianca dei rosanero, palle lunghe verso la porta di Padelli, che vengono spazzate via senza troppi fronzoli.  I cinque minuti di recupero sono eterni, con i granata che resistono, fanno le barricate, e con lo stesso Quagliarella (ormai unica punta in campo) che nonostante la stanchezza aiuta i compagni in difesa.
Il Palermo va vicinissimo al pareggio che avrebbe significato la beffa, ma questa volta la traversa ci salva e si portano a casa 3 punti pesanti.

#ilbuoncalcio è tornato alla vittoria e si riprende il secondo posto in classifica a due punti dalla capolista Inter. Il campionato è naturalmente apertissimo, in tutte le zone della classifica, tra le prime della classe e e altre squadre distaccate di otto punti o più, che lottano per la salvezza nella massima Serie.
Gli infortuni in casa granata fanno diventare la prossima trasferta con il Carpi, una partita con molte novità in formazione e soprattutto con gli uomini risicati nei numeri. Ma abbiamo imparato a non vivere di alibi, per cui avanti così, sarebbero importanti altri tre punti in cascina, prima della pausa per la nazionale.

Continuiamo a godercela alla grande sempre nel nome de #ilbuoncalcio.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

martedì 22 settembre 2015

Guida su come gestire l'ansia vedendo #ilbuoncalcio al secondo posto

Ormai non si capisce più nulla. C'è aria di euforia e di cambiamento in tutto il popolo granata, anche le regole del buon calcio stanno cambiando radicalmente, e sembra passato un secolo quando il Toro faceva i conti per racimolare i sindacali 40 punti per la salvezza aritmetica.
Nemmeno il tempo di sacramentare per il pareggio con il Verona, con già alcuni tifosi smoccolanti "Ecco la solita storia, vinci due partite e poi ecco che pareggi coi veronesi", che i granata si presentano al loro pubblico, e non soltanto vincono e convincono contro la Sampdoria, ma lo fanno con sicurezza da prima della classe, con superiorità mai vista prima, senza patemi, come se fare due gol ai blucerchiati (e sbagliarne almeno altrettanti) fosse il minimo sindacabile per chi pratica #ilbuoncalcio. Mandata in soffitta (almeno per questa domenica) la regola del "gol di cortesia" con il quale il Toro accoglieva l'avversario offrendogli l'onore di passare per primo in vantaggio, i ragazzi di Giampierone sfoderano un primo tempo di lusso, con Bruno Peres che sembrava Cafù, Quagliarella che segna una doppietta d'altri tempi, Acquah e Molinaro che corrono veloci come un motorino, Vives che gioca bene soltanto perchè è Vives, e addirittura Padelli che non sbaglia nemmeno un intervento. Nessuno, ma proprio nessuno dei giocatori ieri, compresi quelli in panchina, hanno commesso errori. Il Toro, e di conseguenza #ilbuoncalcio in solitario al secondo posto a soli due punti dalla vetta con altre squadre piemontesi, costrette invece a rubacchiare qual e là con compagini di pari livello per non rischiare la retrocessione, distanziate di ben 6 punti.
Ed ecco quindi, che in queste situazioni, viene fuori l'essenza del tifoso granata, fatta di equilibrio nei giudizi e tranquillità nel gestire le proprie emozioni. Chi a settembre diceva che quest'anno avremmo di nuovo lottato per la salvezza, anzi senza Darmian saremmo certamente retrocessi non in B ma direttamente in Lega Pro, già sta prenotando il volo per la finale di Champions della prossima stagione, chi finge di contare i punti che mancano alla salvezza, ma in realtà sta segretamente calcolando quanto sia la quota minima per poter vincere lo scudetto. Pare che il lunedì mattina all'alba siano stati visti tifosi del Toro entrare nelle chiese più vicine di tutta Italia, per poter fare offerte votive, e accendere ceri in gran quantità come richiesta di grazie calcistiche.
Tra promesse di pellegrinaggi, di voti sacri e laici, il tifoso del Toro si è messo subito al lavoro sfoderando statistiche, report di rendimento per valutare se ci sia la possibilità di avere la qualificazione Champions già entro il mese di novembre, massimo dicembre.
Per alcuni Giampierone è passato da essere un mezzo rimbambito ad un Beppe Guardiola ma con l'aspetto più giovanile, altri stanno rivalutando addirittura la lunghezza delle braccia di Urbano.

Anche i comportamenti con gli amici tifosi di altre squadre sono cambiati radicalmente. Si entra in ufficio o a scuola con il petto in fuori, e con un espressione di superiorità in viso. 
Si va dal collega o compagno gobbo e con puro spirito decoubertiniano, gli si spiega come gestire psicologicamente la fatica di tifare una squadra in lotta per la salvezza, li si consola con pacche sulle spalle, accompagnati da gesti dell'ombrello o altri epiteti. 
Insomma c'è una gioia, un orgoglio, un'euforia e una voglia di Toro che non si respirava dal 1976, e tutto questo è magnifico naturalmente, poter andare allo stadio, o aspettare con ansia la domenica per vedere la partita e sostenere i nostri colori non è più solo un dovere, ma sta diventando sempre più un piacere.

Però fratelli miei, mettiamoci dei mattoni attaccati alle caviglie e cerchiamo di godercela tenendo tuttavia i piedi ben ancorati al terreno. Il campionato è appena iniziato ed è ancora lunghissimo, il Toro è infarcito di parecchi giovani che hanno bisogno di giocare con serenità, senza montarsi la testa, senza voli pindarici, #ilbuoncalcio rende al massimo quando si ha la mente sgombra e soprattutto quando non si perde l'umiltà.
Per poter gestire tutte queste emozioni positive a cui da tempo non siamo abituati, è consigliabile rivedere e ripesare a momenti meno felici: dai 3 legni di Amsterdam, al palo di Dorigo, dal rigore di Cerci o anche ai ricordi più classici delle trasferte a Cittadella o Castel di Sangro.
Quindi calma e gesso. Domani abbiamo già un'altra partita da giocare contro un Chievo che sta ben figurando ad ogni apparizione, quindi testa bassa e pedalare.
In fondo mancano ancora un'ottantina di punti per lo Scud....ehm una trentina di punti alla salvezza.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

mercoledì 16 settembre 2015

Il Toro diesel e l'inopportuno Irrati frenano #ilbuoncalcio

L'inopportuno Irrati
E’ bello rispolverare le sane e vecchie abitudini. Nel calcio come nella vita è giusto ogni tanto rivivere le proprie tradizioni, ed assistere a vecchie pratiche che danno lustro al calcio italico.
E quindi dopo un po’ di partite in cui il Toro era stato diretto con arbitraggi per lo meno decenti, se non (con sommo stupore) eccellenti, ecco che la domenica di buon calcio con il match all’ora di pranzo (sempre comodo per chi vuole seguire le
partite allo stadio) contro il Verona, vede ritornare il tanto amato “arbitraggio casalingo” che naturalmente vale sempre quando il Toro gioca in trasferta.
Il Signor Irrati infatti ha commesso due grosse cagate (un rigore inesistente dato ai giallo blu, ed un rigore negato ai granata per un fallo di mano pallavolistico nell’area veronese) che hanno certamente influito sul risultato finale.
 
L'esordio di Belotti
Ma #ilbuoncalcio non ama piangersi addosso, anzi, è necessario analizzare questo pareggio avvenuto con l’ennesima rimonta sottolineando le luci e le ombre dell’incontro.
Bisogna dire che il weekend era iniziato alla grandissima con l’anticipo del sabato sera, una partita importante che vedeva la capolista Chievo contro l’ultima della classe. Come sempre il giuoco del calcio non smette di stupire e nonostante il divario tecnico, una tenace Juve riesce a fermare la corsa verso il titolo dei veneti mettendo in cascina un punto che in ottica salvezza risulterà davvero prezioso. Nota a margine al Chievo è stato annullato un gol regolare mentre il rigore per i bianconeri è sembrato un po’ tirato per i capelli, ma in fondo questa è una bella notizia a dispetto di tutti quei tifosi in mala fede che dicono che gli arbitri aiutino sempre le squadre forti.

Noi granata invece incontravamo l’altra sponda di Verona, e ci presentavamo con la difesa praticamente reinventata. La pausa per le Nazionali ha fatto molto male alla truppa di Giampierone, e con Maksimovic fratturato, Moretti infortunato, e Benassi pure, il Mister ha dovuto fare i salti mortali per poter presentare una squadra coerente con il modulo de #ilbuoncalcio. E allora ecco Molinaro fare il centrale destro alla bisogna, Bovo a sinistra e Avelar e Peres esterni. Novità invece gradita è l’esordio dal primo minuto di Obi e Belotti in attacco di fianco a Quagliarella.
L’inizio piuttosto lento dei nostri e della partita in generale non aumentano la fortuna dei granata che al primo brutto fallo vedono fermarsi proprio Avelar che non riesce proprio a continuare. Allora ecco entrare Jansson che a quel punto prende il posto di Molinaro che si sposta terzino sinistro.

Il primo tempo è brutto da entrambe le parti, Toro sempre lento, guardingo e macchinoso produce poco, il Verona non è tanto meglio dei granata ma si mostra più pericoloso anche se impreciso.
Alla fine del primo tempo si spera che Giampierone faccia il solito cazziatone generale (le espressioni facciali e le mimiche del Mister in questo match si sono davvero superate) che tramuti la squadra da un ammasso di mollezza in una corazzata di buon calcio.
Non si ha però nemmeno il tempo di rendersi conto dei risultati del cazziatone Venturiano, che ecco il Signor Irrati salire in cattedra e diventare (inopportuno) protagonista, ed appena vede entrare in area Juanito, toccarsi con Jansson e capitolare a terra subito fischia il rigore. Peccato che sia proprio Juanito a commettere fallo sul biondissimo granata che non fa assolutamente nulla per buttare a terra l’avversario.
Ma son cose che capitano purtroppo, sbagliare è umano, e pensare male non è certo caratteristica del buon calcio. Dopo aver detto al direttore di gara quello che si pensava di lui e di tutto il suo ceppo famigliare, ecco Toni che insacca dal dischetto, ed ennesima partita in salita per i granata.


Ma come ormai siamo stati abituati a vedere, questo Toro si accende proprio nelle difficoltà, e con la scesa in campo di Acquah al posto di un ancora appesantito Obi, il centrocampo granata acquista in corsa e fisicità, quello che è necessario per recuperare una partita difficile con il campo appesantito anche dalla pioggia. Il Toro infatti inizia ad avanzare e a diventare via via più pericoloso, e un aiuto decisivo lo dà l’esperienza e il peso di Maxi Lopez che subentra alla giovane speranza Belotti.
Da quel momento il Toro assedia l’area di rigore veronese e dopo aver sfiorato il pareggio prima con Molinaro (gran partitone) e poi con Capitan Glik, ecco arrivare il gol, con Quagliarella che tira di potenza, il portiere para ma non trattiene, e la palla arriva sui piedi di un accorrente Baselli che si prende il lusso di mettere il suo nome sul tabellino dei marcatori per la terza volta in 3 partite di campionato.
Non c'è nemmeno il tempo di far l'abitudine al pareggio che pochi minuti dopo il Verona passa di nuovo in vantaggio con un colpo di testa velenosissimo ancora di Juanito che supera Padellone, che proprio non ci arriva a toccare quella palla.

Se il primo tempo è stato noioso e brutto da vedere, soprattutto per quanto riguarda il Toro, il secondo tempo è ora un capovolgimento di fronte continuo e pochi minuti dopo il vantaggio giallo blu ecco l'inesauribile Molinaro correre veloce sulla sinistra e crossare in mezzo, il portiere smanaccia fuori dall'area ma il pallone finisce tra i piedi di Acquah che al volo fa partire un tiro chirurgico che passa a fil di palo e rimette tutto in discussione.
Ora i granata sono caldi e spingono come sanno fare, il Verona si difende, spesso tirando qualche calcione di troppo ma è sempre pericoloso. Al 34' altro momento di protagonismo di Irrati: c'è un pallone alto che sorvola l'area dei veneti, Moras salta con le braccia alzate e colpisce il pallone con la mano, sarebbe rigore...in qualsiasi altro campo del mondo, ma non domenica al Bentegodi di Verona, anzi è fallo in attacco del Torino.
La partita si va a chiudere con un Toni che tenta di svenire ogni volta che entra in area e che finalmente viene (stranamente) ammonito dall'arbitro.

Pareggio importante e meritato per come è venuto fuori, certo continuano ad esserci i primi tempi sempre lenti e impacciati, e questa squadra sembra reagire soltanto dopo aver preso il primo schiaffone.
Giampiero che invita Irrati ad un arbitraggio più adeguato

Decisivi gli ingressi di Acquah e Maxi Lopez, purtroppo la sfiga ci sta penalizzando con gli infortuni ma non deve questo diventare un alibi. Bene ha fatto Giampiero a tirare le orecchie a tutti, la stagione è iniziata bene, ma è giusto che si tengano i piedi per terra e la giusta umiltà, perchè come ogni anno quando il Toro scende in campo per fare la fighetta il Toro perde, e noi tutti ben sappiamo che #ilbuoncalcio detesta le fighette.

Quindi testa bassa, e pronti ad affrontare la Samp, siamo sempre nelle zone alte della classifica e vogliamo iniziare a prenderci gusto nel restarci.

Forza Toro Sempre

Igor Stasi

giovedì 3 settembre 2015

Tra le bombe di Baselli e quelle di mercato #ilbuoncalcio va a +6

Cercherò di non essere noioso e prevedibile. Noi de #ilbuoncalcio siamo gente sportiva, che ama lo sfottò ma che certo non mette il dito nella piaga. Non parleremo quindi in questa sede, del fatto che alla seconda giornata, mentre il Toro si trova a punteggio pieno, un'altra squadra che gioca a Venaria si trova ancora a zero vittorie, con zero punti, con tre gol subiti in due partite e due segnati, con sei punti in meno rispetto ai granata e conseguentemente ultima in classifica. 
Noi siamo signori e non faremo le solite battute di bassa lega "oggi fa caldo vado a Venaria che sono a -6" o "Hey tu, la sai l'ultima? La Juve", non diremo che il campionato dovrebbe essere chiuso ora, in modo da farli retrocedere così su due piedi. 
Noi siamo discepoli de #ilbuoncalcio e sappiamo cosa sia la sportività, e auguriamo quindi ai nostri cugini di continuare così, a dare soddisfazioni ad almeno il 50% dei tifosi d'Italia e nel mondo, certi che usciranno da questo momentaccio, e mal che vada rassicurandoli che se il prossimo anno giocheranno le partite di sabato, in fondo è una cosa che si supera, ed anzi alla lunga lascia liberi di potersi occupare dei propri hobbies e dei propri cari durante le domeniche.
Anche Giampiero è d'accordo nel chiudere anticipatamente il campionato

Chiusa questa doverosa parentesi sul bello dello sport, passiamo alla domenica che abbiamo vissuto, con la prima partita in casa di questa stagione 2015/2016, contro i nostri fratelli della Fiorentina.
Per l'occasione sono ritornato alle origini, rimettendo piede in uno dei luoghi dove il tifo per #ilbuoncalcio ha avuto e vissuto momenti storici impareggiabili, cioè il Toro Club Bra pronto per l'occasione, con tutti i suoi fedelissimi protagonisti in posizione per iniziare una nuova stagione. 
L'umore è sempre il solito, si va dall'euforia alle volte immotivata, al pessimismo cosmico di chi borbotta che "sì ci sono tanti giovani, però Cairo ha venduto Darmian quindi dove pensiamo di andare?"
Ma finalmente l'arbitro fischia e il copione è sempre ormai il medesimo: Toro lento e un po' macchinoso, Fiorentina che spinge e ci mette in difficoltà soprattutto a centrocampo, primo pallone che sorvola la nostra area, difesa che dorme, gol della Viola e Toro subito sotto. Anche le reazioni sono sempre le medesime, i vecchietti del Toro Club passano dal "Dai è solo l'inizio possiamo recuperare" allo "Ecco vedi, se uno vende Darmian questo è quello che succede, siamo peggio dell'anno scorso", il mio cellulare squilla ed è il Garabello che scrive "iniziamo bene, siamo sempre degli squallidi" ed io che sacramento silenziosamente ma che riesco a rimanere moderatamente calmo, ormai consapevole che per il Toro è diventata una tattica ormai consolidata farsi segnare nei primi minuti, un po' come gesto di cortesia nei confronti dell'avversario, un po' per dare quel tocco di suspense in più al pubblico pagante e non, che si annoierebbe davvero a morte a vedere la propria squadra del cuore vincere facile con 8 gol di scarto.
Ad aggiungere un po' di pepe al tutto ci pensa l'autore del gol, Alonso, che appena sceso dalla McLaren pensa bene di farci gol, andare sotto la Maratona e mimare il gesto del torero, innescando da quel momento e durante tutti i 90 minuti di gioco, fischi ed epiteti di ogni genere a lui e a tutta la sua parentela.

Non vi è molto tempo per tranquillizzarsi, perché la Viola continua a tenere le redini del gioco e a farsi pericolosa, e da una di queste azioni ecco che vi è uno scontro nell’area granata seguito dal fischio del direttore di gara che indica il dischetto del rigore. In quel momento si assiste alla prima immagine epica di tutto il match: Daniele Padelli che siamo solito vedere dall'aspetto piacione e sereno che tanto lo fa piacere alle donne di tutte le età, si trasforma improvvisamente in un Robert De Niro nella parte di Travis Bickle in Taxi Driver (ma molto più incazzato) e guardando minacciosamente il povero Tagliavento inizia a ripetergli a raffica “Non guardare gli altri guarda me, stai scherzando vero?!” ripetendoglielo per una quindicina di volte. A questo punto il direttore di gara si porta verso il suo collega posto sulla linea di fondo campo che in effetti gli fa notare che non vi era stato nessun fallo, tanto da fargli cambiare idea e ripetere a Padellone, che stava nel frattempo caricando la sua 44 Magnum, che si era sbagliato e che si scusava tantissimissimo.

Intanto come d'abitudine per i granata come i migliori diesel iniziano a carburare e a farsi vedere davanti alla porta viola, prima con Martinez che non tocca per un millimetro un cross basso di Avelar, e poi con Quagliarella che costringe al miracolo Tatarusanu con un colpo di testa insidioso. Anche Maksimovic sul finale di tempo sfiora la rete di testa su calcio d’angolo, ma niente da fare, la palla non entra e si torna negli spogliatoi con l’ennesimo risultato in salita.

Al ritorno in campo dei granata, si spera che le parole di Giampierone possano aver dato la giusta scossa ai suoi ragazzi, inizialmente non sembra così, Martinez messo in coppia con Quagliarella non è abbastanza efficace ed infatti viene sostituito da Maxi Lopez.
E qui si assiste al secondo epico momento della partita: il buon Maxi è appena entrato quando il pallone giunge tra i piedi di Alonso, il genio che aveva fatto il torero sotto la Maratona. L’argentino non aspettava altro, lo punta, gli corre incontro e lo sgambetta senza nemmeno provare a prendere il pallone. L’arbitro naturalmente fischia e tira fuori il giallo, e Lopez si scusa col direttore di gara facendogli capire che aveva ragione, ma doveva proprio farlo era stato più forte di lui.
Il Toro però sembra aver cambiato faccia, prende sempre più l’iniziativa rispetto agli avversari ed al primo corner utile, ecco Emiliano Moretti che si vede arrivare un pallone a mezza altezza che prontamente tira al volo mettendo fuori discussione difesa e portiere della Fiorentina.

Ecco quello che ci voleva, bisognava sbloccare il risultato per poter rivedere il buon calcio in tutta la sua potenza. Infatti da quel momento si vede un altro Toro, quasi come se fino a quel momento i granata si fossero risparmiati per poter dare tutto nel secondo tempo. La Viola non tiene più un pallone, noi dominiamo a centrocampo, Baselli ricomincia a verticalizzare meravigliosamente, Peres e ad Avelar corrono a doppia velocità rispetto agli avversari.
E sono trascorsi infatti pochi minuti dal pareggio di Moretti, che un lancio in profondità vede Quagliarella partire sul filo del fuorigioco, bruciare la difesa e con un colpo sotto battere per la seconda volta l’estremo difensore.
Si esulta al Toro Club Bra, un’altra volta il Toro è rinato nel secondo tempo, e anche Quagliarella va sotto la Maratona con tutta la squadra a fare festa.
Ma ormai i granata non si fermano più, ogni azione potrebbe essere quella buona per il terzo gol, ed ecco Baselli, che rispetto ai primi 45 minuti sembra un altro giocatore, prendere l’iniziativa saltare Borja Valero e prendere la mira. Tutti, allo stadio come al Toro Club sapevamo che avrebbe tirato, ma mai avremmo immaginato che sarebbe partito un bolide simile. Nemmeno il tempo di vederlo partire che la rete della porta sotto la Maratona si gonfia.
E’ l’apoteosi, al Toro Club si è tutti in piedi ad applaudire, io quasi litigo con il tifoso vicino a me che aveva passato tutta la serata a dire che avevamo un centrocampo che faceva cagare, ma alla fine quando il Toro segna, si ritorna tutti amici in pochi secondi.

Il finale di partita va liscio come l’olio, Quagliarella sfiora la quarta rete, ma va bene così, il Toro è a punteggio pieno, ma soprattutto ha carattere, entusiasmo, voglia di vincere, non è perfetto ma è il Toro e questo ci basta.

Il campionato è lungo naturalmente, ma per la prima volta dopo tanti anni si respira un’aria di curiosità e di speranza attorno a questa squadra, e bisogna essere onesti dicendo che il mercato che si è appena concluso (con l’arrivo negli ultimi minuti del giovane regista Prcic) è stato finalmente fatto nel modo e nei tempi giusti.
Personalmente ero molto diffidente nei confronti di Urbano (e visti i precedenti ne avevamo tutti ben donde) ma alla fine, questa volta, il Presidentissimo ha fatto il proprio dovere, utilizzando i proventi della vendita di Matteo Darmian per acquistare giovani promettenti con esperienza in Serie A (tre titolari della Nazionale Under 21 più Benassi confermato ed acquistato dall'Inter erano da un po’ che non si vedevano) e tenendo i pezzi pregiati della nostra difesa Peres, Maksimovic e Capitan Glik. L’auspicio è che anche in futuro si continui su questa strada, certamente l’opinione e l’influenza di Giampierone ha fatto la sua parte ed anche questo, un giorno, dovrà essergliene dato atto, ad un allenatore che ha fatto certamente molto di più di quello che si pensi.

Gli ingredienti per vivere quindi un’altra stagione di buon calcio ci sono tutti, ora tocca a noi, a quelli che il Toro lo seguono, stare vicini a questa squadra, spingerla nei momenti esaltanti come questi o sorreggerla e aiutarla quando arriveranno i momenti più duri. Il solo lamento e brontolio non sono utili a nessuno né alla squadra né tanto meno a noi stessi, e piangersi addosso non è certamente un requisito del buon calcio, anzi.


Quindi buon campionato a tutti.
Teniamo botta.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi