martedì 24 marzo 2015

Tra la farsa e il surreale il Toro va avanti

Uno non riesce a farsi l’abitudine del clima del calcio europeo, che nel giro di pochi giorni si ritrova di nuovo immerso nella…bellezza del calcio italiano, che tutto il mondo ci invidia.
E così dopo l’atmosfera da capogiro dell’Europa League il Toro si ritrova a giocare al Tardini di Parma <<Ma come?>> – voi ingenuotti del buon calcio vi chiederete – <<ma giochiamo contro una squadra che è fallita l’altro ieri? In Inghilterra questo non sarebbe mai successo>>. Se per questo, miei cari, non sarebbe successo nemmeno in Francia, Germania, Spagna, e penso anche nel più lontano e sperduto paesino in capo al mondo, che magari non conosce nemmeno il giuoco del calcio, ma che se lo conoscesse, avrebbe forti difficoltà a considerare Manenti un imprenditore. Invece siamo in Italia dove tutto sembra impossibile, ma alla fine è possibile, e non è un caso che ogni volta che una squadra italiana superi il confine venga accolta da pernacchie di stima, proprio perché il nostro campionato si fa sempre distinguere per le cose belle e all’insegna del rispetto delle regole.

 
In fondo lo spettacolo deve continuare, lo dice la Lega Calcio che ad inizio campionato, non si è accorta (ops!?) di aver permesso l’iscrizione di una squadra piena di debiti, ma soprattutto lo dicono le TV, che hanno pagato anche per le partite del Parma e quindi (giustamente) battono cassa e dettano la loro legge. Mi sono tuttavia domandato mentre assistevo ad una partita che sembrava l’alba dei morti viventi per la sua vivacità, quale interesse potesse avere sul pubblico guardare in tv una desolazione del genere, con uno stadio completamente vuoto, con una squadra di casa priva di tutti gli stimoli per giocare al calcio e spesso piena di rabbia repressa da sfogare sugli stinchi degli avversari, che nel frattempo erano costretti a giocare e a rischiare gli stinchi di cui sopra, per una partita che era palesemente falsata sin dall’inizio a prescindere dal risultato finale.

Ma tutto va bene, tutto è normale, e allora ecco che Glik e compagni si ritrovano a giocare in mezzo al nulla, a parte alcuni simpatici tifosi giallo blu che continuano ancora a credere che noi siamo come la Juve e che siamo andati in Europa League perché Cairo ha comprato qualcuno per non far concedere la licenza UEFA alla loro squadra. Amici parmigiani, capisco il vostro momento e il vostro sconforto, l’ho passato pure io qualche anno fa che mi son visto morire il Toro dalla sera alla mattina, per peccati che a confronto di quelli che hanno fatto altre squadre (alcune nemmeno fallite) facevano ridere per davvero, ma forse voi a Parma non sapete che per il buon Urbano Cairo spendere soldi è contro la sua religione, li spende a fatica per il Toro figuratevi se li spende per fare fallire la squadra di un altro. Purtroppo siete capitati nelle mani di molti pirati, detti più comunemente ladri, non è certo colpa vostra, purtroppo i tifosi son sempre quelli che ci rimettono, perché spendono soldi, passione e tempo per poi vedersi traditi da milionari (o presunti tali) che usano il calcio per farsi pubblicità e magari per riciclare le loro porcherie. Ma per favore, e ve lo chiedo senza ironie, non date le colpe ad altri e soprattutto non datele a noi, potete dirci quello che volete ma che siamo come la Juve..beh no mi spiace, quella roba lì non ci appartiene per nulla.

Difficile quindi commentare una partita simile, brutta da ambo le parti, con un Parma che non aveva voglia di giocare e appena le cose si sono messe male ha iniziato a perdere la brocca, con brutti falli e ricercando risse senza senso, e un Toro che certo non aiutato da q
uesto clima e forse con ancora le scorie dell’uscita dall’Europa League nelle gambe e nella testa ha giocato al piccolo trotto, rischiando alle volte di scivolare sulla classica buccia di banana di un match molto insidioso, proprio perché tutti si aspettano la vittoria facile, e poi magari la vittoria non arriva affatto.

Invece i tre punti il Toro li va a prendere, prima con una bella azione di Maxi Lopez che ha avuto il merito di svegliare i suoi compagni dal torpore che regnava fino a quel momento, e poi con la rete di un graditissimo ritorno che già aveva ben figurato nella partita con la Lazio, cioè Basha che dopo 11 mesi di assenza per un brutto infortunio ritorna a farsi vedere nel centrocampo del Toro e finalizza con un bel colpo di testa lo 0-2.

Bene così, tutto giusto, partita brutta ma il risultato è arrivato e ora sono -7 dal sesto posto, che tutti dicono impossibile da raggiungere, ma forse proprio perché impossibile risulta affascinante sognarlo e provare ad andarselo a prendere.
Questo deve essere l’ultimo obbiettivo stagionale, provare a rimontare quei 7 punti, provarci fino alla fine, fino all’ultima partita, poi vada come deve andare.
Di certo tra due settimane con l’Atalanta l’atmosfera sarà diversa, e allora anche il Toro dovrà tornare a mostrare il buon calcio di questi ultimi mesi, e soprattutto quella voglia e quella grinta che abbiamo visto solo pochi giorni fa contro lo Zenit.

Avanti così.
Forza Toro Sempre.


Igor.

domenica 22 marzo 2015

Ha vinto il Toro!!

Alla fine abbiamo vinto noi!! Sì alla fine giovedì sera il Toro ha vinto!!
No non sono impazzito. Nonostante abbia avuto bisogno di un po’ di giorni per scrivere questo pezzo (impegni improrogabili mi hanno tenuto impegnato tutta la settimana), e nonostante giovedì fossi anche io allo stadio insieme ad altre 26 mila persone ad urlare, soffrire, cantare e sbuffare per il Toro, e abbia quindi avuto tutto il tempo per somatizzare ciò che è accaduto e per vedere e rivedere quella partita, lo posso confermare ancora una volta, giovedì sera il Toro ha vinto, abbiamo vinto noi.

Non è un commento auto-consolatorio del solito tifoso romantico, che cerca di capovolgere la realtà per potersi dare una spiegazione meno dolorosa all’uscita della propria squadra da un’avventura straordinaria, come quella del Toro di quest’anno in Europa League, non si tratta di “orgoglio commosso” come qualche buontempone che crede di sapere tutto (magari talmente intenditore di calcio da sostenere (o sperare!?) la quasi sicura retrocessione del Toro dopo 3 giornate di campionato) addita a chi in questi giorni ha esaltato l’impresa di questi ragazzi, che non saranno andati ai quarti, ma che ci hanno resi orgogliosi di fronte ad un avversario che non era certo una squadretta di seconda categoria.
Si tratta al contrario, di guardare ciò che abbiamo vissuto, noi innamorati di Toro, in questi ultimi anni, e in questi ultimi mesi in particolare, e quello che abbiamo potuto rivivere tutto insieme e tutti insieme proprio giovedì sera.

Anche io ero lì, ed anche io ho rivissuto tante cose belle, tante atmosfere che tempo fa credevo non mi si sarebbero ripresentate mai più, ed invece mi sbagliavo. Dopo tanti anni rimettevo piede in Maratona, che dopo l’epoca in cui ero abbonato, avevo dovuto lasciare a malincuore, ed ecco che ho respirato l’odore dei fumogeni, riascoltato i canti dei tifosi più caldi, rivissuto una partita dentro il cuore caldo della curva, che magari ti fa perdere qualche azione per colpa della prospettiva non certo perfetta, ma che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande, di diverso, perché dentro la Maratona la partita non la vedi, dentro la Maratona la partita la giochi. E quindi anche tu fatichi, salti, corri, sudi, urli, e canti e alla fine sei stanco pure tu come se avessi giocato assieme a loro.
E poi, appunto, c’erano Loro, anzi c’era Lui, c’era il Toro. Undici giocatori in campo, più quelli in panchina, più tutto uno staff di persone, guidate da un signore un po’ burbero, non propriamente simpatico, non avvezzo a fare complimenti o a scendere nella facile retorica, ruvido, pragmatico e spesso scontroso, ma che è riuscito ad attraversare un mare in burrasca e nonostante questo a costruire qualcosa che non vedevamo più da anni, ecco tutte queste persone sono state un corpo unico, affrontando una partita difficile, con coraggio, voglia, determinazione, e alla fine l’anno vinta.

Sì ha vinto il Toro, e non solo per il semplice risultato finale che recita Toro 1 e Zenit 0, ma ha vinto perché ha riscoperto se stesso, dopo anni di fatiche, umiliazioni, partite in provincie italiane dimenticate da Dio, sconfitte brucianti e a volte vergognose, e lo ha fatto (lo sta ancora facendo e deve continuare su questa strada) percorrendo un passo alla volta, lentamente, con pazienza, incurante delle critiche, spesso giuste, spesso pretestuose, qualche volta in malafede, con alle spalle una Società non sempre, anzi quasi mai all’altezza della situazione, ed anche in questa stagione molte cose andrebbero diversamente, con un Presidente più presente anche al momento di investire, e non soltanto davanti a microfoni e telecamere per autocelebrarsi, in virtù di risultati che hanno raggiunto altre persone, nonostante la sua colpevole assenza.

Ha vinto il Toro perché anche noi, che fossimo sugli spalti, o a casa davanti alla TV, o in un locale a soffrire insieme agli amici, abbiamo riscoperto noi stessi, ci siamo ricordati chi siamo veramente e che cosa siamo in grado di fare, se solo lo vogliamo, lasciando a casa i piagnistei, l’autocommiserazione, il buttare tutto a mare solo perché (al momento) non siamo quelli di 40 anni fa, sostenendo chi merita di essere sostenuto senza lasciarsi condizionare da quello che ancora non funziona come piacerebbe a noi. Abbiamo riscoperto sensazioni che non provavamo da anni, con una squadra che fa parlare di sé non per gli scandali, per i giocatori che fanno bizze in campo e fuori, ma solo per come sa giocare a calcio e per il cuore che ci mette nel farlo. Abbiamo riscoperto la grinta che è sempre stata il nostro marchio di fabbrica, e che credevamo si fosse perduta per sempre, sentiamo complimenti nei nostri confronti da ogni parte, soprattutto da tifosi di altre squadre (anche gobbi), che hanno ricominciato a rispettarci e a temerci, quando solo qualche anno fa arrivavano soltanto prese in giro ed umiliazioni.

Per questo giovedì sera quando son uscito dallo stadio ero certamente deluso, triste per una qualificazione che meritavamo 100 volte più dei russi, ma non ero arrabbiato e con mio stesso stupore avevo in cuor mio più speranza rispetto a quando ero entrato, e nei giorni successivi l’orgoglio superava la tristezza e la delusione, e per uno come me, che per ragioni anagrafiche ha visto quasi solo sconfitte, è stata una sensazione inedita.

Perché giovedì non è stata e non deve essere la fine, ma l’inizio di un nuovo corso, di un nuovo modo di essere del Toro e di pensare il Toro, e se ai piani alti di questa Società, ci fosse qualcuno che avesse un minimo di interesse e di rispetto per questi colori e per questa storia, sarebbe ora che capisse che il Toro potrebbe essere il più grande affare sportivo di questi ultimi anni, che si potrebbe guadagnare col Toro, dando però ad esso la possibilità di crescere sportivamente e perché no, magari un giorno vincere qualcosa. La stagione non è finita, ci sono ancora un po’ di partite per dimostrare chi siamo, per prenderci ancora delle soddisfazioni, e magari chissà che la remuntada non la si faccia in classifica, fin già partendo da stasera nella partita contro il Parma

Ecco perché giovedì sera abbiamo vinto noi, perché questo è il Toro e questo deve continuare ad essere da oggi in poi, come era un tempo e come non lo siamo stati per tanti lunghi anni, cuore, grinta, passione, fede…e perché no anche buon calcio.

Forza Toro Sempre.

Igor




mercoledì 18 marzo 2015

La Polemica Sportiva - II - Dove sono le "mie" scuse?

Amici del buon calcio, eccoci alla seconda puntata de "La Polemica Sportiva" a cura di Federico Garabello, che oggi ci parlerà del "Caso Parma" e dei suoi protagonisti, dall'ex Presidente Ghirardi (detto simpaticamente "Il Mortadella"), a Manenti. 



La Polemica Sportiva

II – Dove sono le “mie” scuse?

Probabilmente non le avrò mai. Anzi, sicuramente.
E' passato praticamente un anno dall'inizio del tracollo del Parma. E' iniziato tutto con un'Irpef pagata in ritardo, diventata una licenza UEFA negata, trasformatasi in una “esclusione” dall'Europa League con conseguente polemica tardo primaverile con rovesci di ricorsi, denunce, insulti.
Tutto “normale” per questo sport. Sono almeno 10 anni che ogni estate ci porta in dono qualche scandalo, dalle scommesse alle truffe, che allietano le nostre sempre più brevi vacanze.
Ghirardi
Di solito ci rimettono i tifosi o i loro organi interni (dal fegato alle coronarie, come ben sappiamo anche noi tifosi granata).
Questa vicenda però, è significativa di un sistema (calcio) e di un modo di dare e “fare” le notizie.
Dicevamo che è iniziato tutto a fine Marzo 2014 con
un'Irpef non pagata, la cui cifra all'inizio doveva essere di 60-90mila € ma è lievitata in fretta a 300mila. Sembrava un errore grossolano, con le attenuanti generiche del complicato sistema di pagamenti del mondo del calcio con scadenze poco chiare. Certo, in una società sportiva professionista ci si aspetta che la dirigenza sia preparata su TUTTI i fronti ma vabbè. Inoltre io mi aspetto che a fronte di un errore con così gravi conseguenze ci siano dei licenziamenti, dei richiami, un colpevole. Niente anche qua, e vabbè di nuovo.
Con questo ritardo di pagamento il Parma non ottiene la licenza Uefa e di fatto non può partecipare all'Europa League. Ad Aprile. Ed è importante tenere conto di questo perché ad Aprile il destino del Parma in Europa era già segnato. Erano già partiti i consueti ricorsi ma chiunque dotato di un minimo di conoscenze di legislatura sportiva sapeva che il Parma non avrebbe partecipato. E sarebbe bastata l'esclusione dell'anno prima del Malaga per quasi gli stessi motivi a fornire una visione di cosa sarebbe successo. In pochissimi sui vari media lo fanno notare (tranne che su alcuni siti di fede granata ovviamente) e si arriva a fine Maggio.
Pochi giorni dopo la fine del campionato infatti, i ricorsi del Parma vengono respinti e il Torino ripescato. Crolla il cielo, cadono tutti dal pero e si scatena il finimondo.
Leonardi
Il presidente del Parma Ghirardi si dimette “schifato” e il dg Leonardi inizia a insultare società e tifosi del Toro (non linkerò tutte le interviste rilasciate dal duo), aizzando i propri tifosi che parlano di complotto e poteri forti (si, Cairo coi poteri forti...terzo vabbè). Anche i giornali si schierano a favore del Parma (salvo cambiare sponda nel giro di giorni e alcuni di ore). Tanta solidarietà anche da parte di dirigenze di altre squadre (ovviamente le stesse nelle settimane scorse non volevano un salvataggio del Parma da parte della Federcalcio).
Sarebbe bastato leggere la sentenza per capire che il Parma aveva delle colpe e, forse, delle attenuanti, che il sistema calcistico/burocratico italiano è da film demenziale e che purtroppo per fare i professionisti bisogna essere bravi e circondarsi di collaboratori ancora più bravi.
Sarebbe, a mio avviso, dovuta finire lì. E invece.
Taci
Per 3 mesi a noi tifosi torinisti è stato detto di tutto, compreso di essere come la Juve. E non intendevano vincenti. E questo, scusatemi, non lo possiamo accettare.
Ma non è finita. Siccome in Italia il peggio può sempre peggiorare, inizia la vendita del Parma e inizia uno spettacolo indecente. Una pantomima che è persino difficile raccontare per quanto è confusa e complicata. Si susseguono presidenti, patron e cordate in ordine sparso. Unica costante dei 7 mesi autunno-invernali sono i debiti del Parma che lievitano di settimana in settimana.
Il Parma, a quanto pare, non era messo poi così bene. E nemmeno Ghirardi. Da Luglio non pagava gli stipendi (ai giocatori) e, secondo alcuni, anche da prima (alle altre maestranze che girano intorno ad una società di calcio). Ovviamente essendosi dimesso non ha più considerato il Parma un suo problema. Con buona pace dei tifosi. Saltano fuori i numeri esorbitanti dei tesserati del Parma e inizia ad insinuarsi il sospetto – preciso che per me rimane sospetto non avendo nessuna prova fisica – che forse i soldi per la stagione 2014/15 Ghirardi non li avesse, che le compravendite di giocatori servissero ad altro e che insomma la polemica sia servita da pagliuzza nell'occhio per sviare le attenzioni dalla trave.
Però i conti giusti nessuno li sa. Chi li sapeva (presumo Ghirardi, in qualità di presidente, li sapesse) non li ha mai presentati esatti. Chi ha comprato il Parma da lui (l'albanese Taci e soci) è “scappato” senza comprarlo. No, non è un errore. Ad un certo punto non si sapeva chi avesse il Parma nonostante in tanti davano per cosa fatta da mesi la vendita. Quarto vabbè.
Arriviamo quindi a Marzo 2015. I giocatori non vedono soldi da Luglio, steward e giardinieri pure, la società Parma ha avuto 3 punti di penalizzazione e la strada spianata verso la serie B, il campionato è palesemente falsato. La Figc continua con la tattica dell'opussum, fingendosi morta per passare inosservata in modo da continuare a mantenere poltrone e contributi e solo le tv con il loro potere persuasivo (soldi e denunce) hanno fatto in modo che si smuovesse qualcosa. 
Al momento in cui scrivo la società Parma è vicinissima al fallimento, l'attuale presidente Manenti ha promesso soldi e solidità societaria senza però mantenere nulla e il 19 Marzo si dovrebbe avere una parola “definitiva” su questa triste e svilente vicenda.
Personalmente io mi auguro quello che si augura anche il giornalista Fabio Caressa (http://video.sky.it/sport/calcio-italiano/caos_parma_il_commento_di_fabio_caressa/v233135.vid): che qualcuno, se non tutti i colpevoli vadano in galera o almeno paghino per quello che hanno fatto. E non solo all'interno della società Parma ma in tutto il sistema calcio. Perchè non deve essere possibile iscrivere una squadra al massimo campionato dello sport più seguito e pagato d'Italia, senza che abbia una dirigenza e i conti
in ordine. Non deve essere possibile falsare il campionato senza che nessuna dica niente o peggio non si accorga di niente.
Mi auguro anche che qualcuno salvi il Parma (o riparta da 0 dalla serie B) e ridia la giusta dignità alla società. E lo auguro soprattutto ai tifosi che non meritano uno spettacolo indecente del genere, noi del Toro ci siamo passati e sappiamo cosa vuol dire.
Un'ultima cosa: dove sono le mie scuse? Già, proprio il titolo del post di oggi. Perchè si è visto come il Toro non fosse il responsabile di un complotto ai danni del Parma e quindi tutti gli insulti presi sono stati fatti a vuoto. Ingiustamente. E a noi potete dirci tutto ma non di essere come la Juve.
Quindi forza, dove sono le mie scuse?

F.G.

lunedì 16 marzo 2015

Va beh..ma anche stavolta SI PUO' FARE!!


Dai su non mi dite che non ve lo sareste aspettato!!
Ce l’aspettavamo tutti questa sconfitta contro la Lazio, un po’ era nell'aria, un po’ ragionando con la logica tutti sapevamo che in campo non avremmo potuto vedere i giocatori migliori, per poterli far riposare (e soprattutto per preservarli da eventuali infortuni) in vista di quello che ci aspetta giovedì sera. Semmai, quasi quasi, per poco la sorpresa non ce la fanno le cosiddette seconde linee, che alla fine della fiera avrebbero meritato senza rubare nulla un pareggio, e che si ritrovano invece in mano una sconfitta sotto di due reti, fin troppo severa per quello che hanno fatto vedere in campo.
Basha gran ritorno e gran partita
Certo non è stato il solito buon calcio, ma bisogna dire che per tutto il primo tempo e parte del secondo, il Toro ha tenuto degnamente testa alla squadra terza in classifica, che non avendo coppe da giocare ha potuto mettere in campo il meglio del suo repertorio, ma che in molte parti del match è stata messa in difficoltà da un Toro rimaneggiato ma certo non allo sbaraglio.

Certamente ci son stati degli errori, ma Ventura ha fatto giocare una squadra praticamente inedita, quasi tutte le seconde linee, con a centrocampo un Basha che dopo un anno di assenza ritorna titolare, e fa la sua signora partita (poi nel secondo tempo ha pagato la fatica), ed una difesa con Jansson al centro, Gaston Silva terzino a sinistra e in attacco Amauri e Martinez.
La partita è stata giocata, abbiamo anche avuto delle occasioni per segnare, poi nel secondo tempo due distrazioni e la Lazio ci punisce con il suo uomo migliore, quel Felipe Anderson che quando mette il turbo non è certo facile da fermare.
Al massimo, se uno proprio volesse, si potrebbe sottolineare che il sontuoso mercato di gennaio del Presidentissimo Urbano, fa vedere i suoi golosi frutti proprio in queste circostanze, quando sarebbero stati utili quei due giocatori in più, con un minimo di esperienza e qualità, per poter aiutare Ventura e i suoi ad affrontare queste fasi di stagione così complicate, con una qualificazione ai quarti di Europa League molto impegnativa e un campionato che ora si sta facendo sempre più serio per le posizioni che vanno dalla metà classifica in su.

Urbano ci dice quanti soldi ha speso per il toro a gennaio
Ma non è tempo di perdersi in queste cose, almeno non ora, perché come i giorni che precedevano la trasferta di Bilbao, la testa è già da un’altra parte, è già rivolta a giovedì dove, questa volta a casa nostra, ci aspetterà un’impresa ancora più difficile.
Anche io questa sera ho fatto turn over, non sono andato al Toro Club, e vista la giornata piovosa me ne son stato al caldo per prepararmi a giovedì, dove finalmente ritornerò in Maratona dopo tanti anni, quando potevo ancora permettermi un abbonamento e son stato lì per due stagioni consecutive, ogni quindici giorni.
Sarà la solita emozione, con le farfalle nello stomaco non riuscirò a mangiare per la tensione che salirà vertiginosamente, e con la speranza di vivere un altro momento storico, qualcosa di speciale…ma basta ho già detto troppo e porta sfiga.
Non eravamo riusciti a trovare subito i biglietti, ma qualche giorno fa mia sorella è riuscita ad accaparrarsene tre, ci sarà quindi anche la Vane, e la pseudo-redazione de #ilbuoncalcio sarà quasi al completo, in prima linea a seguire una delle partite più importanti della stagione (con la speranza che ce ne siano ancora altre chissà). Ci tenevamo molto ad essere presenti, visto che lo eravamo alla prima partita dei preliminari, volevamo continuare questo cammino, nonostante le difficoltà.

Ventura spinge i suoi verso la vittoria
Sarà dura, durissima, loro sono indubbiamente più forti di noi, ma noi saremo in tanti giovedì a spingere la squadra, a buttare il cuore oltre quell’ostacolo che sembra davvero altissimo, ma che proveremo a scalare fino all’ultimo centimetro. Di miracoli e di cose impossibili fatte dal Toro, nella mia pur povera carriera di tifoso granata ne ho comunque già visti, quindi nulla è detto. L’importante è essere il Toro, quello che parte sempre svantaggiato nei pronostici ma poi dimostra di essere più vivo che mai, l’importante sarà dare tutto e poi vada come vada.
Ci si prepara per lo Zenit
Forza Toro e comunque vada sarà Buon Calcio.
Igor

P.s.

Metto la stessa foto di copertina che misi prima della partita in casa con l'Athletic…il SI PUO’ FARE!!! alla lunga ha portato bene quindi avanti così, ma non dimentichiamoci del Toro che si affila le corna.


venerdì 13 marzo 2015

Di Benassi, di voglia di rivalsa e del "Signore che odia i retropassaggi"

E’ sempre necessario far passare la nottata prima di scrivere qualcosa sul Toro, soprattutto dopo una sconfitta. Si evita in questo modo di scrivere sull’onda dell’arrabbiatura e della delusione, mentre la notte porta consiglio e aiuta ad analizzare pacatamente e con oggettività la situazione. Infatti questa mattina..ho UN GIRAMENTO DI PALLE CHE LEVATI!!!
Ma stiamo calmi..il buon calcio non contempla, né l’ira, né la perdita di lucidità sportiva.
Ieri il Toro Club Bra era strapieno in ogni ordine di posto, entusiasmo alle stelle, si erano addirittura tolti i tavolini per creare più posti a sedere onde conferire alla saletta l’effetto cinematografo. C’erano tutti i fedelissimi, non ne mancava proprio nessuno.

La calda atmosfera di San Pietroburgo
Ho capito fin da subito che per me sarebbe stata una serata difficile perché accanto mi si è seduto il “Signore che odia i retropassaggi”. Lo avevo notato fin dalla prima volta che misi piede al Toro Club e che iniziai a seguire le partite, il “Signore che odia i retropassaggi” è la persona più lamentosa del mondo, per tutti (ma proprio TUTTI) i 90 minuti di gioco, recupero compreso, è un continuo smoccolare <<Ma perché la passi dietro? E smettiamola di passarla indietro?? Ma siamo scemi a passarla sempre indietro???>> Insomma se ancora qualcuno di vuoi, cari amici del buon calcio non lo avesse capito, Lui (Il Signore che odia i retropassaggi) non vuole che si passi il pallone indietro, lui dice sempre <<Ma passala avanti, tirala lunga!!!>>. Il fatto che davanti magari non ci sia nessuno e che quindi “tirarla lunga”non abbia alcun senso logico, per Lui non ha importanza, bisogna lanciarla lunga. Se poi effettivamente un giocatore del Toro a caso, lancia il pallone finalmente in avanti e colui che dovrebbe riceverlo lo perde ecco che coerentemente sbotta <<Eh ma che passaggio del cazzo, potevi darla a quello vicino? Niente da fare siamo scarsi, siamo scarsi, ma dove vogliamo giocare in Uefa? Nemmeno all’oratorio si fanno simili sciocchezze>>.
Da una parte lo capisco, il buon calcio che fa del retropassaggio un’arte non è facile da amare, bisogna avere i cuori forti e ogni volta che il pallone finisce tra i piedi di Padelli, anche il sottoscritto trattiene il respiro per un attimo, ma considerando che giochiamo così da 4 anni, forse uno dovrebbe essersi abituato. Ebbene il “Signore che odia i retropassaggi” no, non si abituerà mai!!

Si parte il Toro cerca di contenere, lo Zenit si vede che è più forte ma c’è da dire che noi teniamo botta, nonostante il nostro centrocampo fatichi a creare delle occasioni e spesso sbagli qualche passaggio.
Quel simpatico pasticcione di Benassi
I problemi nascono nel momento in cui Benassi si fa ammonire per la seconda volta, e quindi conseguentemente espellere dal campo. Ora Marcolino, io ti parlo da fratello maggiore: lo so che sei capitato a fare il titolare in una squadra dove non è mica facile giocare, so anche che sei giovane e che l’inesperienza si paga, noto anche che hai una sfiga cosmica nel fare le cazzate, perché se le fanno gli altri magari riescono poi a metterci una toppa, mentre tu appena ne fai una succede l’armageddon, perdiamo il derby, prendiamo rigori da pirla o rimaniamo in 10 in una partita come quella di ieri. Ecco io capisco tutto, perché io preferisco che a sbagliare sia un ragazzo di 21 anni piuttosto che uno di 28 o 30 che magari in tutta la sua carriera non ha ancora imparato a fare uno stop (non so guarda Masiello e troverai conforto), e detesto quei tifosi del Toro che magari si riempiono la bocca di “politica dei giovani” e poi ti insultano quando tu (che giovane lo sei davvero) fai una cagata, ed anche in queste ore infatti ti sto difendendo. Ma a parte il risultato (che fa girare le balle ma va bene lo stesso), ti rendi conto che cosa mi hai fatto passare dal momento della tua espulsione in poi? Ti rendi conto cosa possa essere diventato il “Signore che odia i retropassaggi”, mio vicino di sedia, che già era tutto una lamentela fino a quel momento, subito dopo il tuo cartellino rosso? No non te lo puoi davvero immaginare, e spero che come punizione non ti diano multe, o non ti mettano in panchina, ma ti facciano semplicemente passare una domenica pomeriggio a caso, a guardare la partita in TV assieme a lui, e allora, solo a quel punto, capirai quello che sono stato costretto a vivere e diventerai il centrocampista migliore del mondo, memore di questa punizone.
Era incontenibile, sappi che per lui dovrebbero toglierti lo stipendio per un mese, pulendo i cessi della Sisport, e poi, forse, solo allora potrai ritornare in campo rigenerato e purificato dei tuoi peccati. Poi ha iniziato a smoccolare, che era colpa di Ventura che ti aveva messo in campo, e subito dopo sempre colpa di Ventura che ha tolto Martinez per mettere Vives “Ma no rimaniamo con un attaccante, dobbiamo fare gol, non dobbiamo chiuderci”. A niente sono valse le spiegazioni, anche un po’ scocciate del vicino all’altro capo della sedia, che cercava di fargli capire che senza un centrocampista, in 10, e contro lo Zenit a casa loro, giocare con due attaccanti e un mediano in meno potesse sembrare una cazzata…niente da fare Ventura era un cretino, il caso era chiuso.
Poi sono arrivati i due gol e insomma la situazione non è certo migliorata.
L'infinito Gazzi
Inutile parlare di questa partita, ormai è andata, ma non è certo finita qui. Usciti dal Toro Club c’era un po’ di smarrimento, di rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Ma la sensazione di fondo è che non siamo ancora morti, in parità numerica non ballavamo più di tanto e giovedì saremo a casa nostra, lo stadio sarà una bolgia, ci sarà voglia di riscatto, e voglia di giocarsela. Non può finire tutto qui, e comunque anche se dovesse finire il nostro cammino europeo, non può certo finire in questo modo.
Giochiamo con la Lazio senza altri pensieri, e poi buttiamoci in questa settimana che sarà comunque speciale, proviamoci e crediamoci, in fondo che cosa abbiamo da perdere? Ad agosto/settembre alcuni dicevano che eravamo in Europa League per grazia ricevuta, che sarebbe stato già un miracolo arrivare ai sedicesimi, che saremmo retrocessi quasi sicuramente, che il doppio impegno in campionato e coppa avrebbe penalizzato il nostro rendimento e messo a rischio la stagione. Ebbene siamo riusciti a smentire tutto questo, perché non provare a sovvertire anche una qualificazione che sembra persa.
Sara dura, durissima, ma si può fare, in altri tempi lo abbiamo già fatto.
E allora giovedì tutti insieme proviamo a fare una cosa impossibile, chi sarà allo stadio e chi invece sarà a casa, tutti a spingere, e tutti a crederci, non ci saranno Cairo, Ventura, o altre mille divisioni che tengano, ci sarà il Toro, e ci dovrà essere tutto il suo popolo che metterà da parte le sue contraddizioni e le sue incomprensioni, e spingerà questa squadra a dare tutto quello che hanno in corpo ed anche qualcosa di più. 
E sono certo che tra questi, ci sarà anche il “Signore che odia i retropassaggi” che smoccolerà e si lamenterà a più non posso, ma con lo stesso desiderio nel cuore, quello che abbiamo tutti noi.

Buon calcio e Forza Toro Sempre.

Igor.





mercoledì 11 marzo 2015

La Polemica Sportiva - I - Il VERO tifoso del Toro

Amici (e non) del buon calcio, bentornati con noi. Mentre siamo in trepidante attesa della partita di domani, per ingannare il tempo, un altro ideatore di questo blog che esalta le virtù del bel calcio granata è voluto uscire allo scoperto. Abbiamo voluto aggiungere un po' di pepe a quest'opera editoriale, e allora ecco che siamo lieti di presentare Federico Garabello, che saltuariamente si occuperà di curare una rubrica dedicata alla polemica (che è il sale della vita di ogni appassionato di calcio) a 360°. Ma polemica su cosa vi domanderete voi? Su TUTTO, polemica sul Toro, sul calcio...sul mondo in generale. E allora lasciamo la parola ad uno che si intende della materia, polemizzando da anni su qualsiasi argomento, e conseguendo la meritata laurea honoris causa in "Polemicologia e Trollaggio".
Ha quindi oggi inizio la rubrica "La Polemica Sportiva" e questa è la prima puntata...sperando non sia l'ultima.
Buona lettura.




La Polemica Sportiva

I – Il VERO tifoso del Toro

Salve.
Mi presento, sono il VERO tifoso del Toro. Come? Anche voi tifate Toro? Naaah, non abbastanza amici miei, non nel modo giusto.
Io lo faccio nel modo giusto. Perchè io sono il VERO tifoso del Toro.
Io amo il Toro, io respiro il Toro, io vivo di Toro, io mangio il Toro e lo condisco con la polemica.
Il mio amore per il Toro è così grande e così avanti che fa il giro e sembra che non lo ami per niente.
Io sono il VERO tifoso del Toro che soffre da almeno 70 anni. Anche se di anni ne hai 10, 20, 30 sono comunque almeno 70 anni di sofferenza. Come inizi ad essere il VERO tifoso del Toro ti vengono addebitati 70 anni di sofferenze mentali e fisiche, di rigori sbagliati, di traverse che tremano ancora, di espulsioni ingiuste, di prese per il culo cosmiche.
Io sono il VERO tifoso del Toro, colui che si contraddice di settimana in settimana a seconda del risultato e delle dichiarazioni alla stampa. Posso amare un giocatore la domenica ed odiarlo con tutto me stesso il lunedì. Poi al giovedì lo amo di nuovo se mi fa passare il turno.
Io sono il VERO tifoso del Toro che va a Superga, si emoziona e, già che è lì, contesta la squadra.
Io sono il VERO tifoso del Toro che ripulisce il Filadelfia e poi sfila per la città, con onore e dignità. Poi vedo il sindaco gobbo e lo insulto.
Io sono il VERO tifoso del Toro che rimpiange tutto. Rimpiango TUTTI gli allenatori passati: Novellino, Camolese, Bearzot, Rocco, Sonetti, Mondonico. Di Mondonico rimpiango anche la sedia.
Rimpiango Amsterdam, rimpiango Madrid e, mi porto avanti, rimpiango Bilbao e San Pietroburgo.
Rimpiango anche TUTTI i giocatori passati: Cravero, Policano, Annoni (sindaco), Graziani, Pulici, Meroni, Ferrini, Vieri (Lido), Nunziata, ecc.
Rimpiango i presidenti passati: Pianelli, Goveani, Schoenbrod, Calleri, Romero.
Rimpiango il logo che non c'è più, lo stadio che non c'è più, i campioni che non ci sono più, i tifosi che non ci sono più, i due punti che non ci sono più, il colore granata che c'è ancora ma non è quello di una volta.
Io sono il VERO tifoso del Toro, quello che vorrebbe avere quello che hanno gli altri, un presidente come Ghirardi prima e come Ferrero (quello dei film) adesso, perché quello che ha, qualunque cosa sia, gli fa schifo.
Sui social hashtaggo tutto con un “vattene” finale: #cairovattene #venturavattene #cercivattene #moglievattene #odorediagliovattene #verotifosodeltorovattene.
Io sono il VERO tifoso del Toro, quello che parla del Toro ed è SEMPRE arrabbiato. Sono arrabbiato se perde ma anche se vince. Perchè deve vincere come dico io. Deve vincere facendo gol con TUTTI i giocatori titolari e contemporaneamente la Juve deve perdere malamente, le squadre mie nemiche (TUTTE) devono perdere o pareggiare ed i giocatori ex-toro devono infortunarsi.
Altro non è ammissibile. Se il mio portiere fa ottime parate, io sono arrabbiato con la mia difesa. Se la mia difesa non fa fare nessun tiro agli avversari, io mi arrabbio con l'attacco che non ha segnato 6-7 reti. In ogni caso io mi arrabbio con l'allenatore, il presidente ed il direttore sportivo. Perchè anche loro non sono dei VERI tifosi del Toro.
Se non sei un VERO tifoso del Toro non puoi allenare, dirigere, comprare, gestire, parlare, fare lettera o testamento il Toro. Mi dispiace ma è così.
E' scritto a Superga, in piccolo, da qualche parte.

VtdT


- Dedicato alle migliaia di tifosi del Toro che hanno migliaia di idee diverse su tutto ciò che riguarda la squadra con la tifoseria migliore del Mondo. Il cuore è sempre granata per TUTTI.

lunedì 9 marzo 2015

Fra pretattica e mollezza il buon calcio va in vacanza

Sarebbe dovuta arrivare un giorno o l'altro, e a questo punto meglio ora che magari in ben altri e più decisivi momenti. Tuttavia, dopo 12 risultati utili consecutivi in campionato, ecco che contro l'Udinese è arrivata la sconfitta del Toro, dopo l'ultima subita con il gol di Andrea Pirlo nel derby (sigh!).

Cairo quantifica quanto sarà l'aumento di stipendio di Darmian
Dopo la vittoria con il Napoli tutti si sono accorti di noi, non c'è stato programma sportivo o tg che non abbia lodato il buon calcio (copioni noi lo facevamo da settimane), i nostri giocatori sembravano cercati dalle migliori squadre del mondo, e si è quindi trascorso la settimana a bullarci tutti quanti su quanto siamo fighi, e soprattutto su quanti soldi si sarebbe fatto il buon Urbano Cairo quest'estate, vendendo i tre quarti della nostra difesa titolare.
Ma alla fine, per fortuna, si ritorna alla realtà e soprattutto si ritorna in campo, e allora tutti i discorsi diventano fuffa perchè nessuna partita è facile. Io a dirvi la verità un po' me lo aspettavo, solitamente il Toro prima di una partita di coppa gioca sotto tono in campionato, era già accaduto contro il Cagliari ma per lo meno era arrivato il pareggio.
Ieri invece no, anche perchè il Toro ha deciso di prendersi 45 minuti di vacanza, praticamente non giocando il primo tempo e lasciando l'iniziativa costantemente ai friulani.

Villas Boas perplesso dal buon calcio
Dicevo che me lo aspettavo, perchè era un po' nell'aria quella sensazione che in questa settimana di recupero dopo il forcing campionato/sedicesimi di EL, si fosse vissuti forse un po' troppo sull'euforia dei bei risultati raggiunti, e che quindi lo scivolone potesse essere dietro l'angolo.
In tribuna al Friuli vi era anche uno spettatore d'eccezione, quel Villas Boas allenatore dello Zenit, prossimo avversario che incontreremo giovedì in quel di San Pietroburgo, e lì forse nelle menti dei giocatori granata è scattata la pretattica: <<giusto mostrare al Mister portoghese il nostro buon calcio che tutto il mondo ormai ci invidia, avvantaggiando le sue contromosse>>? - <<Certo che no!!>> - si
saranno detti tutti in coro, e infatti il Toro entra in campo con la vivacità di un bradipo, zero corsa, passaggi da fermo spesso errati e iniziativa lasciata sempre nei piedi dei giocatori dell'Udinese. E naturalmente i bianconeri ne approfittano cercano di darci dentro a più non posso, ma risultano spesso inconcludenti. E infatti nonostante la pochezza per non dire il nulla assoluto che stava producendo il Toro, Farnerud si trova libero palla al piede sulla sinistra, fa partire un cross senza troppe pretese, e Quagliarella libero insacca di testa. Incredibile, si passa in vantaggio senza praticamente volerlo.

La festa tuttavia dura poco, perchè il Toro per di più rinfrancato di essere avanti col minimo (se non nullo) sforzo, continua a gigioneggiare e nell'arco di un minuto Di Natale si trova il pallone tra i piedi, si gira e infila un tiro angolato e preciso per il
quale Padelli non può nulla.
A quel punto l'Udinese inizia a fare davvero sul serio, i granata continuano a non reagire, lenti, svogliati e macchinosi, e i bianconeri ne approfittano e in pochi minuti riescono a guadagnare un corner che sul suo sviluppo produce l'azione del 2-1 grazie ad un autogol di Molinaro che devia un colpo di testa di Kone.

Ventura chi invita pacato i suoi giocatori a svegliarsi
A quel punto il Toro (con calma eh!?) inizia piano piano a svegliarsi, anche grazie ai pacati gestacci che Ventura rivolge verso i suoi giocatori dalla panchina, ed ecco che pochi minuti dopo su una palla persa da Pasquale, Quagliarella tenta la botta, l'estremo difensore ribatte, Maxi Lopez si avventa sulla sfera ma viene anticipato da Wague che mette in angolo.
Cinque minuti dopo è ancora Lopez che sfiora la rete, da un assist perfetto di Gazzi, l'argentino si libera e lascia partire un tiro che però finisce clamorosamente a lato con il portiere ormai battuto.
La partita continua ad essere brutta, a cinque minuti dalla fine ancora Quagliarella (il migliore dei nostri) sfiora il pareggio, inventando un tiro al volo che sbatte contro il palo e che Maxi Lopez ancora una volta non riesce a ribattere in rete.

Nel secondo tempo, probabilmente grazie ad una sfuriata del Mister, entra ufficialmente in campo il Toro, l'atteggiamento è completamente diverso e questa volta sembrano i granata di sempre, con la voglia di recuperare e mantenere l'iniziativa del gioco. Nonostante tutto però è nuovamente l'Udinese a segnare, ancora sugli sviluppi di un corner con Glik (davvero sottotono pure lui) che si perde Gabriel Silva che di testa supera Padelli.
A questo punto però il Toro c'è e prova il tutto per tutto per recuperare il risultato, entra El Kaddouri, Maxi Lopez liberato da Bovo sfiora il secondo gol granata, salvato di piede dal portiere friulano. Successivamente entra anche Benassi, che dopo essersi fatto ammonire appena 20 secondi dall'entrata in campo si ritrova libero al tiro approfittando di una corta respinta, la palla viene deviata ed entra in porta. Si passano momenti di panico, quando il guardalinee alza la bandierina in disaccordo con la decisione di Rizzoli di convalidare il gol, son momenti concitati il direttore di gara parla con l'assistente e lo convince a rimettere la bandierina a posto con buona pace di tutti.
Il Toro ora fa il Toro e gioca come sa, spinge senza disunirsi, ha anche altre occasioni per pareggiare (una rovesciata di Amauri e un tiro fuori di un soffio di Molinaro) ma niente da fare, il pallone stavolta non entra e i granata escono a mani vuote.

Quel che fa rabbia è che a parte la sconfitta, e la partita non bella, se il Toro avesse giocato come nel secondo tempo anche durante i primi 45 minuti, questo incontro lo si portava a casa probabilmente addirittura con una vittoria. Invece l'atteggiamento rinunciatario, e alle volte un po' presuntuoso dei giocatori ha creato questo stop, che non fa di certo piacere, ma che può essere da lezione per rimettere subito la testa a posto per giovedì, dove non si potrà scherzare e dove ci si giocherà un altro pezzo di stagione.

Ora Villas Boas sarà tornato a casa con le idee confuse, senza aver potuto ammirare la filosofia del buon calcio. Sarà meglio mostrargliela giovedì sera, dove non si potrà più scherzare e dove tutti dovranno tornare al massimo della concentrazione.

E allora sì che potrà tornare ad essere buon calcio.

Forza Toro Sempre.

Igor



lunedì 2 marzo 2015

Doppia libidine: è facile basta un Glik

Non ci si ferma più!!!
Oramai il buon calcio sta diventando un'abitudine, un modo di essere e di vivere per ogni tifoso del Toro che si rispetti.
Dopo la sbornia di Bilbao, i giorni che hanno separato la grande impresa dalla partita col Napoli, il tifoso del Toro l'ha trascorsa acquistando quotidiani (che magari si rifiutava di leggere da anni) per verificare che tutto quello che aveva visto la sera prima fosse vero e non i frutti di una notte di sogni di gloria dovuti al ripresentarsi della peperonata mangiata a cena, ha girato in casa e per strada con la sciarpa o la maglia che indossava la sera dei sedicesimi, alcuni utilizzandola come nuovo pigiama, magari tra le occhiatacce del o della propria partner che si trovava a vivere con un ultrà che girava per la casa, è andato a lavorare bullandosi a destra e a manca con colleghi e compagni di lavoro declamando le regole e i dettami del buon calcio, oppure è andato a scuola questa volta senza alcun timore reverenziale, mostrando magari dita medie al proprio compagno di banco gobbo che non avrebbe potuto fare le solite scontate battute di bassa lega. Chi era al San Mamès, ha raccontato a tutti l'esperienza come di un viaggio eroico che si porterà nel cuore tutta la vita e chi invece era stato a casa aveva ancora negli occhi una notte insonne, ma finalmente dovuta all'adrenalina che crea una vittoria storica. Molti si son sentiti fare i complimenti da tanti amici tifosi di altre squadre (gobbi compresi) e pensate i telegiornali si sono addirittura accorti che il Toro giocava l'Europa League.

L'atmosfera che quindi regnava ieri sera al Toro Club Bra, era ancora in preda all'allegria post-coppa, e la sala era più piena del solito, perchè come si sa l'entusiasmo crea entusiasmo. Tuttavia, nonostante non ci fosse la solita tensione pre partita, si era pronti a vedere una incontro difficile, probabilmente non bello, e nel cuore del tifoso vi era l'eventualità che la squadra avrebbe pagato il grande sforzo di giovedì, e che l'adrenalina provata in questi giorni avrebbe potuto fiaccare le gambe dei granata, inficiandone quindi il buon gioco e di conseguenza il risultato.
Ma ormai i ragazzi di Ventura, ogni volta si pensi che abbiano raggiunto il loro limite massimo, loro ti smentiscono, superandosi di nuovo e tirando fuori energie che nessuno si sarebbe mai aspettato anche solo un mese fa.

E infatti fin dai primi minuti, non sembra affatto di giocare contro il Napoli terzo in classifica, i granata spingono subito sull'acceleratore, e già al terzo minuto Bruno Peres si invola sulla fascia e mette al centro per Martinez solo davanti al portiere che però spara alto. Nella sala video del Toro Club partono commenti di disappunto, ora naturalmente si pretende subito di vedere il buon calcio ed essendo diventati di palato fine certi errori vengono evidenziati immediatamente. 
Ma il Toro continua a far girare la palla alla grande, il Napoli si chiude in difesa e crea pochi grattacapi, al 10° minuto Quagliarella calcia in porta in rovesciata ma l'azione è fermata dal fischio del Signor Irrati, che per farci sentire di nuovo in Italia, abituati ormai come siamo, a farci arbitrare da direttori di gara stranieri, ha condotto una partita fischiando scandalosamente e dando cartellini gialli a caso per tutti e 90 i minuti, naturalmente quasi sempre ai danni dei giocatori del Toro, ma va beh (il buon calcio è superiore anche agli arbitraggi di scarsa qualità)!!
Passano appena 3 minuti e questa volta è El Kaddouri (sempre più importanti le sue prestazioni) che si mangia un'occasionissima producendo un tiro sbilenco da ottima posizione.
Le due squadre si affrontano a viso aperto anche se è il Toro ad essere più incisivo e più coraggioso, mentre i partenopei, che si stanno giocando dei punti importanti in ottica secondo posto, sono molto più attendisti e meno pericolosi.

Si chiude la prima frazione, tra di noi c'è soddisfazione, fiducia ma anche un poco di preoccupazione soprattutto sulla tenuta fisica della squadra che ha speso molto nei primi 45 minuti.
Koulibaly affranto perchè non ha le basi del buon calcio
Inizia la ripresa e il Napoli cerca di farci paura, prima con un cross di Hamsik che Padelli deve allontanare di pugno, e poi un minuto dopo con una botta di Higuain che ancora una volta Padellone respinge. E' un Napoli molto più intraprendente di quello del primo tempo, spinge molto di più ma i granata riescono sempre a liberare l'area pur se alle volte con qualche affanno. Al 20° ecco che i napoletani protestano per un presunto fallo di mano di Moretti, che tuttavia viene giudicato involontario visto che il buon Emiliano entra in scivolata, tocca il pallone con il piede e poi successivamente questo rotola verso il braccio. La sala del Toro Club, vedendo le proteste dei giocatori napoletani, inneggia con parole forti a non dare fastidio e continuare il regolare svolgimento del giuoco invitando Benitez e compagni ad andare in luoghi che ben tutti conosciamo.
Due minuti dopo ecco la svolta, la palla finisce tra i piedi di Koulibaly, che sapendo di giocare con il Toro di Ventura, vuol mostrare quanto sia bravo anche lui nei retropassaggi, ma tira una cannonata senza senso in corner, mostrando una doppia ingenuità: intanto perchè non puoi pensare di fare un retropassaggio così di punto in bianco, senza avere le giuste conoscenze del buon calcio, e per di più regalando al Toro un corner che come tutti sanno, è ormai una delle specialità della casa
dei granata  che ormai piacciono a grandi e piccini.
E infatti tutta la squadra sale, e naturalmente arriva anche il testone del nostro Capitano Glik (specialista del genere) e quando Farnerud fa partire il cross sul primo palo, lui viene dimenticato da tutti e incorna ad incrociare mettendola nel sacco a quelli del Napoli.
Siamo davanti, forse nel momento peggiore della partita, mancano ancora una ventina di minuti ed ora il Napoli si riverserà all'attacco. I granata resistono, con l'andare del tempo inizia a manifestarsi la stanchezza, ma tutti si aiutano, nel frattempo con l'entrata in campo di Maxi Lopez anche l'argentino dà una grossa mano tenendo palla, aiutando la difesa e prendendo botte.

Il Napoli ci prova, Padelli anticipa di testa Higuain lanciato solo verso l'area, la nostra difesa soffre ma non crolla. Al 34° l'arbitro si inventa letteralmente un fallo di Quagliarella, e regala una punizione dal limite. Gabbiadini calcia, Padelli sarebbe battuto ma il pallone sbatte sul palo, e proprio come a Bilbao il palo diventa nostro amico e non nostro acerrimo nemico.
Pochi minuti dopo è il Toro che si rende pericoloso e può usufruire di una punizione grazie ad un'incursione di El Kaddouri che viene atterrato al limite dell'area. Questa volta batte Bovo ed è il portiere partenopeo a fare il miracolo e sventare il raddoppio.
Il Napoli le tenta tutte, il Toro barcolla ma non molla di un centimetro, ancora Gabbiadini nel recupero prova la botta da fuori area che fa la barba al palo. Nulla servirà l'ulteriore minuto di recupero concesso da Irrati (oltre ai 4 già concessi) per le sostituzioni di El Kaddouri per Basha e Quagliarella per Amauri, e arriva il triplice fischio portando a casa un'altra impresa.

GPV irride piacione anche Benitez
Dodicesimo risultato utile (quattordicesimo se si contano le partite di Europa League), squadra che ancora una volta stupisce per forza, mentalità e temperamento, nonostante la fatica di queste settimane, altra grande squadra (dopo l'Inter certamente non superiore a questo Napoli) battuta dai granata, ed ora non è vietato sognare nulla, anche se come al solito lo si fa ma non lo si dice.

Tutti felici al Toro Club, si commenta come se ormai per noi fosse una cosa normale vincere partite cosi, quando magari un mese fa ci paragonavamo ad una squadra di bassa serie B, ma chi se ne frega, ad ogni partita si è sempre più orgogliosi di questo gruppo e di questi ragazzi.

Avanti così, sempre con questo spirito e con questa fierezza.

Buon calcio a tutti.

Forza Toro Sempre.

Igor