venerdì 13 marzo 2015

Di Benassi, di voglia di rivalsa e del "Signore che odia i retropassaggi"

E’ sempre necessario far passare la nottata prima di scrivere qualcosa sul Toro, soprattutto dopo una sconfitta. Si evita in questo modo di scrivere sull’onda dell’arrabbiatura e della delusione, mentre la notte porta consiglio e aiuta ad analizzare pacatamente e con oggettività la situazione. Infatti questa mattina..ho UN GIRAMENTO DI PALLE CHE LEVATI!!!
Ma stiamo calmi..il buon calcio non contempla, né l’ira, né la perdita di lucidità sportiva.
Ieri il Toro Club Bra era strapieno in ogni ordine di posto, entusiasmo alle stelle, si erano addirittura tolti i tavolini per creare più posti a sedere onde conferire alla saletta l’effetto cinematografo. C’erano tutti i fedelissimi, non ne mancava proprio nessuno.

La calda atmosfera di San Pietroburgo
Ho capito fin da subito che per me sarebbe stata una serata difficile perché accanto mi si è seduto il “Signore che odia i retropassaggi”. Lo avevo notato fin dalla prima volta che misi piede al Toro Club e che iniziai a seguire le partite, il “Signore che odia i retropassaggi” è la persona più lamentosa del mondo, per tutti (ma proprio TUTTI) i 90 minuti di gioco, recupero compreso, è un continuo smoccolare <<Ma perché la passi dietro? E smettiamola di passarla indietro?? Ma siamo scemi a passarla sempre indietro???>> Insomma se ancora qualcuno di vuoi, cari amici del buon calcio non lo avesse capito, Lui (Il Signore che odia i retropassaggi) non vuole che si passi il pallone indietro, lui dice sempre <<Ma passala avanti, tirala lunga!!!>>. Il fatto che davanti magari non ci sia nessuno e che quindi “tirarla lunga”non abbia alcun senso logico, per Lui non ha importanza, bisogna lanciarla lunga. Se poi effettivamente un giocatore del Toro a caso, lancia il pallone finalmente in avanti e colui che dovrebbe riceverlo lo perde ecco che coerentemente sbotta <<Eh ma che passaggio del cazzo, potevi darla a quello vicino? Niente da fare siamo scarsi, siamo scarsi, ma dove vogliamo giocare in Uefa? Nemmeno all’oratorio si fanno simili sciocchezze>>.
Da una parte lo capisco, il buon calcio che fa del retropassaggio un’arte non è facile da amare, bisogna avere i cuori forti e ogni volta che il pallone finisce tra i piedi di Padelli, anche il sottoscritto trattiene il respiro per un attimo, ma considerando che giochiamo così da 4 anni, forse uno dovrebbe essersi abituato. Ebbene il “Signore che odia i retropassaggi” no, non si abituerà mai!!

Si parte il Toro cerca di contenere, lo Zenit si vede che è più forte ma c’è da dire che noi teniamo botta, nonostante il nostro centrocampo fatichi a creare delle occasioni e spesso sbagli qualche passaggio.
Quel simpatico pasticcione di Benassi
I problemi nascono nel momento in cui Benassi si fa ammonire per la seconda volta, e quindi conseguentemente espellere dal campo. Ora Marcolino, io ti parlo da fratello maggiore: lo so che sei capitato a fare il titolare in una squadra dove non è mica facile giocare, so anche che sei giovane e che l’inesperienza si paga, noto anche che hai una sfiga cosmica nel fare le cazzate, perché se le fanno gli altri magari riescono poi a metterci una toppa, mentre tu appena ne fai una succede l’armageddon, perdiamo il derby, prendiamo rigori da pirla o rimaniamo in 10 in una partita come quella di ieri. Ecco io capisco tutto, perché io preferisco che a sbagliare sia un ragazzo di 21 anni piuttosto che uno di 28 o 30 che magari in tutta la sua carriera non ha ancora imparato a fare uno stop (non so guarda Masiello e troverai conforto), e detesto quei tifosi del Toro che magari si riempiono la bocca di “politica dei giovani” e poi ti insultano quando tu (che giovane lo sei davvero) fai una cagata, ed anche in queste ore infatti ti sto difendendo. Ma a parte il risultato (che fa girare le balle ma va bene lo stesso), ti rendi conto che cosa mi hai fatto passare dal momento della tua espulsione in poi? Ti rendi conto cosa possa essere diventato il “Signore che odia i retropassaggi”, mio vicino di sedia, che già era tutto una lamentela fino a quel momento, subito dopo il tuo cartellino rosso? No non te lo puoi davvero immaginare, e spero che come punizione non ti diano multe, o non ti mettano in panchina, ma ti facciano semplicemente passare una domenica pomeriggio a caso, a guardare la partita in TV assieme a lui, e allora, solo a quel punto, capirai quello che sono stato costretto a vivere e diventerai il centrocampista migliore del mondo, memore di questa punizone.
Era incontenibile, sappi che per lui dovrebbero toglierti lo stipendio per un mese, pulendo i cessi della Sisport, e poi, forse, solo allora potrai ritornare in campo rigenerato e purificato dei tuoi peccati. Poi ha iniziato a smoccolare, che era colpa di Ventura che ti aveva messo in campo, e subito dopo sempre colpa di Ventura che ha tolto Martinez per mettere Vives “Ma no rimaniamo con un attaccante, dobbiamo fare gol, non dobbiamo chiuderci”. A niente sono valse le spiegazioni, anche un po’ scocciate del vicino all’altro capo della sedia, che cercava di fargli capire che senza un centrocampista, in 10, e contro lo Zenit a casa loro, giocare con due attaccanti e un mediano in meno potesse sembrare una cazzata…niente da fare Ventura era un cretino, il caso era chiuso.
Poi sono arrivati i due gol e insomma la situazione non è certo migliorata.
L'infinito Gazzi
Inutile parlare di questa partita, ormai è andata, ma non è certo finita qui. Usciti dal Toro Club c’era un po’ di smarrimento, di rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Ma la sensazione di fondo è che non siamo ancora morti, in parità numerica non ballavamo più di tanto e giovedì saremo a casa nostra, lo stadio sarà una bolgia, ci sarà voglia di riscatto, e voglia di giocarsela. Non può finire tutto qui, e comunque anche se dovesse finire il nostro cammino europeo, non può certo finire in questo modo.
Giochiamo con la Lazio senza altri pensieri, e poi buttiamoci in questa settimana che sarà comunque speciale, proviamoci e crediamoci, in fondo che cosa abbiamo da perdere? Ad agosto/settembre alcuni dicevano che eravamo in Europa League per grazia ricevuta, che sarebbe stato già un miracolo arrivare ai sedicesimi, che saremmo retrocessi quasi sicuramente, che il doppio impegno in campionato e coppa avrebbe penalizzato il nostro rendimento e messo a rischio la stagione. Ebbene siamo riusciti a smentire tutto questo, perché non provare a sovvertire anche una qualificazione che sembra persa.
Sara dura, durissima, ma si può fare, in altri tempi lo abbiamo già fatto.
E allora giovedì tutti insieme proviamo a fare una cosa impossibile, chi sarà allo stadio e chi invece sarà a casa, tutti a spingere, e tutti a crederci, non ci saranno Cairo, Ventura, o altre mille divisioni che tengano, ci sarà il Toro, e ci dovrà essere tutto il suo popolo che metterà da parte le sue contraddizioni e le sue incomprensioni, e spingerà questa squadra a dare tutto quello che hanno in corpo ed anche qualcosa di più. 
E sono certo che tra questi, ci sarà anche il “Signore che odia i retropassaggi” che smoccolerà e si lamenterà a più non posso, ma con lo stesso desiderio nel cuore, quello che abbiamo tutti noi.

Buon calcio e Forza Toro Sempre.

Igor.





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