E’ sempre necessario far
passare la nottata prima di scrivere qualcosa sul Toro, soprattutto dopo una
sconfitta. Si evita in questo modo di scrivere sull’onda dell’arrabbiatura e
della delusione, mentre la notte porta consiglio e aiuta ad analizzare pacatamente
e con oggettività la situazione. Infatti questa mattina..ho UN GIRAMENTO DI
PALLE CHE LEVATI!!!
Ma stiamo calmi..il buon
calcio non contempla, né l’ira, né la perdita di lucidità sportiva.
Ieri il Toro Club Bra era
strapieno in ogni ordine di posto, entusiasmo alle stelle, si erano addirittura
tolti i tavolini per creare più posti a sedere onde conferire alla saletta l’effetto
cinematografo. C’erano tutti i fedelissimi, non ne mancava proprio nessuno.
La calda atmosfera di San Pietroburgo |
Ho capito fin da subito che
per me sarebbe stata una serata difficile perché accanto mi si è seduto il “Signore
che odia i retropassaggi”. Lo avevo notato fin dalla prima volta che misi piede
al Toro Club e che iniziai a seguire le partite, il “Signore che odia i
retropassaggi” è la persona più lamentosa del mondo, per tutti (ma proprio
TUTTI) i 90 minuti di gioco, recupero compreso, è un continuo smoccolare <<Ma perché la passi dietro? E smettiamola
di passarla indietro?? Ma siamo scemi a passarla sempre indietro???>> Insomma
se ancora qualcuno di vuoi, cari amici del buon calcio non lo avesse capito, Lui
(Il Signore che odia i retropassaggi) non vuole che si passi il pallone
indietro, lui dice sempre <<Ma passala
avanti, tirala lunga!!!>>. Il fatto che davanti magari non ci sia nessuno e che
quindi “tirarla lunga”non abbia alcun senso logico, per Lui non ha importanza,
bisogna lanciarla lunga. Se poi effettivamente un giocatore del Toro a caso,
lancia il pallone finalmente in avanti e colui che dovrebbe riceverlo lo perde
ecco che coerentemente sbotta <<Eh ma che
passaggio del cazzo, potevi darla a quello vicino? Niente da fare siamo scarsi,
siamo scarsi, ma dove vogliamo giocare in Uefa? Nemmeno all’oratorio si fanno
simili sciocchezze>>.
Da una parte lo capisco, il buon calcio che fa del retropassaggio un’arte non è facile da amare, bisogna
avere i cuori forti e ogni volta che il pallone finisce tra i piedi di Padelli,
anche il sottoscritto trattiene il respiro per un attimo, ma considerando che
giochiamo così da 4 anni, forse uno dovrebbe essersi abituato. Ebbene il “Signore
che odia i retropassaggi” no, non si abituerà mai!!
Si parte il Toro cerca di contenere,
lo Zenit si vede che è più forte ma c’è da dire che noi teniamo botta,
nonostante il nostro centrocampo fatichi a creare delle occasioni e spesso
sbagli qualche passaggio.
Quel simpatico pasticcione di Benassi |
Era incontenibile, sappi che
per lui dovrebbero toglierti lo stipendio per un mese, pulendo i cessi della
Sisport, e poi, forse, solo allora potrai ritornare in campo rigenerato e
purificato dei tuoi peccati. Poi ha iniziato a smoccolare, che era colpa di
Ventura che ti aveva messo in campo, e subito dopo sempre colpa di Ventura che
ha tolto Martinez per mettere Vives “Ma
no rimaniamo con un attaccante, dobbiamo fare gol, non dobbiamo chiuderci”. A
niente sono valse le spiegazioni, anche un po’ scocciate del vicino all’altro
capo della sedia, che cercava di fargli capire che senza un centrocampista, in
10, e contro lo Zenit a casa loro, giocare con due attaccanti e un mediano in
meno potesse sembrare una cazzata…niente da fare Ventura era un cretino, il
caso era chiuso.
Poi sono arrivati i due gol e insomma
la situazione non è certo migliorata.
L'infinito Gazzi |
Inutile parlare di questa
partita, ormai è andata, ma non è certo finita qui. Usciti dal Toro Club c’era
un po’ di smarrimento, di rammarico per quello che poteva essere e non è stato.
Ma la sensazione di fondo è che non siamo ancora morti, in parità numerica non
ballavamo più di tanto e giovedì saremo a casa nostra, lo stadio sarà una
bolgia, ci sarà voglia di riscatto, e voglia di giocarsela. Non può finire
tutto qui, e comunque anche se dovesse finire il nostro cammino europeo, non
può certo finire in questo modo.
Giochiamo con la Lazio senza
altri pensieri, e poi buttiamoci in questa settimana che sarà comunque
speciale, proviamoci e crediamoci, in fondo che cosa abbiamo da perdere? Ad
agosto/settembre alcuni dicevano che eravamo in Europa League per grazia
ricevuta, che sarebbe stato già un miracolo arrivare ai sedicesimi, che saremmo
retrocessi quasi sicuramente, che il doppio impegno in campionato e coppa
avrebbe penalizzato il nostro rendimento e messo a rischio la stagione. Ebbene
siamo riusciti a smentire tutto questo, perché non provare a sovvertire anche
una qualificazione che sembra persa.
Sara dura, durissima, ma si
può fare, in altri tempi lo abbiamo già fatto.
E allora giovedì tutti insieme
proviamo a fare una cosa impossibile, chi sarà allo stadio e chi invece sarà a
casa, tutti a spingere, e tutti a crederci, non ci saranno Cairo, Ventura, o
altre mille divisioni che tengano, ci sarà il Toro, e ci dovrà essere tutto il
suo popolo che metterà da parte le sue contraddizioni e le sue incomprensioni,
e spingerà questa squadra a dare tutto quello che hanno in corpo ed anche
qualcosa di più.
E sono certo che tra questi, ci sarà anche il “Signore che
odia i retropassaggi” che smoccolerà e si lamenterà a più non posso, ma con lo
stesso desiderio nel cuore, quello che abbiamo tutti noi.
Buon calcio e Forza Toro Sempre.
Igor.
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