domenica 22 marzo 2015

Ha vinto il Toro!!

Alla fine abbiamo vinto noi!! Sì alla fine giovedì sera il Toro ha vinto!!
No non sono impazzito. Nonostante abbia avuto bisogno di un po’ di giorni per scrivere questo pezzo (impegni improrogabili mi hanno tenuto impegnato tutta la settimana), e nonostante giovedì fossi anche io allo stadio insieme ad altre 26 mila persone ad urlare, soffrire, cantare e sbuffare per il Toro, e abbia quindi avuto tutto il tempo per somatizzare ciò che è accaduto e per vedere e rivedere quella partita, lo posso confermare ancora una volta, giovedì sera il Toro ha vinto, abbiamo vinto noi.

Non è un commento auto-consolatorio del solito tifoso romantico, che cerca di capovolgere la realtà per potersi dare una spiegazione meno dolorosa all’uscita della propria squadra da un’avventura straordinaria, come quella del Toro di quest’anno in Europa League, non si tratta di “orgoglio commosso” come qualche buontempone che crede di sapere tutto (magari talmente intenditore di calcio da sostenere (o sperare!?) la quasi sicura retrocessione del Toro dopo 3 giornate di campionato) addita a chi in questi giorni ha esaltato l’impresa di questi ragazzi, che non saranno andati ai quarti, ma che ci hanno resi orgogliosi di fronte ad un avversario che non era certo una squadretta di seconda categoria.
Si tratta al contrario, di guardare ciò che abbiamo vissuto, noi innamorati di Toro, in questi ultimi anni, e in questi ultimi mesi in particolare, e quello che abbiamo potuto rivivere tutto insieme e tutti insieme proprio giovedì sera.

Anche io ero lì, ed anche io ho rivissuto tante cose belle, tante atmosfere che tempo fa credevo non mi si sarebbero ripresentate mai più, ed invece mi sbagliavo. Dopo tanti anni rimettevo piede in Maratona, che dopo l’epoca in cui ero abbonato, avevo dovuto lasciare a malincuore, ed ecco che ho respirato l’odore dei fumogeni, riascoltato i canti dei tifosi più caldi, rivissuto una partita dentro il cuore caldo della curva, che magari ti fa perdere qualche azione per colpa della prospettiva non certo perfetta, ma che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande, di diverso, perché dentro la Maratona la partita non la vedi, dentro la Maratona la partita la giochi. E quindi anche tu fatichi, salti, corri, sudi, urli, e canti e alla fine sei stanco pure tu come se avessi giocato assieme a loro.
E poi, appunto, c’erano Loro, anzi c’era Lui, c’era il Toro. Undici giocatori in campo, più quelli in panchina, più tutto uno staff di persone, guidate da un signore un po’ burbero, non propriamente simpatico, non avvezzo a fare complimenti o a scendere nella facile retorica, ruvido, pragmatico e spesso scontroso, ma che è riuscito ad attraversare un mare in burrasca e nonostante questo a costruire qualcosa che non vedevamo più da anni, ecco tutte queste persone sono state un corpo unico, affrontando una partita difficile, con coraggio, voglia, determinazione, e alla fine l’anno vinta.

Sì ha vinto il Toro, e non solo per il semplice risultato finale che recita Toro 1 e Zenit 0, ma ha vinto perché ha riscoperto se stesso, dopo anni di fatiche, umiliazioni, partite in provincie italiane dimenticate da Dio, sconfitte brucianti e a volte vergognose, e lo ha fatto (lo sta ancora facendo e deve continuare su questa strada) percorrendo un passo alla volta, lentamente, con pazienza, incurante delle critiche, spesso giuste, spesso pretestuose, qualche volta in malafede, con alle spalle una Società non sempre, anzi quasi mai all’altezza della situazione, ed anche in questa stagione molte cose andrebbero diversamente, con un Presidente più presente anche al momento di investire, e non soltanto davanti a microfoni e telecamere per autocelebrarsi, in virtù di risultati che hanno raggiunto altre persone, nonostante la sua colpevole assenza.

Ha vinto il Toro perché anche noi, che fossimo sugli spalti, o a casa davanti alla TV, o in un locale a soffrire insieme agli amici, abbiamo riscoperto noi stessi, ci siamo ricordati chi siamo veramente e che cosa siamo in grado di fare, se solo lo vogliamo, lasciando a casa i piagnistei, l’autocommiserazione, il buttare tutto a mare solo perché (al momento) non siamo quelli di 40 anni fa, sostenendo chi merita di essere sostenuto senza lasciarsi condizionare da quello che ancora non funziona come piacerebbe a noi. Abbiamo riscoperto sensazioni che non provavamo da anni, con una squadra che fa parlare di sé non per gli scandali, per i giocatori che fanno bizze in campo e fuori, ma solo per come sa giocare a calcio e per il cuore che ci mette nel farlo. Abbiamo riscoperto la grinta che è sempre stata il nostro marchio di fabbrica, e che credevamo si fosse perduta per sempre, sentiamo complimenti nei nostri confronti da ogni parte, soprattutto da tifosi di altre squadre (anche gobbi), che hanno ricominciato a rispettarci e a temerci, quando solo qualche anno fa arrivavano soltanto prese in giro ed umiliazioni.

Per questo giovedì sera quando son uscito dallo stadio ero certamente deluso, triste per una qualificazione che meritavamo 100 volte più dei russi, ma non ero arrabbiato e con mio stesso stupore avevo in cuor mio più speranza rispetto a quando ero entrato, e nei giorni successivi l’orgoglio superava la tristezza e la delusione, e per uno come me, che per ragioni anagrafiche ha visto quasi solo sconfitte, è stata una sensazione inedita.

Perché giovedì non è stata e non deve essere la fine, ma l’inizio di un nuovo corso, di un nuovo modo di essere del Toro e di pensare il Toro, e se ai piani alti di questa Società, ci fosse qualcuno che avesse un minimo di interesse e di rispetto per questi colori e per questa storia, sarebbe ora che capisse che il Toro potrebbe essere il più grande affare sportivo di questi ultimi anni, che si potrebbe guadagnare col Toro, dando però ad esso la possibilità di crescere sportivamente e perché no, magari un giorno vincere qualcosa. La stagione non è finita, ci sono ancora un po’ di partite per dimostrare chi siamo, per prenderci ancora delle soddisfazioni, e magari chissà che la remuntada non la si faccia in classifica, fin già partendo da stasera nella partita contro il Parma

Ecco perché giovedì sera abbiamo vinto noi, perché questo è il Toro e questo deve continuare ad essere da oggi in poi, come era un tempo e come non lo siamo stati per tanti lunghi anni, cuore, grinta, passione, fede…e perché no anche buon calcio.

Forza Toro Sempre.

Igor




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