Alla fine abbiamo vinto noi!!
Sì alla fine giovedì sera il Toro ha vinto!!
No non sono impazzito.
Nonostante abbia avuto bisogno di un po’ di giorni per scrivere questo pezzo
(impegni improrogabili mi hanno tenuto impegnato tutta la settimana), e nonostante
giovedì fossi anche io allo stadio insieme ad altre 26 mila persone ad urlare,
soffrire, cantare e sbuffare per il Toro, e abbia quindi avuto tutto il tempo
per somatizzare ciò che è accaduto e per vedere e rivedere quella partita, lo
posso confermare ancora una volta, giovedì sera il Toro ha vinto, abbiamo vinto
noi.
Non è un commento
auto-consolatorio del solito tifoso romantico, che cerca di capovolgere la
realtà per potersi dare una spiegazione meno dolorosa all’uscita della propria
squadra da un’avventura straordinaria, come quella del Toro di quest’anno in
Europa League, non si tratta di “orgoglio commosso” come qualche buontempone
che crede di sapere tutto (magari talmente intenditore di calcio da sostenere
(o sperare!?) la quasi sicura retrocessione del Toro dopo 3 giornate di
campionato) addita a chi in questi giorni ha esaltato l’impresa di questi
ragazzi, che non saranno andati ai quarti, ma che ci hanno resi orgogliosi di
fronte ad un avversario che non era certo una squadretta di seconda categoria.
Si tratta al contrario, di
guardare ciò che abbiamo vissuto, noi innamorati di Toro, in questi ultimi
anni, e in questi ultimi mesi in particolare, e quello che abbiamo potuto
rivivere tutto insieme e tutti insieme proprio giovedì sera.
Anche io ero lì, ed anche io
ho rivissuto tante cose belle, tante atmosfere che tempo fa credevo non mi si
sarebbero ripresentate mai più, ed invece mi sbagliavo. Dopo tanti anni
rimettevo piede in Maratona, che dopo l’epoca in cui ero abbonato, avevo dovuto
lasciare a malincuore, ed ecco che ho respirato l’odore dei fumogeni,
riascoltato i canti dei tifosi più caldi, rivissuto una partita dentro il cuore
caldo della curva, che magari ti fa perdere qualche azione per colpa della
prospettiva non certo perfetta, ma che ti fa sentire parte di qualcosa di più
grande, di diverso, perché dentro la Maratona la partita non la vedi, dentro la
Maratona la partita la giochi. E quindi anche tu fatichi, salti, corri, sudi,
urli, e canti e alla fine sei stanco pure tu come se avessi giocato assieme a
loro.
E poi, appunto, c’erano Loro,
anzi c’era Lui, c’era il Toro. Undici giocatori in campo, più quelli in
panchina, più tutto uno staff di persone, guidate da un signore un po’ burbero,
non propriamente simpatico, non avvezzo a fare complimenti o a scendere nella
facile retorica, ruvido, pragmatico e spesso scontroso, ma che è riuscito ad
attraversare un mare in burrasca e nonostante questo a costruire qualcosa che
non vedevamo più da anni, ecco tutte queste persone sono state un corpo unico,
affrontando una partita difficile, con coraggio, voglia, determinazione, e alla
fine l’anno vinta.
Sì ha vinto il Toro, e non
solo per il semplice risultato finale che recita Toro 1 e Zenit 0, ma ha vinto perché
ha riscoperto se stesso, dopo anni di fatiche, umiliazioni, partite in
provincie italiane dimenticate da Dio, sconfitte brucianti e a volte
vergognose, e lo ha fatto (lo sta ancora facendo e deve continuare su questa
strada) percorrendo un passo alla volta, lentamente, con pazienza, incurante
delle critiche, spesso giuste, spesso pretestuose, qualche volta in malafede, con
alle spalle una Società non sempre, anzi quasi mai all’altezza della situazione,
ed anche in questa stagione molte cose andrebbero diversamente, con un Presidente
più presente anche al momento di investire, e non soltanto davanti a microfoni
e telecamere per autocelebrarsi, in virtù di risultati che hanno raggiunto altre persone,
nonostante la sua colpevole assenza.
Ha vinto il Toro perché anche
noi, che fossimo sugli spalti, o a casa davanti alla TV, o in un locale a
soffrire insieme agli amici, abbiamo riscoperto noi stessi, ci siamo ricordati
chi siamo veramente e che cosa siamo in grado di fare, se solo lo vogliamo,
lasciando a casa i piagnistei, l’autocommiserazione, il buttare tutto a mare
solo perché (al momento) non siamo quelli di 40 anni fa, sostenendo chi merita
di essere sostenuto senza lasciarsi condizionare da quello che ancora non funziona
come piacerebbe a noi. Abbiamo riscoperto sensazioni che non provavamo da anni,
con una squadra che fa parlare di sé non per gli scandali, per i giocatori che
fanno bizze in campo e fuori, ma solo per come sa giocare a calcio e per il
cuore che ci mette nel farlo. Abbiamo riscoperto la grinta che è sempre stata il
nostro marchio di fabbrica, e che credevamo si fosse perduta per sempre,
sentiamo complimenti nei nostri confronti da ogni parte, soprattutto da tifosi
di altre squadre (anche gobbi), che hanno ricominciato a rispettarci e a temerci, quando solo
qualche anno fa arrivavano soltanto prese in giro ed umiliazioni.
Per questo giovedì sera quando
son uscito dallo stadio ero certamente deluso, triste per una qualificazione
che meritavamo 100 volte più dei russi, ma non ero arrabbiato e con mio stesso
stupore avevo in cuor mio più speranza rispetto a quando ero entrato, e nei
giorni successivi l’orgoglio superava la tristezza e la delusione, e per uno
come me, che per ragioni anagrafiche ha visto quasi solo sconfitte, è stata una
sensazione inedita.
Perché giovedì non è stata e
non deve essere la fine, ma l’inizio di un nuovo corso, di un nuovo modo di
essere del Toro e di pensare il Toro, e se ai piani alti di questa Società, ci
fosse qualcuno che avesse un minimo di interesse e di rispetto per questi
colori e per questa storia, sarebbe ora che capisse che il Toro potrebbe essere
il più grande affare sportivo di questi ultimi anni, che si potrebbe guadagnare
col Toro, dando però ad esso la possibilità di crescere sportivamente e perché no,
magari un giorno vincere qualcosa. La stagione non è finita, ci sono ancora un
po’ di partite per dimostrare chi siamo, per prenderci ancora delle
soddisfazioni, e magari chissà che la remuntada non la si faccia in classifica,
fin già partendo da stasera nella partita contro il Parma
Ecco perché giovedì sera
abbiamo vinto noi, perché questo è il Toro e questo deve continuare ad essere
da oggi in poi, come era un tempo e come non lo siamo stati per tanti lunghi
anni, cuore, grinta, passione, fede…e perché no anche buon calcio.
Forza Toro Sempre.
Igor
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