martedì 26 maggio 2015

I miracoli non esistono

Fino ad un certo punto è stato bello. Era bello sognare di poter fare il colpaccio un'altra volta, di riuscire in extremis a mettere quella ciliegina sulla torta che sarebbe stata la classificazione in Europa League, per un'altra stagione fatta di trasferte e giovedì sera passati a vedere il Toro. Fino ad un certo punto noi innamorati di Toro, e sostenitori del buon calcio ci abbiamo creduto, ma poi ad un certo punto siamo stati costretti a ritornare con i piedi per terra e fare i conti con la realtà delle cose, e capire che i miracoli non esistono, che si può andare oltre i propri limiti una, due, tre volte ma non all'infinito, e che ad un certo punto i nodi sarebbero venuti al pettine.

Inzaghi scopre di avere in squadra El Shaarawy
E domenica i nodi sono venuti tutti a galla con l'imbarcata contro il Milan. Bisogna dire che la caduta è iniziata da un po' di settimane, subito dopo la vittoria del derby, come se improvvisamente dopo quell'ennesimo sforzo il pallone si fosse definitivamente sgonfiato, come se le energie, le motivazioni, e le forze per raggiungere l'ultimo traguardo si fossero bruciate tutte per raggiungere un successo atteso da 20 anni.
Difficile quindi commentare quello che è accaduto domenica, anche io personalmente non ero affatto in forma dopo una settimana non propriamente tranquilla, non mi aspettavo moltissimo da questo match ma certamente non pensavo che avremmo sbracato contro il Milan peggiore degli ultimi 20 anni, guidato da uno che fa l'allenatore solo per grazia ricevuta e che in un intero anno non è riuscito a capirci un'emerita mazza di quello che avrebbe dovuto fare. Al terzo gol, credo per la prima volta in vita mia, ho spento tutto e me ne son andato a leggermi un libro per non sentire i bruciori di stomaco causati dagli orrori calcistici.

Alcuni dicono che i giocatori dopo il derby abbiano mollato, che tutta quella voglia di andare in Europa in effetti non ci fosse, che magari alcuni di loro sapendo già di avere offerte da squadre importanti abbiano alzato bandiera bianca in anticipo. Io certamente non vivo nascosto negli armadietti degli spogliatoi del Toro, quindi non posso certo sapere che cosa sia frullato nella testa della squadra, magari può anche essere, ma come sempre io penso che la verità sia nel mezzo, o che per lo meno ci possano essere una serie di fattori che hanno portato anche a questo.

Questa sembra una foto in realtà è un video che mostra Amauri alla sua massima velocità
E' assolutamente vero che le motivazioni sono tutto, nel calcio come nella vita, ma ci vogliono anche altre cose per raggiungere certi obbiettivi, perchè da sole le motivazioni non bastano. Se tu sei costretto ad esempio a giocare una partita, con un ex attaccante di 34 anni con l'agilità di un ippopotamo affiancato ad un volenteroso giocatore di 22 anni, che però in un'intera stagione non ha ancora capito che se il tuo compagno di reparto va sul secondo palo tu devi andare sul primo e viceversa, pestandosi i piedi di continuo, puoi avere tutte le motivazioni che vuoi ma non fai gol manco se ad Abbiati prendesse un malore. Se tu sei costretto a giocare in queste condizioni perchè gli unici due attaccanti titolari che avevi si sono infortunati e in panca hai solo gli Amauri e i Martinez di cui sopra, perchè non ti sei posto minimamente il problema che, magari, potevano essere utili dei ricambi adeguati, la motivazione in questo caso dove la mettiamo?
Urbano pronto a spendere i soldi risparmiati
Sia chiaro non è il solito discorso per poter dire il tanto applaudito CAIRO VATTENE, non è quello il mio intento, e non è nemmeno per sminuire le responsabilità dei giocatori per una prestazione assolutamente penosa del Toro, che di certo poteva giocare con un attacco scarso, ma mettendoci un po' di carattere avrebbe potuto pareggiare dignitosamente senza prendere 3 gol contro un Milan ridicolo. Anche io sono rimasto molto amareggiato da quello che ho visto, ma se vogliamo andare un po' più in là, se vogliamo puntare in futuro a certi obbiettivi, senza prenderci in giro con le solite dichiarazioni di fine ed inizio stagione, forse sarebbe ora di dare veramente delle motivazioni che devono partire dall'alto, senza sperare in miracoli di Ventura, costretto ad inventarsi ogni volta qualcosa tirando fuori il sangue dalle rape.
Ventura che cava il sangue dalle rape

Le motivazioni partono sempre dall'alto mai dal basso. se una Società vuole raggiungere l'Europa League attua quelle scelte che le consentono di competere per quell'obbiettivo. Poi magari sul campo le cose non vanno come uno si immagina, ma quello è un altro discorso, fa parte dello sport si vince, si perde, si centra un traguardo o lo si fallisce. Ma se si vuole davvero arrivare a certi livelli allora lo si dica e si facciano le cose giuste per arrivarci, perchè giocare più di 50 partite con 16 giocatori e pretendere di arrivare sesti è un'idea semplicemente folle, e se una Società permette questo dà l'idea di essere la prima a non avere le giuste motivazioni per raggiungere quell'obbiettivo, e i giocatori questo lo sentono e lo sanno perfettamente. 

Perchè i miracoli non esistono ma questa squadra ha dimostrato più di una volta di saperli fare, nessuno ad inizio stagione avrebbe immaginato un campionato di questo tipo, c'era molto pessimismo anche da parte del sottoscritto, ma questo gruppo ha spesso buttato il cuore oltre l'ostacolo a Bilbao, con lo Zenit, con l'Inter, il Napoli, la Juve e tutto questo va loro riconosciuto e di questo noi saremo sempre grati, ma se veramente vi è l'intenzione di rivivere queste esperienze e queste emozioni, non ci si può più prendere in giro, bisogna dire le cose chiaramente e soprattutto farle, in modo che quelle imprese non siano più dei miracoli, ma una realtà.

Forza Toro Sempre!!

Igor Stasi







lunedì 18 maggio 2015

Due volte Maxi e torna il buon calcio

Ci volevano 5 pere per darsi una svegliata e far rivedere il buon calcio che piace a grandi e piccini? 
A quanto sembra sì, visto che domenica il Toro è tornato tale e dopo due partite da dimenticare, tra le quali la goleada del Genoa, di fronte al Chievo ha archiviato la pratica con un rotondo 2-0.
Sono quelle giornate che non sai come interpretare, se essere felice perchè il Toro è ancora vivo e torna alla vittoria, o se mangiarti i gomiti per le due occasioni perse, vedendo tra l'altro una Inter imbarazzante, un Genoa senza licenza Uefa ed una Sampdoria anche lei con il fiato corto.

Ma piagnucolare serve a poco, domenica il Toro si è ritrovato, mettendo in campo un mix di titolari e giocatori che han giocato meno, Gaston Silva, Jansson, ma soprattutto ha ritrovato la verve di colonne portanti della squadra come Maksimovic, Darmian, El Kaddouri, che in queste ultime giornate (come tutti del resto) erano parsi molto stanchi e sotto tono.
Ma la star della giornata è stata una sola, ha la cresta bionda sullo scalpo e la pettinatura da tamarro, ed ora si è preso sulle spalle tutto il reparto avanzato della squadra (Quagliarella con l'infortunio della scorsa settimana ha concluso purtroppo la stagione), quel Maxi Lopez arrivato (naturalmente gratis, come da lungimirante politica mercantile societaria) come una seconda scelta, ma entrato in poche ore nel cuore della gente e soprattutto nel tabellino marcatori di un reparto d'attacco completamente orfano di centravanti veri.
Urbano fruga nelle tasche per trovare i soldi per il rinnovo di Maxi Lopez
Di fianco ad un Martinez, sempre volenteroso ma pasticcione, l'argentino ha colpito due volte nel secondo tempo (andando vicinissimo anche alla tripletta) mettendo in discesa la partita dei ragazzi di Giampierone. 
Ora è obbligatorio che Urbano batta un colpo, perchè visto l'acquisto in saldo non si potrà mica fare i conti della serva per un rinnovo ad un giocatore che ha letteralmente salvato la stagione di tutta la squadra. Ma il Presidentissimo ci ha tranquillizzati tutti a fine partita, ha detto che Ventura lo rinnova, che Maxi Lopez lo rinnova, e noi tifosi quando Urbano fa una promessa ci crediamo, perchè le sue promesse son sempre state mantenute....ehm ehm va beh. 
Ha anche detto che non farà più l'errore di vendere i giocatori all'ultimo giorno, ciò fa pensare a due possibilità: 
1) ha già venduto mezza squadra e sornione non ce lo ha ancora detto per non rovinarci la sorpresa;
2) oppure boh staremo a vedere.

Bisogna però guardare le cose belle e come ho già scritto prima, il ritorno del tipico buon calcio di Giampierone è una buona notizia. Ci son state tutte le caratteristiche principali del buon calcio
1) giocava Vives;
2) partenza a diesel con possesso di palla del 90%; 
3) primo tempo dove potremmo fare gol, ma in realtà non ne abbiamo voglia quindi gigioneggiamo facendo tiri apparentemente innocui e rimandando tutto al secondo tempo;
4) Martinez che coerentemente continua con la sua filosofia di gioco "per ogni cosa bella che mi riesce, faccio subito dopo 4 o 5 cagate"
5) Padellone che per mostrare che si è ripreso dal trauma di Empoli aspetta che l'attaccante avversario arrivi ad un millimetro per passare il pallone;
6) Ventura che visto il gesto di Padelli sacramenta in genovese;
7) secondo tempo si fa sul serio, si inizia ad affondare i colpi e Maxi Lopez non si fa pregare 
8) unico neo della partita il secondo gol di Lopez che scaturisce vergognosamente da un lancio lungo di un difensore, proprio come l'antica catenacciara filosofia del "palla lunga e pedalare", senza nemmeno un fraseggio, un triangolo, una verticalizzazione, nulla di nulla, un becero lancio lungo che l'argentino fa suo di potenza fisica sul diretto marcatore e insacca, come se giocasse in una qualsiasi squadra di Trapattoniana memoria;

Ora mancano due partite, l'Inter è ad un punto, la Sampdoria a 3, il Genoa come abbiamo detto dovrebbe essere fuori dai giochi. Con due partite ancora da giocare pur se la matematica non ci condanna è difficilissimo se non impossibile recuperare i 3 punti sciaguratamente persi con l'Empoli perchè purtroppo è lì che abbiamo perso probabilmente il treno dell'Europa.

Ma le vie del buon calcio, lo abbiamo visto già altre volte quest'anno, sono infinite quindi testa bassa e pedalare, domenica andiamo a Milano contro quello che resta del Milan. Non si può fallire nè con loro, nè con il Cesena, poi si faranno i conti.

Forza Toro Sempre

Igor Stasi




giovedì 14 maggio 2015

Il buon calcio non finisce con una sconfitta

Ho dovuto aspettare qualche giorno per scrivere questo pezzo. Queste sono le occasioni peggiori per scrivere, perchè si è presi da mille sentimenti diversi e contrastanti. Non è che uno non abbia nulla da dire, anzi è l'esatto contrario vorresti esprimere mille cose che non basterebbe un solo post per farcele stare dentro tutte. 
Non che questi giorni di riflessione abbiano aiutato la mia ispirazione, la sensazione è sempre la stessa e quindi ad un certo punto butto giù qualche pensiero che mi viene così a braccio.
Perchè in fondo che cosa si potrebbe dire, riguardo a quello che è capitato lunedì sera? Non si può commentare la partita, avrebbe poco senso, e ancora meno lo avrebbe commentarne il risultato, che non rispecchia certo il Toro di quest'anno e la sua stagione. Alla fine della fiera i giochi sono finiti con il 2-1 del Genoa perchè da quel momento le poche forze che già avevano i granata si sono spente ed a quel punto tutto quello che è successo dopo assume poca importanza.
E' andata così, e già da qualche turno, dal derby in poi, più precisamente dalla mancata vittoria con il Palermo, i giocatori si vedevano in riserva piena, provavano a correre ma sembrava che non ne avessero davvero più, quindi questa sconfitta mi rattrista ma certo non mi stupisce, e posso anche comprenderla. 
Paradossalmente le cose che mi spiacciono sono altre. In primo luogo spiace per questo gruppo di giocatori e per questo staff tecnico con Ventura in prima fila. Hanno dato tutto quello che avevano, sono partiti avendo sulle spalle mille detrattori, mille critiche, le più dolorose ricevute da quelli che in teoria avrebbero dovuto essere lì per sostenerli ed invece passavano il tempo a piagnucolare, a gettare fango addosso su ogni loro scivolone, a descriverli continuamente come dei brocchi che non sarebbero andati da nessuna parte e che non meritavano la maglia che indossavano. Si son rimboccati le maniche e hanno dimostrato che tutta questa gente si sbagliava, hanno iniziato a giocare ad agosto, gli si diceva che a fatica avrebbero raggiunto i gironi di Europa League e loro li hanno raggiunti, poi gli si diceva che non sarebbero arrivati ai sedicesimi, e loro ci sono arrivati (naturalmente a quel punto molti hanno subito sottolineato "eh certo ma il girone era tra i più facili del torneo"). Poi è arrivato l'Athletic Bilbao e allora gli si è detto che con loro sarebbe stato impossibile passare, soprattutto dopo il 2-2 in casa "figuriamoci nessuna squadra italiana ha vinto a al San Mamès, sarà certamente un massacro" e loro son andati a Bilbao e sono diventati la prima (e al momento unica) squadra italiana a vincere in quello stadio, con una prestazione a dir poco epica. A quel punto era impossibile con lo Zenit, e dopo un match di andata sfortunato, son riusciti a batterlo in casa ma non abbastanza per passare il turno. Allora i soliti espertoni di calcio, che dicono di tifare per il Toro, dicevano che con le grandi squadre non si vinceva mai e che il derby non lo si portava a casa da 20 anni, e loro hanno risposto con una vittoria a San Siro con l'Inter (che non capitava da una vita), vittoria col Napoli, goleada con la Sampdoria e dulcis in fundo vincono il derby dopo esattamente 20 anni.
Ecco io dopo tutto questo non posso proprio permettermi di dire nulla a questi ragazzi e a questo mister, che hanno sempre ricevuto più critiche che complimenti, ma che nonostante questo sono andati avanti per la loro strada, Il dispiacere è per loro, perchè ora tutti questi detrattori dopo mesi di silenzio sono tornati in auge, ed invece questi ragazzi, avessero raggiunto quel sesto posto, avrebbero potuto far continuare il loro silenzio, e soprattutto avrebbero potuto gioire di qualcosa di assolutamente meritato.
Un'altra cosa dispiace, ed è un problema che purtroppo ci si porta dietro da anni. Dispiace, che mentre la squadra ha fatto il proprio dovere fino in fondo, nei piani alti della Società non si è fatto altrettanto. Lasciando perdere il mercato estivo che già aveva molte lacune, a gennaio vi era la possibilità di fare la svolta. Non si chiedeva nè Cristiano Ronaldo nè Messi, non si voleva vedere il bilancio della Società in passivo, bastavano tre giocatori, di qualità media, e questa squadra avrebbe potuto fare certamente meglio. Ventura ha dovuto giocare un intera stagione con 16 giocatori, e in aggiunta, durante il mercato invernale, vi erano state delle uscite non preventivate che tuttavia non sono state rimpiazzate. Questo da una parte avvalora ulteriormente i meriti di Ventura e dei ragazzi che hanno fatto gruppo e soprattutto fatto miracoli per i risultati ottenuti, ma per l'ennesima volta bastava un minino sforzo per permettere loro di fare meglio e di poter rifiatare di più. La scena emblematica di questo problema la si è avuta lunedì sera, che è successo quello che già a a fine gennaio mi terrorizzava. Dovevamo sperare che a Quagliarella e Maxi Lopez non venisse nemmeno un raffreddore e ci erano quasi riusciti, poi lunedì sera Quaglia si ferma e noi ci rendiamo conto che in panchina non vi è nessun attaccante all'altezza: Martinez troppo acerbo, Amauri ormai giocatore in pensione, Barreto fuori rosa da mesi, e Larrondo venduto. Qualcuno in Società ci aveva pensato oppure no?
Promesse non mantenute a parte ("A gennaio nei primi giorni di mercato prenderemo due punte e un centrocampista di qualità"  - Urbano Cairo) quello che dispiace è che ogni anno a fine stagione il tifoso del Toro è sempre costretto a farsi le stesse domande: 
1) Ora che non si va in Europa League, Cairo venderà tutti i migliori?
2) E visto che quasi sicuramente li venderà, chi arriverà al loro posto?
3) Se l'estate scorsa con la possibilità di arrivare in Europa League il "degno sostituto di Cerci" è stato Amauri, ora che l'Europa League non la faremo, con le dovute proporzioni chi ci dovremmo aspettare?
4) Ventura farà ancora parte del progetto?
5) A Cairo interessa che il Torino cresca sportivamente o a lui interessano altre cose?
Ecco queste domande continue sono il dispiacere più grande, perchè se uno fosse sicuro che si ha davvero un progetto in testa, e allora ce ne stiamo tutti sereni e tranquilli, inseriamo quei giocatori che possono farci fare il salto di qualità e il prossimo anno il sesto posto non ci sfuggirà, e magari potremmo anche permetterci di fare una Coppa Italia degna di codesto nome. Purtroppo però questa sicurezza non c'è mai, e anche le frasi evasive di Ventura non fanno stare molto tranquilli sul futuro.

Dopo tutto però siamo del Toro, e non c'è Cairo o non Cairo che tenga, se uno è del Toro la speranza ce la mette sempre, se uno è del Toro sostiene i suoi giocatori, chiunque essi siano, a prescindere dalla loro bravura in campo, a prescindere da come esultino o meno o in che squadre abbiano militato in passato. Se uno è del Toro non può non essere orgoglioso di quello che ha visto questa stagione, di quante battaglie ha potuto vedere, di quante emozioni ha potuto vivere. Quest'anno del Toro si è parlato per come ha giocato sul campo, alle volte benissimo, altre bene, alcune volte male, ma sempre con quella dignità, con quella voglia di stupire, di superare i propri limiti. Se uno ha dei giocatori che fanno tutto questo, ed è innamorato del Toro non può imputare loro nulla, può soltanto ringraziarli e sperare che in queste ultime tre partite dimostrino ancora che questa stagione non sia stata un caso, che il Toro esiste, che il Toro è vivo e che il buon calcio può andare avanti nonostante tutto.

Forza Toro Sempre

Igor Stasi




giovedì 7 maggio 2015

Lettera aperta a "Padellone" Padelli


Caro Daniele come va?
Eh immagino un brutto risveglio, penso che di oggi non avrai letto giornali, non avrai guardato la Tv e pure internet avrai cercato di evitarlo, e insomma ti capisco perfettamente, anche io dopo la partita di ieri ho rifuggito ogni mezzo di comunicazione per non rivedere certe immagini.
Nonostante tutto purtroppo qualche commento l'ho letto anche io, quindi ti consiglio di non curarti di tutti quelli che in questo momento più o meno a sproposito parlano di te.
Non ti crucciare, certe cose capitano, e purtroppo tu fai pure un ruolo, quello del portiere, che è davvero il più gramo di tutti: se un attaccante fa una partita da schifo e sbaglia un gol, magari si vince lo stesso con il gol di un suo compagno, o mal che vada si pareggia, addirittura se durante una partita un giocatore colpisce il palo gli si dà quasi un merito, come se colpire il palo facesse guadagnare punti, quando invece se uno ci pensa bene, un palo è semplicemente un tiro sbagliato. Se invece la cagata la commetti tu è un disastro perchè alle tue spalle c'è soltanto la porta, e significa che si prende gol e tutto il mondo crolla.
Quindi mio caro Padellone prima di tutto riprendi fiato e serenità e cancella sta partitaccia, non farti più colpe di quelle che hai, perchè alla fine della fiera tu non sei che una gocciolina rispetto al mare di responsabilità altrui.
Sì perchè noi ormai ti conosciamo da due anni, sappiamo che sei un portiere con i suoi limiti e i suoi difetti, ma sappiamo anche che dai tutto ciò che hai, che non ti risparmi, e questo per un tifoso del Toro è il primo comandamento, il più importante e tu non l'hai mai tradito.
Tu poi mio caro Daniele, forse non lo sai, ma sei il fulcro del buon calcio, che si fonda sulla prima regola aurea che recita "Da un retropassaggio può nascere la più pericolosa azione da gol, perchè UN RETROPASSAGGIO E' PER SEMPRE!!" quindi la tua importanza non è marginale, anzi, per cui è normale che un giorno o l'altro potesse succedere una cosa simile. E se poi non sei il portiere più bravo del mondo, beh questo non è certamente colpa tua, ma anche questo è un tratto fondamentale del buon calcio, perchè è facile fare grandi imprese con Messi, Ronaldo, Neuer e compagnia cantante, ma se tu e i tuoi compagni ricevete l'affetto di tanta gente è proprio perchè siamo assolutamente consapevoli dei vostri limiti, e più volte quest'anno avete tentato con tutte le vostre forze di superarli (riuscendoci spesso tra l'altro). Questo è il buon calcio, e di questo tu e gli altri ne dovrete essere sempre orgogliosi. Noi al San Mamès abbiamo vinto con voi, non coi fenomeni e questo fa delle vostre gesta qualcosa di epico.
NON E' COLPA TUA se dopo il tuo errore, in 90 minuti di tempo, il Toro non ha recuperato il risultato, perchè cotto, e con le gambe molli, probabilmente per la stanchezza di molti giocatori che hanno tirato la carretta fino ad ora.
NON E' COLPA TUA se a settembre e soprattutto a gennaio in campagna acquisti, non solo non si è potenziata la rosa, ma addirittura la si è indebolita facendo partire diversi giocatori e non sostituendoli adeguatamente, dando più alternative a Giampierone, in modo di far rifiatare certi giocatori che invece ora sono con il fiato corto. Tu non sei nè il ds, nè tanto meno il Presidente del Torino, e se tu hai fatto degli errori, forse, anche qualcun altro li ha commessi e certamente più gravi dei tuoi.
Quello che ha speso Cairo per rinforzare la squadra a gennaio
Ammetto Daniele, che spesso mi fai incazzare, quando non esci dalla porta con il pallone che passa nell'area piccola, quando sbagli a rinviare o mi fai pigliare un infarto ogni volta che un tuo compagno ti passa il pallone e tu non sai bene a chi cavolo la passerai a tua volta. Poi però vedo certi tuoi interventi, vedo che ad ogni errore non ti abbatti e cerchi di porvi rimedio e questo mi fa passare sopra a tutti questi spaventi (anche se presto riceverai via posta una lista di tutte le spese che ho fatto in questi ultimi due anni dal cardiologo, e ti pregherei di contribuire a queste per almeno il 50%, ti lascio scritto il mio IBAN), quindi non stare ad ascoltare certi commenti di queste ore da parte di alcuni tifosi. Loro in realtà non ce l'hanno con te, si incazzano per la situazione del Torino in generale, altri invece si sono svegliati ieri perchè tifano più per loro stessi che per il Toro, e quindi vedere una sconfitta li ha fatti ripartire alla grande per poter dire "lo avevo detto io". Non sono cattivi, semplicemente hanno un po' perso l'obbiettivo di essere del Toro, forse a causa di tanti anni difficili che certo ci hanno segnati in negativo.
L'unica colpa che al massimo potrei farti, è solo per ciò che ho dovuto vivere ieri pomeriggio al Toro Club Bra. Come tu dovresti sapere se leggessi questa gioiosa rubrica, in quel covo di granata ci sono tanti innamorati del Torino, la maggior parte di una certa età e fra questi vi è un signore che purtroppo non è riuscito a metabolizzare appieno i precetti del buon calcio.
Il "Signore che odia i retropassaggi" già apparso su queste pagine più volte, è un brav'uomo, tifoso brontolone in generale (come tutti i tifosi del Toro) ma che impazzisce letteralmente quando passano la palla a te, e quindi spesso usa parole forti nei tuoi confronti (certamente con l'unico intento di incitarti sia chiaro).
Ebbene ieri all'inizio della partita lui non c'era (ah dimenticavo solitamente si siede sempre di fianco a me) e da un certo punto di vista mi sentivo tranquillo. Poi al terzo minuto è successo quello che ben sai, io son rimasto di sasso, guardavo il televisore in silenzio senza parlare, non potevo credere ai miei occhi, l'unica cosa che sono riuscito a dire e <<Minchia Daniele ma stoppala sta cazzo di palla>>, poi la partita è ripresa e mentre andavano avanti i minuti, ho pensato "meno male che oggi non c'è Lui altrimenti qui finiva davvero male". Non ho tempo di terminare questo pensiero che alle mie spalle sento una voce <<Eccomi scusate il ritardo>>.
Non ho avuto il tempo materiale di guardare gli altri presenti, per intimare loro anche solo con uno sguardo di non raccontargli cosa era accaduto in campo pochi minuti prima, che uno degli anziani tifosi lo stava già mettendo al corrente della situazione....
Ecco Daniele, come dissi qualche settimana fa al tuo amico e collega Benassi (anche lui, pur essendo un centrocampista ha la tua medesima e simpatica caratteristica, che quando fa una cagata in campo succede un disastro nucleare), tu non puoi assolutamente immaginare che cosa non sia diventato da quel momento in avanti il "Signore che odia i retropassaggi". Novanta minuti, recupero compreso, di lamenti e sacramenti continui, una litania terribile, non ti dico cosa non abbia detto a te, Ventura, ad ogni tuo compagno, e nemmeno quali fossero le sue espressioni ad ogni retropassaggio nei tuoi confronti. Quindi come per Marcolino Benassi, io spero che un giorno tu possa provare la sventura di dover guardare la partita assieme a Lui, che ti assicuro come punizione le varrebbe davvero tutte.
Ora basta, non pensarci e non pensiamoci più, riprendi la concentrazione per la partita di lunedì prossimo, sarà una finale, avremo bisogno della forza d'animo tua e di tutta la squadra. Abbiamo bisogno del buon calcio ancora per qualche settimana, raschiate il fondo del barile, date tutto quel che avete e poi vada come vada, noi discepoli del buon calcio vi saremo comunque grati.
Ma ci vuole la grinta di questi ultimi mesi, quella del derby, quella del San Mamès, non potete passeggiare come ieri pomeriggio. Voi siete il Toro, e se anche dovessimo non farcela, quelli che vestono la maglia del Toro hanno il dovere di provarci.

Lo avete fatto fino ad ora, forza fate un ultimo sforzo, e la prossima volta che ti passano il pallone, Padellone mio ricorda: STOPPA QUELLA CAZZO DI PALLA!!

Forza Toro Sempre.

Igor Stasi.



lunedì 4 maggio 2015

Strane coincidenze

Vincere il derby ha prodotto alcuni (prevedibili) effetti collaterali.
Tornare infatti alla vittoria dopo 20 anni dall’ultimo successo coi bianconeri, ha portato a galla parecchi aspetti che rendono il calcio del Bel Paese stimato in tutto il mondo, persino in quelle parti di globo dove il calcio è soltanto una pedata che sferri al deretano di una persona che ti sta poco simpatica.
Andiamo con ordine: prima si parla per due giorni del parabrezza di un pullman. La ditta Dottor Glass non avrà potuto credere ai suoi occhi e alle sue orecchie, ma mai prima di allora era successo che il valore dei finestrini e dei parabrezza andassero così alle stelle. Tutti volevano farsi rigare il vetro della propria macchina o del proprio automezzo, in segno di solidarietà con la vittima sacrificale del derby della mole.
Abbiamo quindi assistito ad uno speciale di un’oretta, sin da 90° minuto, con il buon Marco Mazzocchi, giornalista sempre famoso per il suo equilibrio che è più o meno pari alla sua capigliatura, che ha mostrato al mondo le immagini direttamente dal camera car (in questo caso camera pullman) dello Juvebus: vi erano tutte le angolazioni, fianco destro, fianco sinistro, sopra, sotto, di sbieco, mancavano solo le immagini interne dei giocatori atterriti (tranne Buffon al telefono, come di consueto nei pre-partita, con il suo tabaccaio di fiducia).
Torino e la sua tifoseria è stata quasi descritta come Beirut (quasi, nel senso che a Beirut forse non ci sono giornalisti come Mazzocchi) una trentina di imbecilli erano descritti come se avessero assediato la città per ore. Di contorno, ogni tanto, si dava la notizia poco importante che i tifosi della Juventus (che si son sempre distinti in questi anni per la loro decoubertiana cultura dello sport pulito, e del tifo civile) avevano lanciato una bomba nella curva Primavera piena di famiglie, che vi erano stati pure dei feriti, ma il puntuale Mazzocchi (e tutti, o la maggior parte dei giornalisti che hanno successivamente parlato di questi fatti) ci rassicurava che fortunatamente erano “solo feriti” quindi non essendo morto nessuno, si poteva passare nuovamente a collegarsi con il carrozziere di fiducia della Juventus per avere aggiornamenti sulle condizioni di salute, altamente critiche del mezzo. Il veicolo infatti, dalla lunghezza di 14 metri (ma per la dirigenza e tifoseria bianconera in realtà misurerebbe 33 metri) era seriamente danneggiato e non si sapeva se sarebbe riuscito a superare la notte.
Un atterrito Marco Mazzocchi
Il giorno successivo è stato invece dedicato al tema soprannominato Bomba Boomerang. Nemmeno l’amatissimo Piero Pelù ci avrebbe creduto, eppure dopo 24 h di reportage su parabrezza scheggiati, e qualche immagine di contorno su oggetti lanciati dal settore bianconero alla Curva Primavera, arriva il pm Padalino che gela tutti e manda a mezzo stampa la notizia che la bomba carta, che aveva ferito i tifosi del Toro, in realtà se l’erano fatta saltare da soli. Io spesso in Curva Primavera ci sono andato, ma di fratelli di tifo avvolti da cinture esplosive, intenzionati a farsi brillare per amore del buon calcio non mi era ancora capitato di vederli, però si sa l’amore spesso può far commettere gesti inconsulti. Peccato che tempo zero sulla rete iniziano a girare tantissimi altri video (che purtroppo 90° minuto e compagnia, non si erano premurati nemmeno di cercare) dove anche i ciechi potevano accorgersi che non vi era nessun kamikaze granata pronto a far saltare la curva in polemica con i 20 anni di astinenza dalla vittoria di un derby, ma che semplicemente la bomba era stata lanciata dall’esterno. Tempo qualche ora e le forze dell’Ordine confermeranno la cosa, facendo fare una figura barbina al Giudice Padalino.
Nonostante questo la Giustizia Sportiva ha compiuto l’opera d’arte finale, vietando ai tifosi del Toro di andare a Palermo per la trasferta, fissando la partita successiva contro l’Empoli mercoledì, al comodo ed accessibile orario delle 15 in aggiunta al divieto d’accesso a tutti i tifosi non abbonati. Per i tifosi della squadra dell’hinterland invece, si sono prima “riservati di pensarci” permettendo lo stadio aperto a tutti durante il match casalingo con la Fiorentina, riuscendo quindi ad equiparare un graffio ad un pullman con un tentato omicidio. APPLAUSI!!

E si arriva quindi al calcio giocato. Ma anche in questo frangente le cose strane non sono affatto mancate.
Il Toro scende in campo un con alcuni cambi nella formazione titolare. Giampierone Ventura decide di far rifiatare alcuni suoi uomini, mentre altri è costretto a sostituirli per squalifica rimediata con i cartellini gialli durante il derby. Quindi fuori Moretti e Gazzi mentre in panca si accomodano anche Maksimovic, Darmian ed El Kaddouri, al loro posto partono titolari Gaston Silva e Bovo, terzini Molinaro e Peres, a centrocampo Benassi, Farnerud e Vives, mentre in attacco Martinez e Quagliarella con Maxi Lopez ancora utilizzato a partita in corso.
Il Toro entra in campo molto scarico, le tossine della festa post-derby si fanno sentire, la squadra è lenta, le gambe sono molli e i passaggi imprecisi, insomma le prime impressioni non sono affatto buone e la sensazione che quella sarà una partita difficile la si ha immediatamente. E infatti tutto parte in salita, perché appena 10 minuti e il Palermo passa subito in vantaggio con una rete di Vitiello sugli sviluppi di un calcio d’angolo (che dovrebbe essere la nostra specialità non quella degli avversari) che vede tutta la nostra difesa, Padelli compreso, farsi sorprendere in modo alquanto inusuale.
Palla al centro, e nella saletta del Toro Club Bra che mi ospitava, i sacramenti erano già partiti alla grande. Per mia sventura al mio fianco si era seduto nuovamente “Il Signore che odia i retropassaggi” che aveva già decretato la partita come miseramente persa, che quasi quasi era meglio non vincere con la Juve per poi fare pena come quella sera. Stava ancora sacramentando per l’ennesima azione partita dai piedi di Padelli, che solo tre minuti dopo il vantaggio rosanero, si vede la palla arrivare nell’area avversaria, Molinaro mette al centro, Quagliarella tocca per Peres che spiazza il portiere avversario.
E mentre cercavo di convincere (inutilmente) il vicino di sedia che avevamo segnato, e mancando ancora 80 minuti avevamo tempo di recuperare, e che da un retropassaggio può anche nascere un’azione da gol, il Toro si ritrovava in parità senza nemmeno meritarlo più di tanto, a maggior ragione, visto che anche dopo il pareggio il buon calcio continuava a latitare, come se i granata fossero di ritorno da un tour dei vari pub torinesi per festeggiare i tre punti con la Juve.
E infatti non passa nemmeno un quarto d’ora che il Palermo è di nuovo in vantaggio questa volta con Rigoni che riesce a beffare la difesa granata davvero non in giornata e portare nuovamente la sua squadra a condurre la gara. I granata son in bambola tanto che minuti dopo si rischia il tracollo con Andelkovic che sugli sviluppi di un altro calcio d’angolo anticipa nuovamente tutti e colpisce di testa a botta sicura ma questa volta il pallone è salvato dalla traversa.
Ormai era chiaro che o nel secondo tempo il Toro sarebbe entrato con un altro atteggiamento, mostrando finalmente gli effetti benefici del buon calcio, oppure si poteva dire addio senza problemi ai sogni di riagganciare quel maledetto 6° posto, per riconquistare l’accesso all’Europa League.
Nel secondo tempo infatti i granata sono un po’ più vivi ma tutto subito inconcludenti, era necessaria una scossa, qualcosa che cambiasse un po’ i valori in campo, e dopo 10 minuti Giampierone si decide a far entrare prima El Kaddouri per Benassi, e poi pochi minuti dopo Maxi Lopez per Martinez.
E dopo nemmeno un minuto dall’ingresso dell’argentino ecco che il buon calcio si sveglia proprio dai piedi dei due nuovi entrati, cross filtrante da destra di El Kaddouri, Lopez si inserisce e tocca di piede e Sorrentino non può nulla.

Il pareggio sveglia i granata ed ora sono loro che vanno vicino alla vittoria più volte prima con Farnerud, poi ancora con Maxi Lopez che liberato alla grande da El Kaddouri manca per un soffio il pallone. La partita era comunque equilibrata e costantemente in bilico, con il Palermo che rispondeva ai colpi del Toro, anche se la sensazione con l’andare dei minuti era che i granata ci credessero di più o che per lo meno volessero la vittoria a tutti i costi. Ed ecco che in seguito all’ingresso anche di Darmian per Molinaro, al 90° il gol arriva ancora con un cross bellissimo di El Kaddouri che Maxi Lopez impatta di testa e mette alle spalle di Sorrentino. Tutto bellissimo, al Toro Club si esulta, ma ecco la doccia gelata che arriva sulle nostre teste, quando Gervasoni dopo aver convalidato il gol si dirige per parlare con l’inutile arbitro di porta che aveva visto un fallo di Lopez sul difensore. Naturalmente un fallo che non sarebbe stato fischiato a nessuna squadra del mondo (anche perché il fallo non c’era) ma a noi naturalmente sì.
I granata a quel punto arrabbiati, cercano di passare indenni gli ultimi minuti di recupero, ed al triplice fischio la sensazione è quella di sentirsi scippati di due punti fondamentali.
Giampiero espone all'arbitro la sua contrarietà
Non è la prima volta di queste ultime giornate, che gli arbitri prendano decisioni per lo meno discutibili contro di noi. Prima il rigore di De Rossi con la Roma, poi quello subito contro il Sassuolo e poi questo gol annullato, che grida più vendetta di tutti perché il 99% dei casi un gol così non si annullerebbe mai. Lo stupore nasce dal fatto che al derby invece non ci siano stati episodi dubbi, ma abbiamo visto che si sono rifatti ampiamente nel dopo partita.
Ma il buon calcio non ammette certo piagnistei, e anzi con i risultati di quest’ultima giornata, il Toro con una vittoria sull’Empoli può agganciare finalmente il sesto posto, e tallonare da vicino addirittura il quinto. Ora tutto dipende da noi, Sampdoria e Fiorentina ultimamente non sono infallibili, il Genoa con la sconfitta contro la Roma è superabile e in più ci sarà ancora da giocare con loro uno scontro diretto. Sarà un finale in volata senza esclusioni di colpi, nella speranza che vinca il buon calcio, e che certi episodi strani non continuino ad accadere. Si sa che le vie della Lega Calcio Italiana sono infinite

Forza Toro Sempre.
Igor