martedì 26 maggio 2015

I miracoli non esistono

Fino ad un certo punto è stato bello. Era bello sognare di poter fare il colpaccio un'altra volta, di riuscire in extremis a mettere quella ciliegina sulla torta che sarebbe stata la classificazione in Europa League, per un'altra stagione fatta di trasferte e giovedì sera passati a vedere il Toro. Fino ad un certo punto noi innamorati di Toro, e sostenitori del buon calcio ci abbiamo creduto, ma poi ad un certo punto siamo stati costretti a ritornare con i piedi per terra e fare i conti con la realtà delle cose, e capire che i miracoli non esistono, che si può andare oltre i propri limiti una, due, tre volte ma non all'infinito, e che ad un certo punto i nodi sarebbero venuti al pettine.

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E domenica i nodi sono venuti tutti a galla con l'imbarcata contro il Milan. Bisogna dire che la caduta è iniziata da un po' di settimane, subito dopo la vittoria del derby, come se improvvisamente dopo quell'ennesimo sforzo il pallone si fosse definitivamente sgonfiato, come se le energie, le motivazioni, e le forze per raggiungere l'ultimo traguardo si fossero bruciate tutte per raggiungere un successo atteso da 20 anni.
Difficile quindi commentare quello che è accaduto domenica, anche io personalmente non ero affatto in forma dopo una settimana non propriamente tranquilla, non mi aspettavo moltissimo da questo match ma certamente non pensavo che avremmo sbracato contro il Milan peggiore degli ultimi 20 anni, guidato da uno che fa l'allenatore solo per grazia ricevuta e che in un intero anno non è riuscito a capirci un'emerita mazza di quello che avrebbe dovuto fare. Al terzo gol, credo per la prima volta in vita mia, ho spento tutto e me ne son andato a leggermi un libro per non sentire i bruciori di stomaco causati dagli orrori calcistici.

Alcuni dicono che i giocatori dopo il derby abbiano mollato, che tutta quella voglia di andare in Europa in effetti non ci fosse, che magari alcuni di loro sapendo già di avere offerte da squadre importanti abbiano alzato bandiera bianca in anticipo. Io certamente non vivo nascosto negli armadietti degli spogliatoi del Toro, quindi non posso certo sapere che cosa sia frullato nella testa della squadra, magari può anche essere, ma come sempre io penso che la verità sia nel mezzo, o che per lo meno ci possano essere una serie di fattori che hanno portato anche a questo.

Questa sembra una foto in realtà è un video che mostra Amauri alla sua massima velocità
E' assolutamente vero che le motivazioni sono tutto, nel calcio come nella vita, ma ci vogliono anche altre cose per raggiungere certi obbiettivi, perchè da sole le motivazioni non bastano. Se tu sei costretto ad esempio a giocare una partita, con un ex attaccante di 34 anni con l'agilità di un ippopotamo affiancato ad un volenteroso giocatore di 22 anni, che però in un'intera stagione non ha ancora capito che se il tuo compagno di reparto va sul secondo palo tu devi andare sul primo e viceversa, pestandosi i piedi di continuo, puoi avere tutte le motivazioni che vuoi ma non fai gol manco se ad Abbiati prendesse un malore. Se tu sei costretto a giocare in queste condizioni perchè gli unici due attaccanti titolari che avevi si sono infortunati e in panca hai solo gli Amauri e i Martinez di cui sopra, perchè non ti sei posto minimamente il problema che, magari, potevano essere utili dei ricambi adeguati, la motivazione in questo caso dove la mettiamo?
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Sia chiaro non è il solito discorso per poter dire il tanto applaudito CAIRO VATTENE, non è quello il mio intento, e non è nemmeno per sminuire le responsabilità dei giocatori per una prestazione assolutamente penosa del Toro, che di certo poteva giocare con un attacco scarso, ma mettendoci un po' di carattere avrebbe potuto pareggiare dignitosamente senza prendere 3 gol contro un Milan ridicolo. Anche io sono rimasto molto amareggiato da quello che ho visto, ma se vogliamo andare un po' più in là, se vogliamo puntare in futuro a certi obbiettivi, senza prenderci in giro con le solite dichiarazioni di fine ed inizio stagione, forse sarebbe ora di dare veramente delle motivazioni che devono partire dall'alto, senza sperare in miracoli di Ventura, costretto ad inventarsi ogni volta qualcosa tirando fuori il sangue dalle rape.
Ventura che cava il sangue dalle rape

Le motivazioni partono sempre dall'alto mai dal basso. se una Società vuole raggiungere l'Europa League attua quelle scelte che le consentono di competere per quell'obbiettivo. Poi magari sul campo le cose non vanno come uno si immagina, ma quello è un altro discorso, fa parte dello sport si vince, si perde, si centra un traguardo o lo si fallisce. Ma se si vuole davvero arrivare a certi livelli allora lo si dica e si facciano le cose giuste per arrivarci, perchè giocare più di 50 partite con 16 giocatori e pretendere di arrivare sesti è un'idea semplicemente folle, e se una Società permette questo dà l'idea di essere la prima a non avere le giuste motivazioni per raggiungere quell'obbiettivo, e i giocatori questo lo sentono e lo sanno perfettamente. 

Perchè i miracoli non esistono ma questa squadra ha dimostrato più di una volta di saperli fare, nessuno ad inizio stagione avrebbe immaginato un campionato di questo tipo, c'era molto pessimismo anche da parte del sottoscritto, ma questo gruppo ha spesso buttato il cuore oltre l'ostacolo a Bilbao, con lo Zenit, con l'Inter, il Napoli, la Juve e tutto questo va loro riconosciuto e di questo noi saremo sempre grati, ma se veramente vi è l'intenzione di rivivere queste esperienze e queste emozioni, non ci si può più prendere in giro, bisogna dire le cose chiaramente e soprattutto farle, in modo che quelle imprese non siano più dei miracoli, ma una realtà.

Forza Toro Sempre!!

Igor Stasi







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