giovedì 14 maggio 2015

Il buon calcio non finisce con una sconfitta

Ho dovuto aspettare qualche giorno per scrivere questo pezzo. Queste sono le occasioni peggiori per scrivere, perchè si è presi da mille sentimenti diversi e contrastanti. Non è che uno non abbia nulla da dire, anzi è l'esatto contrario vorresti esprimere mille cose che non basterebbe un solo post per farcele stare dentro tutte. 
Non che questi giorni di riflessione abbiano aiutato la mia ispirazione, la sensazione è sempre la stessa e quindi ad un certo punto butto giù qualche pensiero che mi viene così a braccio.
Perchè in fondo che cosa si potrebbe dire, riguardo a quello che è capitato lunedì sera? Non si può commentare la partita, avrebbe poco senso, e ancora meno lo avrebbe commentarne il risultato, che non rispecchia certo il Toro di quest'anno e la sua stagione. Alla fine della fiera i giochi sono finiti con il 2-1 del Genoa perchè da quel momento le poche forze che già avevano i granata si sono spente ed a quel punto tutto quello che è successo dopo assume poca importanza.
E' andata così, e già da qualche turno, dal derby in poi, più precisamente dalla mancata vittoria con il Palermo, i giocatori si vedevano in riserva piena, provavano a correre ma sembrava che non ne avessero davvero più, quindi questa sconfitta mi rattrista ma certo non mi stupisce, e posso anche comprenderla. 
Paradossalmente le cose che mi spiacciono sono altre. In primo luogo spiace per questo gruppo di giocatori e per questo staff tecnico con Ventura in prima fila. Hanno dato tutto quello che avevano, sono partiti avendo sulle spalle mille detrattori, mille critiche, le più dolorose ricevute da quelli che in teoria avrebbero dovuto essere lì per sostenerli ed invece passavano il tempo a piagnucolare, a gettare fango addosso su ogni loro scivolone, a descriverli continuamente come dei brocchi che non sarebbero andati da nessuna parte e che non meritavano la maglia che indossavano. Si son rimboccati le maniche e hanno dimostrato che tutta questa gente si sbagliava, hanno iniziato a giocare ad agosto, gli si diceva che a fatica avrebbero raggiunto i gironi di Europa League e loro li hanno raggiunti, poi gli si diceva che non sarebbero arrivati ai sedicesimi, e loro ci sono arrivati (naturalmente a quel punto molti hanno subito sottolineato "eh certo ma il girone era tra i più facili del torneo"). Poi è arrivato l'Athletic Bilbao e allora gli si è detto che con loro sarebbe stato impossibile passare, soprattutto dopo il 2-2 in casa "figuriamoci nessuna squadra italiana ha vinto a al San Mamès, sarà certamente un massacro" e loro son andati a Bilbao e sono diventati la prima (e al momento unica) squadra italiana a vincere in quello stadio, con una prestazione a dir poco epica. A quel punto era impossibile con lo Zenit, e dopo un match di andata sfortunato, son riusciti a batterlo in casa ma non abbastanza per passare il turno. Allora i soliti espertoni di calcio, che dicono di tifare per il Toro, dicevano che con le grandi squadre non si vinceva mai e che il derby non lo si portava a casa da 20 anni, e loro hanno risposto con una vittoria a San Siro con l'Inter (che non capitava da una vita), vittoria col Napoli, goleada con la Sampdoria e dulcis in fundo vincono il derby dopo esattamente 20 anni.
Ecco io dopo tutto questo non posso proprio permettermi di dire nulla a questi ragazzi e a questo mister, che hanno sempre ricevuto più critiche che complimenti, ma che nonostante questo sono andati avanti per la loro strada, Il dispiacere è per loro, perchè ora tutti questi detrattori dopo mesi di silenzio sono tornati in auge, ed invece questi ragazzi, avessero raggiunto quel sesto posto, avrebbero potuto far continuare il loro silenzio, e soprattutto avrebbero potuto gioire di qualcosa di assolutamente meritato.
Un'altra cosa dispiace, ed è un problema che purtroppo ci si porta dietro da anni. Dispiace, che mentre la squadra ha fatto il proprio dovere fino in fondo, nei piani alti della Società non si è fatto altrettanto. Lasciando perdere il mercato estivo che già aveva molte lacune, a gennaio vi era la possibilità di fare la svolta. Non si chiedeva nè Cristiano Ronaldo nè Messi, non si voleva vedere il bilancio della Società in passivo, bastavano tre giocatori, di qualità media, e questa squadra avrebbe potuto fare certamente meglio. Ventura ha dovuto giocare un intera stagione con 16 giocatori, e in aggiunta, durante il mercato invernale, vi erano state delle uscite non preventivate che tuttavia non sono state rimpiazzate. Questo da una parte avvalora ulteriormente i meriti di Ventura e dei ragazzi che hanno fatto gruppo e soprattutto fatto miracoli per i risultati ottenuti, ma per l'ennesima volta bastava un minino sforzo per permettere loro di fare meglio e di poter rifiatare di più. La scena emblematica di questo problema la si è avuta lunedì sera, che è successo quello che già a a fine gennaio mi terrorizzava. Dovevamo sperare che a Quagliarella e Maxi Lopez non venisse nemmeno un raffreddore e ci erano quasi riusciti, poi lunedì sera Quaglia si ferma e noi ci rendiamo conto che in panchina non vi è nessun attaccante all'altezza: Martinez troppo acerbo, Amauri ormai giocatore in pensione, Barreto fuori rosa da mesi, e Larrondo venduto. Qualcuno in Società ci aveva pensato oppure no?
Promesse non mantenute a parte ("A gennaio nei primi giorni di mercato prenderemo due punte e un centrocampista di qualità"  - Urbano Cairo) quello che dispiace è che ogni anno a fine stagione il tifoso del Toro è sempre costretto a farsi le stesse domande: 
1) Ora che non si va in Europa League, Cairo venderà tutti i migliori?
2) E visto che quasi sicuramente li venderà, chi arriverà al loro posto?
3) Se l'estate scorsa con la possibilità di arrivare in Europa League il "degno sostituto di Cerci" è stato Amauri, ora che l'Europa League non la faremo, con le dovute proporzioni chi ci dovremmo aspettare?
4) Ventura farà ancora parte del progetto?
5) A Cairo interessa che il Torino cresca sportivamente o a lui interessano altre cose?
Ecco queste domande continue sono il dispiacere più grande, perchè se uno fosse sicuro che si ha davvero un progetto in testa, e allora ce ne stiamo tutti sereni e tranquilli, inseriamo quei giocatori che possono farci fare il salto di qualità e il prossimo anno il sesto posto non ci sfuggirà, e magari potremmo anche permetterci di fare una Coppa Italia degna di codesto nome. Purtroppo però questa sicurezza non c'è mai, e anche le frasi evasive di Ventura non fanno stare molto tranquilli sul futuro.

Dopo tutto però siamo del Toro, e non c'è Cairo o non Cairo che tenga, se uno è del Toro la speranza ce la mette sempre, se uno è del Toro sostiene i suoi giocatori, chiunque essi siano, a prescindere dalla loro bravura in campo, a prescindere da come esultino o meno o in che squadre abbiano militato in passato. Se uno è del Toro non può non essere orgoglioso di quello che ha visto questa stagione, di quante battaglie ha potuto vedere, di quante emozioni ha potuto vivere. Quest'anno del Toro si è parlato per come ha giocato sul campo, alle volte benissimo, altre bene, alcune volte male, ma sempre con quella dignità, con quella voglia di stupire, di superare i propri limiti. Se uno ha dei giocatori che fanno tutto questo, ed è innamorato del Toro non può imputare loro nulla, può soltanto ringraziarli e sperare che in queste ultime tre partite dimostrino ancora che questa stagione non sia stata un caso, che il Toro esiste, che il Toro è vivo e che il buon calcio può andare avanti nonostante tutto.

Forza Toro Sempre

Igor Stasi




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