martedì 3 novembre 2015

Noioso sfogo di un tifoso del Toro

Dico la verità, ho grandissime difficoltà a scrivere questo pezzo, non so se lo finirò e nemmeno se mi verrà la voglia di pubblicarlo. No non pensate male, non è certo per questo momento di crisi della squadra, per le tre pere della Lazio, per il pareggio col Genoa o per aver perso il derby ancora all'ultimo secondo. Quelle son cose, momenti che ho già vissuto (anche se avrei fatto volentieri a meno di riviverli) so che ci sono periodi positivi ed altri meno, e non è certo una sconfitta che può farmi passare la voglia di raccontare una grande passione come il Toro.
No il problema è tutto il resto, tutto il contorno, che continua a ripetersi da anni monotono e stancante, che avviene alla fine di ogni singolo maledettissimo (o benedettissimo) match.
Ormai tifare Toro è diventata una specie di guerra tra bande. Non so se anche da altre parti sia così, magari lo è ed io non ne sono a conoscenza, ma non ho mai visto come qui a Torino, un continuo buttare fango a tutto e a tutti, ogni domenica in base al risultato finale di una partita.
Se il Toro vince una parte manda a cagare quelli che vengono fuori solo quando il Toro perde, se il Toro perde o pareggia (per alcuni "veri tifosi granata" il Toro non può nemmeno permettersi di pareggiare) ecco uscire fuori gli altri, con i loro "Ventura Vattene", "Quagliarella infame" e quant'altro. Soltanto tre giorni fa Bovo era stato descritto da tutti come un rottame, uno che dovrebbe marcire in panchina, per poi vedere le stesse persone lodarlo dopo il gol alla Juve, così come fosse nulla, 
Non vi è equilibrio e questo posso pure accettarlo, in fondo siamo tifosi e un tifoso non può essere equilibrato, forse nemmeno obbiettivo, ma caspita anche solo un minimo di onestà intellettuale sarebbe un'ottima cosa anche solo per confrontarsi, per cercare di trovare dei modi costruttivi per migliorare le cose.
Noi tifosi del Toro stiamo diventando sì speciali ma in negativo. Se un tifoso qualunque manca in obbiettività cercando di sostenere che la sua squadra è la più bella del mondo, noi facciamo a gara per dire quanto la nostra faccia schifo. Siamo in realtà "tifosi al contrario" e magari poi blateriamo di "mentalità vincente" passando il tempo a dare della "merda" a quel giocatore piuttosto che ad un altro molto spesso per pura antipatia, meno frequentemente per semplici ragioni tecniche.

Ci diciamo sostenitori dei calciatori giovani, poi passiamo un intera stagione ad insultare Benassi per 4 partite sbagliate, vogliamo che si giochi per vincere, poi non uno dico uno, che si sia accorto che nel secondo tempo del derby Ventura ha spostato Peres per inserire Zappacosta per provare a vincerla quella partita...ma certo il problema era che in campo ci fosse Quagliarella, o magari "doveva mettere tre punte" e chi se ne frega se con un centrocampista in meno e dall'altra parte un Quadrado che corre ai 100 all'ora ci saremmo presi delle imbarcate da paura.
Le partite si guardano a simpatia, e allora chi se ne fotte se questa squadra è ancora giovane ed acerba e avrebbe bisogno di sostegno, chi se ne fotte di tenere l'ambiente unito in un campionato appena iniziato e di qualità scadentissima, che se ci credessimo davvero tutti sarebbe ancora possibile fare cose importanti e prendersi delle soddisfazioni.
L'importante (per alcuni) sono il numero di "mi piace" su facebook, quanti commenti di quelli della "loro fazione" gli danno ragione magari rincarando la dose, discutendo solo con persone che la pensano come loro, dicendo che "solo io son tifoso del Toro, quello vero, mica il Torino F.c.", facendo l'elenco di quanti chilometri di trasferte si sono fatti per vedere le partite, facendo così partire la gara a chi ce l'ha più lungo "il mio lo è talmente che se sono al secondo anello, con la punta riesco a dare una pacca sulla spalla al portiere".
Ormai da qualche anno non si è più tifosi del Toro ma tifosi di se stessi, chiusi nelle proprie convinzioni senza minimamente pensare alle conseguenze che tutto questo può portare. Il bene del Toro è in secondo terzo piano, l'importante è poter dire di avere ragione, quasi sperando che il risultato sia positivo (o addirittura negativo) per potersi ergere sugli altri.

Per uno come me che cerca di provare a raccontare il Toro con un po' di ironia, prendendo anche in giro i suoi protagonisti, ma cercando di ridere e non di deridere, è una cosa che sta diventando sempre più difficile. e sempre più pesante perchè tanto la verità è che alla fine non frega una beata mazza a nessuno del destino di questa squadra, delle emozioni che questa possa dare o meno, l'importante è continuare ad alimentare il proprio personaggio virtuale, credendosi opinionisti magari senza nemmeno aver visto la partita.

Ecco questo noiosissimo pezzo, è per dire che tutto ciò mi ha davvero rotto i coglioni.

Continuerò a scrivere su #ilbuoncalcio quando me ne verrà la voglia, continuando nel frattempo a soffrire per questi colori come ho sempre fatto. 
Ho visto il Toro fallire, giocare in Serie B per decenni, ho visto indossare la maglia granata da calciatori improponibili, e sopportato sconfitte ben più umilianti di queste ultime, non saranno certo questi momenti, o questo continuo stillicidio di opinioni e di schizzi di materia organica lanciati sulla faccia di Tizio o di Caio a farmi smettere di amare questa squadra e quest'idea che ho di Toro.

Perdonate lo sfogo.

Sappiate che se lo vogliamo veramente, #ilbuoncalcio tornerà.

Forza Toro Sempre.

Igor Stasi

mercoledì 21 ottobre 2015

Errori, schiaffoni e rimonte: #ilbuoncalcio a metà

Prendete una squadra dal nome e dalla storia importante come il Milan, fatela andare in crisi rendendola una compagine piena di giocatori mediocri, fatela vegetare nella medio bassa classifica durante le prime giornate del campionato, tanto da mettere in bilico la panchina del suo stesso allenatore, fatela andare in trasferta a Torino sponda granata, poi prendete un arbitro a caso della Lega Italiana Calcio (nel caso specifico era Gervasoni ma sarebbe potuto essere qualsiasi altro) e mettetelo ad arbitrare, cosa potreste ottenere? Le possibilità sono due, o una partita dove la direzione di gara è a senso unico con "errori" scandalosi che regalano la vittoria alla potente decaduta di turno, oppure una conduzione più subdola, scadente, senza errori marchiani ma che spostano sensibilmente il baricentro della partita, che magari non risulterà ai più falsata, ma condizionata certamente sì.
L'inopportuno Gervasoni

Ecco amiche ed amici de #ilbuoncalcio, se volete sapere come la penso del match tra Toro e Milan di sabato sera scorso, la grande, grandissima sensazione che ho provato è stata proprio quella. Poi magari mi sbaglierò, magari sono un malpensante e completamente in malafede, e lungi da me fare un articolo nel quale si passi il concetto che il Toro abbia "soltanto" pareggiato per colpa del direttore di gara (sarebbe miope ed ingiusto, e servirebbe solo a mascherare i difetti che questa giovane squadra ancora possiede), ma certamente ha influito non poco sul gioco e sull'andamento della gara.

Il Toro doveva ritrovare lo spirito perduto, dopo la pessima figura rimediata in casa del Carpi due settimane prima, con i romagnoli che conquistavano i primi tre punti della loro storia, il Milan invece si ritrovava con una classifica deficitaria, un Mihajlovic in bilico ed una squadra da ridisegnare dopo gli ultimi deludenti risultati. Ad aggiungersi alle difficoltà di Giampiero c'era sempre l'infermeria granata costantemente piena e la difficoltà quindi di mettere insieme 11 uomini che potessero giocare una partita così importante.

Nonostante tutto i granata entrano in campo certamente con la giusta voglia, ma si nota da subito che sono in difficoltà. Il Milan raddoppia costantemente la marcatura sul portatore di palla, pressa e riparte e i granata hanno difficoltà a giocare come sanno. Poi vi è appunto Gervasoni che ad ogni fallo dei granata fischia a tira fuori il cartellino mentre con i rossoneri è meno severo e spesso lascia correre. Quello che ne viene fuori è quindi un primo tempo di rara bruttezza, con zero occasioni da rete da ambo le parti, gioco spezzettato e Toro che non riesce a tenere palla e fare gioco, dando l'impressione di una squadra troppo attendista.
Alla fine c'è sempre bisogno di uno schiaffone per accendere i granata, e questo arriva inesorabile con l'entrata in campo di Bacca che dopo pochi minuti trova la retroguardia granata impreparata e porta in vantaggio il Milan.
Fino a quel momento il Toro continuava a fare fatica ad uscire dalla propria metà campo, e i problemi fisici continuavano a falcidiare la rosa, con Gazzi che già non al meglio ha dovuto alzare bandiera bianca costringendo Giampierone a schierare dal primo minuto del secondo tempo Vives (che fisicamente non era al 100% nemmeno lui). Ma come ben sappiamo #ilbuoncalcio entra in azione nel momento in cui è maggiorente in difficoltà, e con l'andare dei minuti i granata prendono coraggio si buttano in avanti e gradualmente il Milan si trova sempre più alle corde. Ventura tenta la carta del tutto per tutto, toglie Zappacosta e mette Belotti. E' la prima volta che si vedono tre punte insieme, in teoria #ilbuoncalcio non lo prevederebbe ma oggi è necessario rientrare in partita il prima possibile, e le alternative per il Mister non sono molte anzi, son quasi nulle.
E la mossa risulta vincente alla prima occasione utile, azione in velocità che lancia il Gallo in profondità che senza pensarci due volte allarga di petto per un accorrente Baselli che a tu per tu con Diego Lopez la mette dentro. In quel momento tutti abbiamo capito quanto il centrocampista granata ci sia mancato in queste settimane di infortunio, ancora una volta mette il sigillo su un match che sembrava ormai perso.
Da quel momento si vede un altro Toro e il Milan comincia a temere il tracollo. Maxi Lopez, Acquah e Glik tentano di insaccare il raddoppio senza tuttavia riuscirci ed anche in questa fase il direttore di gara ci mette del suo con alcune decisioni con i granata in contropiede per lo meno discutibili.

Questo pareggio lascia certamente un  gusto amarognolo in bocca perchè il Toro ha dimostrato di fronte a questo Milan di poter fare bottino pieno. Un difetto di questa squadra è quello di non aggredire subito l'avversario, di rimanere per molto tempo prudenti soprattutto nella prima frazione di gioco. Poi quando l'avversario sferra il colpo, ecco che i granata si svegliano ed iniziano a giocare come sanno.

Bisogna invertire questa tendenza, anche se a parziale discolpa dei giocatori, è necessario tenere conto delle numerose defezioni causa infortunio che certamente non rendono le cose facili nè a Giampiero nè ai giocatori, in quest'ultimo periodo parecchio sfortunati. La nota positiva è che rispetto alla trasferta col Carpi i granata erano vivi, ed hanno giocato la partita fino all'ultimo, con il rientro degli infortunati certamente tutto potrà essere fatto in modo più sereno.
Giampiero che non vede buon calcio

Ci aspettano ora tre partite di fuoco ravvicinate, prima la Lazio, poi pochi giorni dopo il Genoa, e poi il Derby. Saranno tre partite durissime ma è necessario essere fiduciosi prendendo un match alla volta e cercando di prendere più punti possibili.

La strada del buon calcio è ancora lunga ma non bisogna mollare.

Forza Toro Sempre!!
Igor Stasi


giovedì 15 ottobre 2015

Quel libro color granata

Amiche ed amici de #ilbuoncalcio....tranquilli la sconfitta contro il Carpi, con le immagini del gioco frizzante e pieno di entusiasmo che i ragazzi di Giampiero ci hanno mostrato per l'occasione, non ci hanno fatto dimettere dalla nostra missione. Nonostante fosse difficile fare un pezzo su un match che ispirava soltanto parole che avrebbero prodotto querele o manifestazioni poco raffinate, l'assenza è stata soprattutto dovuta a mancanza di tempo per produrre qualcosa di degno per codesta prestigiosa rubrica. 
In attesa di ritrovarci dopo la partita con il Milan, vi lascio un pezzo che scrissi qualche anno fa nel mio vecchio blog. Parlava di un libro, di un fuoriclasse straordinario, di uno stilista, di un artista e di un rivoluzionario che ci ha lasciati troppo presto, ma che non abbiamo mai dimenticato. Ve lo ripropongo proprio oggi, perchè mi spiaceva non ricordarlo in questa data. 
Ciao Gigi!! 
A presto.
Igor Stasi

Era sulla libreria della mia cameretta. Erano facilmente distinguibili da tutti gli altri libri, perché intanto erano grossi in formato A4 e poi la copertina era di un colore che non poteva passare certamente inosservata. Due libroni di color granata, di cui uno sul dorso riportava il titolo “Successi e lotte della Squadra granata” l’altro invece era invece dedicato ad una persona particolare un certo “Gigi Meroni. Il più grande idolo granata”.

Chiesi a mia madre che cosa fossero quei libri chi li avesse scritti e di chi parlavano, e lei mi disse che non si potevano trovare in libreria perché in realtà li aveva scritti lei, battuti con la sua mitica macchina da scrivere Olivetti quando era giovane, e aveva voglia di scrivere di una passione che proveniva da suo padre e che gli aveva raccontato tante volte quando era piccola. 
Allora prese la scala e salì per andare a prenderli dal piano alto della libreria e me li fece vedere.
Il primo raccontava la storia di quella squadra leggendaria, che suo padre gli aveva raccontato tante volte. In realtà mia madre aveva raccolto e trascritto le cronache dei giornali dell’epoca, in special modo dei funerali di quei ragazzi che inspiegabilmente si erano trovati a volare a bassa quota sul colle di Superga. Addirittura aveva la prime pagine originali di Gazzetta Sera e di Tutto Sport che mio nonno aveva conservato con la cronaca di quei giorni, con tutta Torino ferma e stretta attorno a quei ragazzi a cui aveva voluto così bene.

Ma dopo aver letto quel libro la curiosità cadde per forza sul secondo, quello dedicato a quel Gigi Meroni che fino a quel momento non avevo mai sentito nominare.
Era l’idolo giovanile di mia mamma, un giocatore che non aveva nulla in comune a tutti gli altri, anch’esso andatosene via troppo presto per una fatalità.
Se sei del Toro, se cresci in una famiglia che ha il Toro nel sangue, capisci fin da piccolo che ci sarà da mangiare pane duro, che nulla è facile e che non sempre vincono i buoni. Capisci che la storia che hai davanti alle volte è più grande di te, ma conoscerla e portala nel cuore è importante per guardare avanti, ed alzare la testa quando tutto sembra finito.

Gigi Meroni io non l’ho mai conosciuto, non l’ho mai visto giocare, ma quel libro scritto a macchina, anch’esso con la trascrizione delle cronache dell’epoca, trasudanti l’affetto di una giovane tifosa, è stato il primo incontro con quel ragazzo con i baffi e i capelli lunghi, alla guida di una Balilla vestito con un gessato disegnato da lui, a passeggio per Torino con una gallina al guinzaglio o nella sua mansarda a dipingere quadri e autoritratti. Che nell'Italia ipocrita e bigotta (non molto diversa da quella di oggi) stava con una donna separata (il divorzio non esisteva ancora, quindi quella era una storia clandestina e soggetta alla pubblica accusa della società) che rinunciò alla nazionale perché gli chiesero per l’ennesima volta di cambiare il suo look “E’ un attentato alla vita privata. Non è questione di capelli o gusti musicali, è questione di libertà”.

Solo al Toro poteva capitare un giocatore così, artista fuori e dentro il campo, imprevedibile nei suoi dribbling e coi suoi tocchi, rivoluzionario in tutto quello che faceva e che diceva, difficile immaginarselo con un'altra maglia, impossibile immaginarlo nel calcio ancora più conformista e falso che abbiamo oggi.

Da quel librone granata in cima alla libreria della mia camera ho imparato a conoscere un’altra storia meravigliosa, ed è come se lo avessi conosciuto di persona, perché come ogni storia che riguarda il Toro tutto ha un significato, tutto è un qualcosa che ti entra dentro, che ti cambia e che ti fa per forza diventare una persona diversa. Anche questa storia mi ha insegnato ad amare questi colori, ha influenzato inevitabilmente i miei gusti in fatto di giocatori (sarà un caso che anche io abbia sempre amato i numeri 7, mentre i più blasonati numeri 10 non mi hanno mai particolarmente emozionato), e mi hanno fatto diventare quello che sono oggi.


Non è retorica dire che Gigi è uno di noi, perché voleva essere una persona libera in un calcio e in una società che non accetta chi non si allinea alla massa, chi non è conforme, chi non accetta l’ordine delle cose imposte dall'alto senza una spiegazione logica. Si vuole bene a Gigi Meroni perché era diverso, un po’ come ci sentiamo diversi noi granata, sempre fieri di esserlo.

mercoledì 30 settembre 2015

Croci delizie e un nuovo eroe per #ilbuoncalcio

Questo calcio moderno fa scorrere il tempo così in fretta che non si riesce a stare dietro agli eventi, e anche gli stati d'animo che possono andare dall'euforia, alla depressione e viceversa si accavallano, come quando si va sulle montagne russe e tra salite ripidissime, discese che ti tolgono il fiato e giri della morte ad un certo punto non riesci nemmeno a capire bene dove cavolo ti trovi.
E da questo punto di vista il Toro di questo inizio stagione è proprio così: non fai tempo a farti girare le balle a causa della prima sconfitta stagionale con il Chievo, che pochi giorni dopo assisti ad una partita epica, dove i granata hanno dominato e non contenti si son concessi il lusso di battere il Palermo finendo la partita in nuove uomini, quando già si stava giocando in 10 da una quarantina di minuti.

I giorni prima della partita già si assisteva alle prime arricciate di naso con tifosi, che sempre all'insegna dell'equilibrio, già dicevano che questa squadra non fosse all'altezza, ma #ilbuoncalcio si è ripresentato più grande e più bello che pria nel match in casa contro i rosanero.
Nemmeno gli infortuni che stanno falcidiando lo spogliatoio granata (dopo lo stop di Peres durante la partita col Chievo, questa volta è toccato a Baselli che si fermerà per una ventina di giorni) frenano la voglia dei ragazzi di Giampierone, che con Zappacosta titolare, ed il duo d'attacco di esperienza Quagliarella ed il rotondetto Maxi Lopez si battono subito alla grande contro i palermitani.
Ma segnare non è stato facile, perchè come sempre più frequentemente accade, gli avversari al cospetto de #ilbuoncalcio decidono di chiudere tutti gli spazi, di aspettare nella propria metà campo sperando nell'errore fatale. 

Ma dopo quasi tutto il primo tempo con in mano il pallino del gioco, e dopo aver rischiato soltanto sugli sviluppi di un calcio di punizione fischiato ingiustamente (e costato l'ammonizione di Molinaro che nel corso della partita inciderà non poco) il Toro passa con un gol (poi alla fine diventerà autorete) di Maxi Lopez.
Il rientro in campo per il secondo tempo non cambia per nulla l'andamento della partita, anzi alla prima azione Maxi Lopez lancia per Benassi che al volo tira fuori dal cilindro qualcosa che da queste parti non si vedeva da decenni. La palla va sotto il sette del palo più lontano ed è davvero un'apoteosi.

Sarebbe finita lì la partita, se non fosse che le partite del Toro non finiscono davvero mai. Con la seconda ammonizione di Molinaro i granata si trovano a dover giocare più di 30 minuti in 10 uomini. Questo fa prendere coraggio ai palermitani, che pur non dominando totalmente il gioco riescono ad accorciare le distanze.
Nel frattempo sono subentrati Gaston Silva, Acquah, e Obi, in campo rimane un Vives strepitoso, che ancora una volta dimostra di essere il Profeta in campo de #ilbuoncalcio.

Ma qui è giusto aprire una parentesi importante: già in tempi non sospetti, noi de #ilbuoncalcio sostenemmo che quest'anno ci sarebbe stato un giocatore che ci avrebbe dato grandi soddisfazioni, e lo dicemmo già alla prima apparizione ufficiale. E domenica il giocatore in questione ha deciso di non deludere le nostre aspettative entrando, potremmo dire a piedi uniti, sulla panchina del nostro cuore.
Joel Chukwuma Obi non era entrato da molti minuti, ma si era subito mostrato grintoso e con la giusta cattiveria che richiedeva il suo ruolo, Si era anche distinto, oltre che per il pressing sugli avversari, per un'ottima ripartenza che aveva prodotto un buon lancio per Quagliarella davanti alla porta.
Poi la partita si innervosisce, i giocatori del Palermo danno qualche calcione di troppo e l'arbitro non si dimostra altrettanto severo con i cartellini, come lo era stato nei confronti di Molinaro. Questo al giovane Obi non piace, ma visto come stavano andando le cose decide di adeguarsi a quella tendenza, ha tra i piedi il pallone ma gli sfugge e viene riconquistato da un giocatore avversario. A quel punto prova a riprenderlo ma ormai è irraggiungibile. Il suo takle però è già inesorabilmente partito con tutta la sua potenza, Il povero Vasquez non ha nemmeno il tempo di accorgersene, si ritrova a fare una capriola in volo e a ricadere sopra allo stesso Obi che stava continuando a scivolare nell'impeto della corsa. Ma purtroppo il direttore di gara non conosce #ilbuoncalcio e decide di applicare il regolamento e quindi rosso diretto e Torino in nove uomini.

A quel punto è un assalto all'arma bianca dei rosanero, palle lunghe verso la porta di Padelli, che vengono spazzate via senza troppi fronzoli.  I cinque minuti di recupero sono eterni, con i granata che resistono, fanno le barricate, e con lo stesso Quagliarella (ormai unica punta in campo) che nonostante la stanchezza aiuta i compagni in difesa.
Il Palermo va vicinissimo al pareggio che avrebbe significato la beffa, ma questa volta la traversa ci salva e si portano a casa 3 punti pesanti.

#ilbuoncalcio è tornato alla vittoria e si riprende il secondo posto in classifica a due punti dalla capolista Inter. Il campionato è naturalmente apertissimo, in tutte le zone della classifica, tra le prime della classe e e altre squadre distaccate di otto punti o più, che lottano per la salvezza nella massima Serie.
Gli infortuni in casa granata fanno diventare la prossima trasferta con il Carpi, una partita con molte novità in formazione e soprattutto con gli uomini risicati nei numeri. Ma abbiamo imparato a non vivere di alibi, per cui avanti così, sarebbero importanti altri tre punti in cascina, prima della pausa per la nazionale.

Continuiamo a godercela alla grande sempre nel nome de #ilbuoncalcio.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

martedì 22 settembre 2015

Guida su come gestire l'ansia vedendo #ilbuoncalcio al secondo posto

Ormai non si capisce più nulla. C'è aria di euforia e di cambiamento in tutto il popolo granata, anche le regole del buon calcio stanno cambiando radicalmente, e sembra passato un secolo quando il Toro faceva i conti per racimolare i sindacali 40 punti per la salvezza aritmetica.
Nemmeno il tempo di sacramentare per il pareggio con il Verona, con già alcuni tifosi smoccolanti "Ecco la solita storia, vinci due partite e poi ecco che pareggi coi veronesi", che i granata si presentano al loro pubblico, e non soltanto vincono e convincono contro la Sampdoria, ma lo fanno con sicurezza da prima della classe, con superiorità mai vista prima, senza patemi, come se fare due gol ai blucerchiati (e sbagliarne almeno altrettanti) fosse il minimo sindacabile per chi pratica #ilbuoncalcio. Mandata in soffitta (almeno per questa domenica) la regola del "gol di cortesia" con il quale il Toro accoglieva l'avversario offrendogli l'onore di passare per primo in vantaggio, i ragazzi di Giampierone sfoderano un primo tempo di lusso, con Bruno Peres che sembrava Cafù, Quagliarella che segna una doppietta d'altri tempi, Acquah e Molinaro che corrono veloci come un motorino, Vives che gioca bene soltanto perchè è Vives, e addirittura Padelli che non sbaglia nemmeno un intervento. Nessuno, ma proprio nessuno dei giocatori ieri, compresi quelli in panchina, hanno commesso errori. Il Toro, e di conseguenza #ilbuoncalcio in solitario al secondo posto a soli due punti dalla vetta con altre squadre piemontesi, costrette invece a rubacchiare qual e là con compagini di pari livello per non rischiare la retrocessione, distanziate di ben 6 punti.
Ed ecco quindi, che in queste situazioni, viene fuori l'essenza del tifoso granata, fatta di equilibrio nei giudizi e tranquillità nel gestire le proprie emozioni. Chi a settembre diceva che quest'anno avremmo di nuovo lottato per la salvezza, anzi senza Darmian saremmo certamente retrocessi non in B ma direttamente in Lega Pro, già sta prenotando il volo per la finale di Champions della prossima stagione, chi finge di contare i punti che mancano alla salvezza, ma in realtà sta segretamente calcolando quanto sia la quota minima per poter vincere lo scudetto. Pare che il lunedì mattina all'alba siano stati visti tifosi del Toro entrare nelle chiese più vicine di tutta Italia, per poter fare offerte votive, e accendere ceri in gran quantità come richiesta di grazie calcistiche.
Tra promesse di pellegrinaggi, di voti sacri e laici, il tifoso del Toro si è messo subito al lavoro sfoderando statistiche, report di rendimento per valutare se ci sia la possibilità di avere la qualificazione Champions già entro il mese di novembre, massimo dicembre.
Per alcuni Giampierone è passato da essere un mezzo rimbambito ad un Beppe Guardiola ma con l'aspetto più giovanile, altri stanno rivalutando addirittura la lunghezza delle braccia di Urbano.

Anche i comportamenti con gli amici tifosi di altre squadre sono cambiati radicalmente. Si entra in ufficio o a scuola con il petto in fuori, e con un espressione di superiorità in viso. 
Si va dal collega o compagno gobbo e con puro spirito decoubertiniano, gli si spiega come gestire psicologicamente la fatica di tifare una squadra in lotta per la salvezza, li si consola con pacche sulle spalle, accompagnati da gesti dell'ombrello o altri epiteti. 
Insomma c'è una gioia, un orgoglio, un'euforia e una voglia di Toro che non si respirava dal 1976, e tutto questo è magnifico naturalmente, poter andare allo stadio, o aspettare con ansia la domenica per vedere la partita e sostenere i nostri colori non è più solo un dovere, ma sta diventando sempre più un piacere.

Però fratelli miei, mettiamoci dei mattoni attaccati alle caviglie e cerchiamo di godercela tenendo tuttavia i piedi ben ancorati al terreno. Il campionato è appena iniziato ed è ancora lunghissimo, il Toro è infarcito di parecchi giovani che hanno bisogno di giocare con serenità, senza montarsi la testa, senza voli pindarici, #ilbuoncalcio rende al massimo quando si ha la mente sgombra e soprattutto quando non si perde l'umiltà.
Per poter gestire tutte queste emozioni positive a cui da tempo non siamo abituati, è consigliabile rivedere e ripesare a momenti meno felici: dai 3 legni di Amsterdam, al palo di Dorigo, dal rigore di Cerci o anche ai ricordi più classici delle trasferte a Cittadella o Castel di Sangro.
Quindi calma e gesso. Domani abbiamo già un'altra partita da giocare contro un Chievo che sta ben figurando ad ogni apparizione, quindi testa bassa e pedalare.
In fondo mancano ancora un'ottantina di punti per lo Scud....ehm una trentina di punti alla salvezza.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

mercoledì 16 settembre 2015

Il Toro diesel e l'inopportuno Irrati frenano #ilbuoncalcio

L'inopportuno Irrati
E’ bello rispolverare le sane e vecchie abitudini. Nel calcio come nella vita è giusto ogni tanto rivivere le proprie tradizioni, ed assistere a vecchie pratiche che danno lustro al calcio italico.
E quindi dopo un po’ di partite in cui il Toro era stato diretto con arbitraggi per lo meno decenti, se non (con sommo stupore) eccellenti, ecco che la domenica di buon calcio con il match all’ora di pranzo (sempre comodo per chi vuole seguire le
partite allo stadio) contro il Verona, vede ritornare il tanto amato “arbitraggio casalingo” che naturalmente vale sempre quando il Toro gioca in trasferta.
Il Signor Irrati infatti ha commesso due grosse cagate (un rigore inesistente dato ai giallo blu, ed un rigore negato ai granata per un fallo di mano pallavolistico nell’area veronese) che hanno certamente influito sul risultato finale.
 
L'esordio di Belotti
Ma #ilbuoncalcio non ama piangersi addosso, anzi, è necessario analizzare questo pareggio avvenuto con l’ennesima rimonta sottolineando le luci e le ombre dell’incontro.
Bisogna dire che il weekend era iniziato alla grandissima con l’anticipo del sabato sera, una partita importante che vedeva la capolista Chievo contro l’ultima della classe. Come sempre il giuoco del calcio non smette di stupire e nonostante il divario tecnico, una tenace Juve riesce a fermare la corsa verso il titolo dei veneti mettendo in cascina un punto che in ottica salvezza risulterà davvero prezioso. Nota a margine al Chievo è stato annullato un gol regolare mentre il rigore per i bianconeri è sembrato un po’ tirato per i capelli, ma in fondo questa è una bella notizia a dispetto di tutti quei tifosi in mala fede che dicono che gli arbitri aiutino sempre le squadre forti.

Noi granata invece incontravamo l’altra sponda di Verona, e ci presentavamo con la difesa praticamente reinventata. La pausa per le Nazionali ha fatto molto male alla truppa di Giampierone, e con Maksimovic fratturato, Moretti infortunato, e Benassi pure, il Mister ha dovuto fare i salti mortali per poter presentare una squadra coerente con il modulo de #ilbuoncalcio. E allora ecco Molinaro fare il centrale destro alla bisogna, Bovo a sinistra e Avelar e Peres esterni. Novità invece gradita è l’esordio dal primo minuto di Obi e Belotti in attacco di fianco a Quagliarella.
L’inizio piuttosto lento dei nostri e della partita in generale non aumentano la fortuna dei granata che al primo brutto fallo vedono fermarsi proprio Avelar che non riesce proprio a continuare. Allora ecco entrare Jansson che a quel punto prende il posto di Molinaro che si sposta terzino sinistro.

Il primo tempo è brutto da entrambe le parti, Toro sempre lento, guardingo e macchinoso produce poco, il Verona non è tanto meglio dei granata ma si mostra più pericoloso anche se impreciso.
Alla fine del primo tempo si spera che Giampierone faccia il solito cazziatone generale (le espressioni facciali e le mimiche del Mister in questo match si sono davvero superate) che tramuti la squadra da un ammasso di mollezza in una corazzata di buon calcio.
Non si ha però nemmeno il tempo di rendersi conto dei risultati del cazziatone Venturiano, che ecco il Signor Irrati salire in cattedra e diventare (inopportuno) protagonista, ed appena vede entrare in area Juanito, toccarsi con Jansson e capitolare a terra subito fischia il rigore. Peccato che sia proprio Juanito a commettere fallo sul biondissimo granata che non fa assolutamente nulla per buttare a terra l’avversario.
Ma son cose che capitano purtroppo, sbagliare è umano, e pensare male non è certo caratteristica del buon calcio. Dopo aver detto al direttore di gara quello che si pensava di lui e di tutto il suo ceppo famigliare, ecco Toni che insacca dal dischetto, ed ennesima partita in salita per i granata.


Ma come ormai siamo stati abituati a vedere, questo Toro si accende proprio nelle difficoltà, e con la scesa in campo di Acquah al posto di un ancora appesantito Obi, il centrocampo granata acquista in corsa e fisicità, quello che è necessario per recuperare una partita difficile con il campo appesantito anche dalla pioggia. Il Toro infatti inizia ad avanzare e a diventare via via più pericoloso, e un aiuto decisivo lo dà l’esperienza e il peso di Maxi Lopez che subentra alla giovane speranza Belotti.
Da quel momento il Toro assedia l’area di rigore veronese e dopo aver sfiorato il pareggio prima con Molinaro (gran partitone) e poi con Capitan Glik, ecco arrivare il gol, con Quagliarella che tira di potenza, il portiere para ma non trattiene, e la palla arriva sui piedi di un accorrente Baselli che si prende il lusso di mettere il suo nome sul tabellino dei marcatori per la terza volta in 3 partite di campionato.
Non c'è nemmeno il tempo di far l'abitudine al pareggio che pochi minuti dopo il Verona passa di nuovo in vantaggio con un colpo di testa velenosissimo ancora di Juanito che supera Padellone, che proprio non ci arriva a toccare quella palla.

Se il primo tempo è stato noioso e brutto da vedere, soprattutto per quanto riguarda il Toro, il secondo tempo è ora un capovolgimento di fronte continuo e pochi minuti dopo il vantaggio giallo blu ecco l'inesauribile Molinaro correre veloce sulla sinistra e crossare in mezzo, il portiere smanaccia fuori dall'area ma il pallone finisce tra i piedi di Acquah che al volo fa partire un tiro chirurgico che passa a fil di palo e rimette tutto in discussione.
Ora i granata sono caldi e spingono come sanno fare, il Verona si difende, spesso tirando qualche calcione di troppo ma è sempre pericoloso. Al 34' altro momento di protagonismo di Irrati: c'è un pallone alto che sorvola l'area dei veneti, Moras salta con le braccia alzate e colpisce il pallone con la mano, sarebbe rigore...in qualsiasi altro campo del mondo, ma non domenica al Bentegodi di Verona, anzi è fallo in attacco del Torino.
La partita si va a chiudere con un Toni che tenta di svenire ogni volta che entra in area e che finalmente viene (stranamente) ammonito dall'arbitro.

Pareggio importante e meritato per come è venuto fuori, certo continuano ad esserci i primi tempi sempre lenti e impacciati, e questa squadra sembra reagire soltanto dopo aver preso il primo schiaffone.
Giampiero che invita Irrati ad un arbitraggio più adeguato

Decisivi gli ingressi di Acquah e Maxi Lopez, purtroppo la sfiga ci sta penalizzando con gli infortuni ma non deve questo diventare un alibi. Bene ha fatto Giampiero a tirare le orecchie a tutti, la stagione è iniziata bene, ma è giusto che si tengano i piedi per terra e la giusta umiltà, perchè come ogni anno quando il Toro scende in campo per fare la fighetta il Toro perde, e noi tutti ben sappiamo che #ilbuoncalcio detesta le fighette.

Quindi testa bassa, e pronti ad affrontare la Samp, siamo sempre nelle zone alte della classifica e vogliamo iniziare a prenderci gusto nel restarci.

Forza Toro Sempre

Igor Stasi

giovedì 3 settembre 2015

Tra le bombe di Baselli e quelle di mercato #ilbuoncalcio va a +6

Cercherò di non essere noioso e prevedibile. Noi de #ilbuoncalcio siamo gente sportiva, che ama lo sfottò ma che certo non mette il dito nella piaga. Non parleremo quindi in questa sede, del fatto che alla seconda giornata, mentre il Toro si trova a punteggio pieno, un'altra squadra che gioca a Venaria si trova ancora a zero vittorie, con zero punti, con tre gol subiti in due partite e due segnati, con sei punti in meno rispetto ai granata e conseguentemente ultima in classifica. 
Noi siamo signori e non faremo le solite battute di bassa lega "oggi fa caldo vado a Venaria che sono a -6" o "Hey tu, la sai l'ultima? La Juve", non diremo che il campionato dovrebbe essere chiuso ora, in modo da farli retrocedere così su due piedi. 
Noi siamo discepoli de #ilbuoncalcio e sappiamo cosa sia la sportività, e auguriamo quindi ai nostri cugini di continuare così, a dare soddisfazioni ad almeno il 50% dei tifosi d'Italia e nel mondo, certi che usciranno da questo momentaccio, e mal che vada rassicurandoli che se il prossimo anno giocheranno le partite di sabato, in fondo è una cosa che si supera, ed anzi alla lunga lascia liberi di potersi occupare dei propri hobbies e dei propri cari durante le domeniche.
Anche Giampiero è d'accordo nel chiudere anticipatamente il campionato

Chiusa questa doverosa parentesi sul bello dello sport, passiamo alla domenica che abbiamo vissuto, con la prima partita in casa di questa stagione 2015/2016, contro i nostri fratelli della Fiorentina.
Per l'occasione sono ritornato alle origini, rimettendo piede in uno dei luoghi dove il tifo per #ilbuoncalcio ha avuto e vissuto momenti storici impareggiabili, cioè il Toro Club Bra pronto per l'occasione, con tutti i suoi fedelissimi protagonisti in posizione per iniziare una nuova stagione. 
L'umore è sempre il solito, si va dall'euforia alle volte immotivata, al pessimismo cosmico di chi borbotta che "sì ci sono tanti giovani, però Cairo ha venduto Darmian quindi dove pensiamo di andare?"
Ma finalmente l'arbitro fischia e il copione è sempre ormai il medesimo: Toro lento e un po' macchinoso, Fiorentina che spinge e ci mette in difficoltà soprattutto a centrocampo, primo pallone che sorvola la nostra area, difesa che dorme, gol della Viola e Toro subito sotto. Anche le reazioni sono sempre le medesime, i vecchietti del Toro Club passano dal "Dai è solo l'inizio possiamo recuperare" allo "Ecco vedi, se uno vende Darmian questo è quello che succede, siamo peggio dell'anno scorso", il mio cellulare squilla ed è il Garabello che scrive "iniziamo bene, siamo sempre degli squallidi" ed io che sacramento silenziosamente ma che riesco a rimanere moderatamente calmo, ormai consapevole che per il Toro è diventata una tattica ormai consolidata farsi segnare nei primi minuti, un po' come gesto di cortesia nei confronti dell'avversario, un po' per dare quel tocco di suspense in più al pubblico pagante e non, che si annoierebbe davvero a morte a vedere la propria squadra del cuore vincere facile con 8 gol di scarto.
Ad aggiungere un po' di pepe al tutto ci pensa l'autore del gol, Alonso, che appena sceso dalla McLaren pensa bene di farci gol, andare sotto la Maratona e mimare il gesto del torero, innescando da quel momento e durante tutti i 90 minuti di gioco, fischi ed epiteti di ogni genere a lui e a tutta la sua parentela.

Non vi è molto tempo per tranquillizzarsi, perché la Viola continua a tenere le redini del gioco e a farsi pericolosa, e da una di queste azioni ecco che vi è uno scontro nell’area granata seguito dal fischio del direttore di gara che indica il dischetto del rigore. In quel momento si assiste alla prima immagine epica di tutto il match: Daniele Padelli che siamo solito vedere dall'aspetto piacione e sereno che tanto lo fa piacere alle donne di tutte le età, si trasforma improvvisamente in un Robert De Niro nella parte di Travis Bickle in Taxi Driver (ma molto più incazzato) e guardando minacciosamente il povero Tagliavento inizia a ripetergli a raffica “Non guardare gli altri guarda me, stai scherzando vero?!” ripetendoglielo per una quindicina di volte. A questo punto il direttore di gara si porta verso il suo collega posto sulla linea di fondo campo che in effetti gli fa notare che non vi era stato nessun fallo, tanto da fargli cambiare idea e ripetere a Padellone, che stava nel frattempo caricando la sua 44 Magnum, che si era sbagliato e che si scusava tantissimissimo.

Intanto come d'abitudine per i granata come i migliori diesel iniziano a carburare e a farsi vedere davanti alla porta viola, prima con Martinez che non tocca per un millimetro un cross basso di Avelar, e poi con Quagliarella che costringe al miracolo Tatarusanu con un colpo di testa insidioso. Anche Maksimovic sul finale di tempo sfiora la rete di testa su calcio d’angolo, ma niente da fare, la palla non entra e si torna negli spogliatoi con l’ennesimo risultato in salita.

Al ritorno in campo dei granata, si spera che le parole di Giampierone possano aver dato la giusta scossa ai suoi ragazzi, inizialmente non sembra così, Martinez messo in coppia con Quagliarella non è abbastanza efficace ed infatti viene sostituito da Maxi Lopez.
E qui si assiste al secondo epico momento della partita: il buon Maxi è appena entrato quando il pallone giunge tra i piedi di Alonso, il genio che aveva fatto il torero sotto la Maratona. L’argentino non aspettava altro, lo punta, gli corre incontro e lo sgambetta senza nemmeno provare a prendere il pallone. L’arbitro naturalmente fischia e tira fuori il giallo, e Lopez si scusa col direttore di gara facendogli capire che aveva ragione, ma doveva proprio farlo era stato più forte di lui.
Il Toro però sembra aver cambiato faccia, prende sempre più l’iniziativa rispetto agli avversari ed al primo corner utile, ecco Emiliano Moretti che si vede arrivare un pallone a mezza altezza che prontamente tira al volo mettendo fuori discussione difesa e portiere della Fiorentina.

Ecco quello che ci voleva, bisognava sbloccare il risultato per poter rivedere il buon calcio in tutta la sua potenza. Infatti da quel momento si vede un altro Toro, quasi come se fino a quel momento i granata si fossero risparmiati per poter dare tutto nel secondo tempo. La Viola non tiene più un pallone, noi dominiamo a centrocampo, Baselli ricomincia a verticalizzare meravigliosamente, Peres e ad Avelar corrono a doppia velocità rispetto agli avversari.
E sono trascorsi infatti pochi minuti dal pareggio di Moretti, che un lancio in profondità vede Quagliarella partire sul filo del fuorigioco, bruciare la difesa e con un colpo sotto battere per la seconda volta l’estremo difensore.
Si esulta al Toro Club Bra, un’altra volta il Toro è rinato nel secondo tempo, e anche Quagliarella va sotto la Maratona con tutta la squadra a fare festa.
Ma ormai i granata non si fermano più, ogni azione potrebbe essere quella buona per il terzo gol, ed ecco Baselli, che rispetto ai primi 45 minuti sembra un altro giocatore, prendere l’iniziativa saltare Borja Valero e prendere la mira. Tutti, allo stadio come al Toro Club sapevamo che avrebbe tirato, ma mai avremmo immaginato che sarebbe partito un bolide simile. Nemmeno il tempo di vederlo partire che la rete della porta sotto la Maratona si gonfia.
E’ l’apoteosi, al Toro Club si è tutti in piedi ad applaudire, io quasi litigo con il tifoso vicino a me che aveva passato tutta la serata a dire che avevamo un centrocampo che faceva cagare, ma alla fine quando il Toro segna, si ritorna tutti amici in pochi secondi.

Il finale di partita va liscio come l’olio, Quagliarella sfiora la quarta rete, ma va bene così, il Toro è a punteggio pieno, ma soprattutto ha carattere, entusiasmo, voglia di vincere, non è perfetto ma è il Toro e questo ci basta.

Il campionato è lungo naturalmente, ma per la prima volta dopo tanti anni si respira un’aria di curiosità e di speranza attorno a questa squadra, e bisogna essere onesti dicendo che il mercato che si è appena concluso (con l’arrivo negli ultimi minuti del giovane regista Prcic) è stato finalmente fatto nel modo e nei tempi giusti.
Personalmente ero molto diffidente nei confronti di Urbano (e visti i precedenti ne avevamo tutti ben donde) ma alla fine, questa volta, il Presidentissimo ha fatto il proprio dovere, utilizzando i proventi della vendita di Matteo Darmian per acquistare giovani promettenti con esperienza in Serie A (tre titolari della Nazionale Under 21 più Benassi confermato ed acquistato dall'Inter erano da un po’ che non si vedevano) e tenendo i pezzi pregiati della nostra difesa Peres, Maksimovic e Capitan Glik. L’auspicio è che anche in futuro si continui su questa strada, certamente l’opinione e l’influenza di Giampierone ha fatto la sua parte ed anche questo, un giorno, dovrà essergliene dato atto, ad un allenatore che ha fatto certamente molto di più di quello che si pensi.

Gli ingredienti per vivere quindi un’altra stagione di buon calcio ci sono tutti, ora tocca a noi, a quelli che il Toro lo seguono, stare vicini a questa squadra, spingerla nei momenti esaltanti come questi o sorreggerla e aiutarla quando arriveranno i momenti più duri. Il solo lamento e brontolio non sono utili a nessuno né alla squadra né tanto meno a noi stessi, e piangersi addosso non è certamente un requisito del buon calcio, anzi.


Quindi buon campionato a tutti.
Teniamo botta.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

martedì 25 agosto 2015

#ilbuoncalcio passa in testa!!

Sarebbe dovuto succedere prima o poi. Sarebbe dovuto arrivare il giorno in cui il buon calcio avrebbe avuto il giusto riconoscimento, non solo da chi ormai è entrato a far parte dei discepoli di questa filosofia, ma anche dalla classifica, ponendo il Toro finalmente tra le prime della graduatoria del calcio italico. Ed eccoci qua, Toro primo in classifica a punteggio pieno, squadra dell'hinterland torinese a zero punti, e il bene che vince finalmente sul lato oscuro della forza. Se ci fosse una giustizia divina il campionato dovrebbe chiudersi oggi, facendo vincere lo Scudetto a 9 squadre contemporaneamente, e facendo retrocedere tre squadre a scelta che sono attualmente a 0 punti, anzi siamo buoni, ci accontenteremo anche di una sola retrocessione da scegliere a caso tra tutte le squadre piemontesi (o sedicenti tali) che in questo momento sono ultime in classifica. Invece, purtroppo, abbiamo solo passato la prima giornata di campionato e ci aspetta un cammino lungo e tortuoso che chissà dove ci porterà. 
Ma chi ben comincia è a metà dell'opera, e questa volta il Toro non ha sbagliato il colpo, porta a casa tre punti che fanno prima di tutto morale, che conferiscono ancora più convinzione ad una squadra giovane che però è sapientemente guidata dalla vecchia guardia di giocatori, che assieme al buon Giampiero, hanno già fatto capire i precetti chiave del buon calcio.
Giampiero indica la via per il buon calcio

Naturalmente vincere non significa avere la vita facile, anzi, quando una squadra vince facile certamente non sta facendo buon calcio, e vi dico la verità nemmeno riuscire ad assistere a questa partita non è stata cosa semplice, visto che tornavo proprio domenica sera dalle vacanze e sono stato costretto a seguirla in streaming, con un link davvero pessimo.
Più che una cronaca sarà quindi una somma di impressioni che ho potuto vivere, visto che le immagini si bloccavano ogni 5 minuti e più che ad una telecronaca ho dovuto assistere ad una rassegna di diapositive, pregando ed imprecando perchè si sbloccasse in modo da poter capire dove stesse rotolando la palla.

Avversario della prima di campionato era il Frosinone neo promosso, allenato da una vecchia conoscenza come Roberto Stellone, l'atmosfera al Matusa era quelle delle grandi occasioni, il pubblico di casa è accorso in massa per non perdersi la prima storica apparizione in serie A, facendo sentire tutto il suo calore ed entusiasmo. Impresa quindi non facile per il Toro, che si trova ad esordire di fronte ad una squadra trascinata dall'entusiasmo della sua gente e con la voglia di giocare un bello scherzetto ai granata.

Con tutte queste premesse ecco che si inizia e la legge del buon calcio è subito implacabile: il Toro parte lento, studia gli avversari ma non morde, cosa più che naturale visto che la cortesia verso l'avversario è un aspetto sempre fondamentale. E' quindi normale che alla prima occasione utile il Frosinone passi in vantaggio, con l'intera nostra difesa a fare le belle statuine, guardando Soddimo insaccare indisturbato portando davanti i suoi dopo appena 7 minuti di gioco. Ma è tutto normale, in fondo è giusto dare qualche soddisfazione al pubblico di casa, e dargli la possibilità di assistere al primo gol della loro squadra del cuore in massima serie: anche questo è buon calcio.
Soddimo ringrazia il buon calcio per averlo fatto segnare

Non riuscivo a capire se avere più il nervoso per il risultato, o per il maledetto streaming che continuava a mandarmi le diapositive dell'evento (Baselli che passa la palla ma lei rimane ferma a mezz'aria e non saprai mai dove andrà a finire, Glik che fa un retropassaggio a Padelli e tu rimani lì fisso a guardare l'immagine ferma per un minuto, terrorizzato nel pensare se l'avrà presa oppure no) o per il risultato già in salita.
Ma stiamo parlando del buon calcio, e come scriveva la mia amica Vanessa solo una settimana fa, commentando il match di Coppa Italia, "subire gol è una cosa positiva, perchè porta la squadra a reagire e a fare di conseguenza buon calcio". E allora riponendo fiducia nelle parole del sommo Giampiero aspettiamo questa reazione che in effetti avviene, e seppur le azioni si vedevano a singhiozzo sono certo di aver capito che sia Quagliarella che Maxi Lopez, hanno successivamente avuto sui piedi la palla del pareggio.
Ma nulla da fare si va negli spogliatoi ancora in svantaggio e questo genera non poco fastidio.
Al rientro in campo il Toro sembra in palla, il Frosinone si rende pericoloso chiedendo un rigore che tuttavia sembrava molto tirato per i capelli, ma i granata riprendono subito in mano il gioco, cambiando ancora il ritmo e finalmente su un bel cross di Avelar ecco il tiro al volo di Quagliarella, e finalmente il risultato è di nuovo di parità e c'è tutto il tempo per effettuare il sorpasso.
Il vecchio Quaglia che esulta per la gioia di tutti i "veri" tifosi
Naturalmente in quell'istante io il gol non son riuscito a vederlo perchè mentre la palla era in volo durante il cross di Avelar lo streaming si è bloccato, quindi abbiamo capito della rete solo grazie all'audio (in inglese) che diceva che qualcuno aveva segnato.

Ma va bene lo stesso, l'importante è che il Toro recuperi questa partita, e i ragazzi di Giampiero non si fanno certo pregare, e dopo solo 4 minuti ecco che il giovane Baselli (ormai idolo delle folle incontrastato) riceve la palla, salta un avversario si accentra, e lascia partire un bel tiro, bloccato a metà dallo streaming ma non dal portiere avversario. Si risente il commentatore urlare alla rete, si gioisce in casa di mia madre, tra me, lei e mia sorella, si cerca di vedere almeno il replay per capire come quella palla sia entrata, ripromettendosi di rivedere le immagini alla Domenica Sportiva.
Baselli sempre più interprete massimo del buon calcio..dopo Vives naturalmente
Ora si inizia a ragionare, i ragazzi sembrano avere in pugno la situazione, si sfiora il terzo gol due volte con Martinez subentrato a Lopez, Ventura si copre mettendo in campo Acquah e poi chiudendo il cerchio con l'immancabile Vives al posto di uno splendido Daniele Baselli.

Tre punti importanti, il gioco ogni tanto si inceppa, ma è molto confortante vedere una squadra che non perde mai la calma e la testa nei momenti difficili, e che soprattutto è già riuscita a raggiungere un buon livello di intesa tra "vecchi giocatori" e i nuovi arrivati che pur avendo un'età giovane sembrano già aver assorbito i precetti chiave del buon calcio.
Resta la curiosità di vedere all'opera altri due nuovi arrivi come Zappacosta e Belotti per capire quanto questo Toro possa essere forte, e dove soprattutto si potrà arrivare mostrando #ilbuoncalcio in giro per l'intero stivale.

Noi saremo presenti e ve lo racconteremo.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

lunedì 17 agosto 2015

Torna la Coppa Italia e con lei #ilbuoncalcio!

La redazione de #ilbuoncalcio non va in vacanza ma rimane per commentare le imprese del nostro Toro! Il caporedattore ha già fatto le valigie per le sue meritate ferie, ma il resto dello staff non vi abbandona MAI!

Eh sì, ormai abbiamo passato la metà di agosto, il sole non è più cocente come lo era qualche settimana fa, molti stanno assaporando le ultime giornate di ferie e tutto sta tornando… anche il calcio, anzi, #ilbuoncalcio. Domenica 16 agosto infatti c’è stata la prima partita del Toro in Coppa Italia e noi siamo qui a rendervi partecipi delle emozioni del match.

La partita inizia con il solito piede che ormai noi siamo abituati a vedere, ovvero con il NULLA: per 20 minuti buoni il Toro non ha fatto niente in campo, ha lasciato ampiamente giocare il Pescara, concedendo spazi, giochi, passaggi e tutto ciò che si può lasciare ad una squadra avversaria, compreso un goal. Al 17’ infatti il Pescara calcia il suo primo angolo e Ichazo si trasforma improvvisamente in Padelli, sbagliando completamente le tempistiche di uscita dalla porta: Fornasier di testa colpisce la palla che colpisce il palo e che rimbalza sulla schiena del nostro portiere, per poi finire direttamente in rete.

Inutile riportare qui i sentimenti provati da me e da tutti i tifosi del Toro. L’esaustiva immagine qui del nostro allenatore dice tutto. 
Il pubblico comincia a rumoreggiare, e me ne accorgo io che sto guardando la partita dalla TV, quindi figuriamoci i giocatori in campo, che sicuramente iniziano a temere di non riuscire ad uscire vivi dal campo se il match terminasse così. Ichazo continua a darci brividi (di terrore) sulla gestione dei retropassaggi ed inizio a dubitare di questo nuovo acquisto (ad onor del vero dirò che queste sono le uniche sviste del portiere in tutta la partita; in seguito ha giocato in maniera eccellente). Tra tutti i giocatori molli e a tratti supponenti che sono in campo spicca solo Bruno Peres, che corre su è giù a recuperare palla e a cercare di portarla in avanti.
Ed è proprio grazie a lui che nasce l’azione che porta al pareggio del Toro: Peres passa a Quagliarella che altruisticamente scorge il giovanissimo Baselli, a cui passa palla e il quale non delude nessuno, mettendola così in rete. E’ quasi un tripudio: a Baselli sono bastati 27 minuti di gioco per diventare il nuovo idolo delle masse granata.

Da questo episodio in poi la partita muta drasticamente: il Toro molle e arrogante scompare, per lasciare spazio ad una squadra vogliosa di fare goal, che non perde occasione per andare avanti e metterla dentro. E’ proprio con questo spirito che Acquah, 5 minuti dopo il pareggio, porta il Toro in vantaggio, sfruttando con caparbietà un rimpallo favorevole. (A proposito di questo goal, che molti hanno definito un goal di “fondoschiena”: non sono d’accordo. Molti attaccanti – ed Acquah non lo è – dopo aver visto un loro tiro fermato da un difensore avrebbero imprecato perdendo completamente di vista l’azione di gioco, e quindi palla. Acquah invece non ha mollato il suo obbiettivo e ha continuato a puntare alla porta avversaria: questa sua tenacia lo ha premiato.)
Baselli possiede già le conoscenze de #ilbuoncalcio

Il primo tempo si conclude con un Toro che gestisce la partita al meglio per riuscire ad arrivare alla pausa con il vantaggio. Nel secondo tempo però, dopo i soliti 5 minuti iniziali concessi alla squadra avversaria (perché il buon calcio è cortesia), i granata ripartono con una grinta straordinaria ancora mai vista in campo durante la serata: è soprattutto Quagliarella che tenta in tutti i modi di segnare, ma anche Maxi Lopez utilizza al meglio il suo fisico per frasi spazio tra i difensori. Baselli ormai è incontenibile, corre avanti ed indietro a recuperare palla e a creare azioni interessanti, e se non fosse per la sua giovane età lo si potrebbe quasi definire il regista del Toro. Tra tutte queste bellezze in campo l’unico che sfigura un po’ è Glick, per il quale proprio non è giornata (in effetti uscirà a causa di crampi).

Tutto questo indaffararsi del Toro fa sì che al 22’ segni Maxi Lopez e perciò la partita sembra decisamente chiusa. Ci pensa però Martinez a mettere la parola fine: appena entrato in sostituzione di Lopez, fa uno di quei goal che io amo tanto, quelli in cui un giocatore prende la palla e va avanti, corre, non si ferma, inizia a sentire nelle orecchie il pubblico che lo spinge in avanti con il suo tifo, e questo boato lo gasa sempre di più fino a concludersi con una rete sotto la Maratona che fa esplodere lo stadio.

L’ultimo quarto d’ora è solamente la squadra di casa che continua a spingere fino a concludersi con il palo di Quagliarella al 45esimo, a riprova maggiore della sua voglia di segnare a tutti i costi.

A partita conclusa si può dire che abbiamo visto un bel Toro che a mio parere però non può concedere troppo nei momenti iniziali alla squadra avversaria: il Pescara ci ha fatto un solo goal, ma altre squadre ne avrebbero approfittato per falciarci, e lì sarebbe stata dura recuperare. Ventura a fine partita ha commentato che andare in svantaggio è stato un fatto positivo (!!) perché saremmo potuti andare in ansia (!!!) oppure reagire (!!!!).
Non è buon calcio senza Peppe Vives
 Ecco, io preferirei non avere come alternativa l’andare in ansia, anche se questa massima comunque diventerà subito un nuovo dogma del buon calcio. Il mister poi ha anche spiegato il perché della panchina di Maksimovic: dato che per lui ultimamente è stato un periodo a dir poco turbolento non era il caso che giocasse. E qui do pienamente ragione a Ventura, perché Maksimovic avrebbe giocato con una tensione addosso che non lo avrebbe portato da nessuna parte; inoltre, al suo primo sbaglio, molti tifosi avrebbero iniziato a dire “Ecco, si è già venduto”, “Vedi che vuole proprio andarsene?” e cose simili, quindi è stato un bene evitare situazioni ostiche.
Maxi Lopez festeggia mostrando alla curva il suo importante giro vita

Ed ora che ho terminato di commentare la partita, fatemi parlare del commento alla partita. Ho visto il match a casa, approfittando della diretta di Rai Sport. Fin da prima dell’inizio della partita il commentatore in studio dava per favorito il Pescara: diciamo che poteva anche starci, dati i precedenti, ma se dopo la fine del primo tempo, col Toro in vantaggio, continui a dire che il tuo pronostico è Pescara vincente, o sei masochista o sei cieco (oppure sei del Pescara e fai come me quando giocavo la schedina da piccola e mettevo sempre il Toro vincitore, qualunque squadra avesse contro.). Vero è che a fine partita ha dovuto ammettere che nel secondo tempo il Toro ha giocato bene. Ciò non toglie che durante tutta la partita i commenti parevano dire che i granata stessero vincendo solo grazie a numerosi colpi di culo, fino ad arrivare a dire “risultato assolutamente bugiardo”.
Questo è altamente ingiusto. Avessimo vinto 2 a 1 per via del goal di Acquah potrei anche dar loro ragione (anche se ho già spiegato di NO), ma 4 a 1 mi sembra un risultato più che soddisfacente. Delle squadre importanti che rimontano dopo essere state in svantaggio si parla sempre bene, descrivendo imprese eroiche di giocatori che in campo combattono contro draghi e serpenti e assicuratori. Il Toro invece è bugiardo. Ma ormai si sa, il buon calcio non è per tutti. Non tutti sanno che:
  • Segnare nei primi minuti della partita è scortese. Bisogna ospitare al meglio la squadra avversaria
  • Quando si va sotto di un goal è un fattore positivo, perché si può andare in ansia oppure si può reagire
  • Se vai in vantaggio nel primo tempo, non chiudere mai la partita prima del 45esimo: potresti innervosire l’ospite.
  • Se proprio ti va di chiudere la partita, concedi comunque un po’ di spazio all’avversario, dando così brividi (di paura) ai tuoi tifosi
  • Se poi davvero non puoi trattenerti dal segnare, fate un po’ come volete. Segnate e tentateci fino alla fine, perché il Toro è caparbio e tenace e non molla (quasi) mai.

Il burlone Giampiero irride il telecronista di Rai Sport

Alla prossima!
Vanex