martedì 22 settembre 2015

Guida su come gestire l'ansia vedendo #ilbuoncalcio al secondo posto

Ormai non si capisce più nulla. C'è aria di euforia e di cambiamento in tutto il popolo granata, anche le regole del buon calcio stanno cambiando radicalmente, e sembra passato un secolo quando il Toro faceva i conti per racimolare i sindacali 40 punti per la salvezza aritmetica.
Nemmeno il tempo di sacramentare per il pareggio con il Verona, con già alcuni tifosi smoccolanti "Ecco la solita storia, vinci due partite e poi ecco che pareggi coi veronesi", che i granata si presentano al loro pubblico, e non soltanto vincono e convincono contro la Sampdoria, ma lo fanno con sicurezza da prima della classe, con superiorità mai vista prima, senza patemi, come se fare due gol ai blucerchiati (e sbagliarne almeno altrettanti) fosse il minimo sindacabile per chi pratica #ilbuoncalcio. Mandata in soffitta (almeno per questa domenica) la regola del "gol di cortesia" con il quale il Toro accoglieva l'avversario offrendogli l'onore di passare per primo in vantaggio, i ragazzi di Giampierone sfoderano un primo tempo di lusso, con Bruno Peres che sembrava Cafù, Quagliarella che segna una doppietta d'altri tempi, Acquah e Molinaro che corrono veloci come un motorino, Vives che gioca bene soltanto perchè è Vives, e addirittura Padelli che non sbaglia nemmeno un intervento. Nessuno, ma proprio nessuno dei giocatori ieri, compresi quelli in panchina, hanno commesso errori. Il Toro, e di conseguenza #ilbuoncalcio in solitario al secondo posto a soli due punti dalla vetta con altre squadre piemontesi, costrette invece a rubacchiare qual e là con compagini di pari livello per non rischiare la retrocessione, distanziate di ben 6 punti.
Ed ecco quindi, che in queste situazioni, viene fuori l'essenza del tifoso granata, fatta di equilibrio nei giudizi e tranquillità nel gestire le proprie emozioni. Chi a settembre diceva che quest'anno avremmo di nuovo lottato per la salvezza, anzi senza Darmian saremmo certamente retrocessi non in B ma direttamente in Lega Pro, già sta prenotando il volo per la finale di Champions della prossima stagione, chi finge di contare i punti che mancano alla salvezza, ma in realtà sta segretamente calcolando quanto sia la quota minima per poter vincere lo scudetto. Pare che il lunedì mattina all'alba siano stati visti tifosi del Toro entrare nelle chiese più vicine di tutta Italia, per poter fare offerte votive, e accendere ceri in gran quantità come richiesta di grazie calcistiche.
Tra promesse di pellegrinaggi, di voti sacri e laici, il tifoso del Toro si è messo subito al lavoro sfoderando statistiche, report di rendimento per valutare se ci sia la possibilità di avere la qualificazione Champions già entro il mese di novembre, massimo dicembre.
Per alcuni Giampierone è passato da essere un mezzo rimbambito ad un Beppe Guardiola ma con l'aspetto più giovanile, altri stanno rivalutando addirittura la lunghezza delle braccia di Urbano.

Anche i comportamenti con gli amici tifosi di altre squadre sono cambiati radicalmente. Si entra in ufficio o a scuola con il petto in fuori, e con un espressione di superiorità in viso. 
Si va dal collega o compagno gobbo e con puro spirito decoubertiniano, gli si spiega come gestire psicologicamente la fatica di tifare una squadra in lotta per la salvezza, li si consola con pacche sulle spalle, accompagnati da gesti dell'ombrello o altri epiteti. 
Insomma c'è una gioia, un orgoglio, un'euforia e una voglia di Toro che non si respirava dal 1976, e tutto questo è magnifico naturalmente, poter andare allo stadio, o aspettare con ansia la domenica per vedere la partita e sostenere i nostri colori non è più solo un dovere, ma sta diventando sempre più un piacere.

Però fratelli miei, mettiamoci dei mattoni attaccati alle caviglie e cerchiamo di godercela tenendo tuttavia i piedi ben ancorati al terreno. Il campionato è appena iniziato ed è ancora lunghissimo, il Toro è infarcito di parecchi giovani che hanno bisogno di giocare con serenità, senza montarsi la testa, senza voli pindarici, #ilbuoncalcio rende al massimo quando si ha la mente sgombra e soprattutto quando non si perde l'umiltà.
Per poter gestire tutte queste emozioni positive a cui da tempo non siamo abituati, è consigliabile rivedere e ripesare a momenti meno felici: dai 3 legni di Amsterdam, al palo di Dorigo, dal rigore di Cerci o anche ai ricordi più classici delle trasferte a Cittadella o Castel di Sangro.
Quindi calma e gesso. Domani abbiamo già un'altra partita da giocare contro un Chievo che sta ben figurando ad ogni apparizione, quindi testa bassa e pedalare.
In fondo mancano ancora un'ottantina di punti per lo Scud....ehm una trentina di punti alla salvezza.

Forza Toro Sempre.
Igor Stasi

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