Vincere il derby ha prodotto
alcuni (prevedibili) effetti collaterali.
Tornare infatti alla vittoria
dopo 20 anni dall’ultimo successo coi bianconeri, ha portato a galla parecchi
aspetti che rendono il calcio del Bel Paese stimato in tutto il mondo, persino
in quelle parti di globo dove il calcio è soltanto una pedata che sferri al
deretano di una persona che ti sta poco simpatica.
Andiamo con ordine: prima si
parla per due giorni del parabrezza di un pullman. La ditta Dottor Glass non
avrà potuto credere ai suoi occhi e alle sue orecchie, ma mai prima di allora
era successo che il valore dei finestrini e dei parabrezza andassero così alle
stelle. Tutti volevano farsi rigare il vetro della propria macchina o del
proprio automezzo, in segno di solidarietà con la vittima sacrificale del derby
della mole.
Abbiamo quindi assistito ad
uno speciale di un’oretta, sin da 90° minuto, con il buon Marco Mazzocchi,
giornalista sempre famoso per il suo equilibrio che è più o meno pari alla sua
capigliatura, che ha mostrato al mondo le immagini direttamente dal camera car
(in questo caso camera pullman) dello Juvebus: vi erano tutte le angolazioni,
fianco destro, fianco sinistro, sopra, sotto, di sbieco, mancavano solo le
immagini interne dei giocatori atterriti (tranne Buffon al telefono, come di
consueto nei pre-partita, con il suo tabaccaio di fiducia).
Torino e la sua tifoseria è stata quasi descritta come Beirut (quasi, nel senso che a Beirut forse non ci
sono giornalisti come Mazzocchi) una trentina di imbecilli erano descritti come
se avessero assediato la città per ore. Di contorno, ogni tanto, si dava la
notizia poco importante che i tifosi della Juventus (che si son sempre distinti
in questi anni per la loro decoubertiana cultura dello sport pulito, e del tifo
civile) avevano lanciato una bomba nella curva Primavera piena di famiglie, che
vi erano stati pure dei feriti, ma il puntuale Mazzocchi (e tutti, o la maggior
parte dei giornalisti che hanno successivamente parlato di questi fatti) ci
rassicurava che fortunatamente erano “solo feriti” quindi non essendo morto
nessuno, si poteva passare nuovamente a collegarsi con il carrozziere di
fiducia della Juventus per avere aggiornamenti sulle condizioni di salute,
altamente critiche del mezzo. Il veicolo infatti, dalla lunghezza di 14 metri
(ma per la dirigenza e tifoseria bianconera in realtà misurerebbe 33 metri) era
seriamente danneggiato e non si sapeva se sarebbe riuscito a superare la notte.
Un atterrito Marco Mazzocchi |
Il giorno successivo è stato
invece dedicato al tema soprannominato Bomba Boomerang. Nemmeno l’amatissimo
Piero Pelù ci avrebbe creduto, eppure dopo 24 h di reportage su parabrezza
scheggiati, e qualche immagine di contorno su oggetti lanciati dal settore
bianconero alla Curva Primavera, arriva il pm Padalino che gela tutti e manda a
mezzo stampa la notizia che la bomba carta, che aveva ferito i tifosi del Toro,
in realtà se l’erano fatta saltare da soli. Io spesso in Curva Primavera ci
sono andato, ma di fratelli di tifo avvolti da cinture esplosive, intenzionati
a farsi brillare per amore del buon calcio non mi era ancora capitato di
vederli, però si sa l’amore spesso può far commettere gesti inconsulti. Peccato
che tempo zero sulla rete iniziano a girare tantissimi altri video (che
purtroppo 90° minuto e compagnia, non si erano premurati nemmeno di cercare)
dove anche i ciechi potevano accorgersi che non vi era nessun kamikaze granata
pronto a far saltare la curva in polemica con i 20 anni di astinenza dalla
vittoria di un derby, ma che semplicemente la bomba era stata lanciata
dall’esterno. Tempo qualche ora e le forze dell’Ordine confermeranno la cosa,
facendo fare una figura barbina al Giudice Padalino.
Nonostante questo la Giustizia
Sportiva ha compiuto l’opera d’arte finale, vietando ai tifosi del Toro di
andare a Palermo per la trasferta, fissando la partita successiva contro
l’Empoli mercoledì, al comodo ed accessibile orario delle 15 in aggiunta al
divieto d’accesso a tutti i tifosi non abbonati. Per i tifosi della squadra
dell’hinterland invece, si sono prima “riservati di pensarci” permettendo lo
stadio aperto a tutti durante il match casalingo con la Fiorentina, riuscendo
quindi ad equiparare un graffio ad un pullman con un tentato omicidio.
APPLAUSI!!
E si arriva quindi al calcio
giocato. Ma anche in questo frangente le cose strane non sono affatto mancate.
Il Toro scende in campo un con
alcuni cambi nella formazione titolare. Giampierone Ventura decide di far
rifiatare alcuni suoi uomini, mentre altri è costretto a sostituirli per
squalifica rimediata con i cartellini gialli durante il derby. Quindi fuori
Moretti e Gazzi mentre in panca si accomodano anche Maksimovic, Darmian ed El
Kaddouri, al loro posto partono titolari Gaston Silva e Bovo, terzini Molinaro
e Peres, a centrocampo Benassi, Farnerud e Vives, mentre in attacco Martinez e
Quagliarella con Maxi Lopez ancora utilizzato a partita in corso.
Il Toro entra in campo molto
scarico, le tossine della festa post-derby si fanno sentire, la squadra è lenta,
le gambe sono molli e i passaggi imprecisi, insomma le prime impressioni non
sono affatto buone e la sensazione che quella sarà una partita difficile la si
ha immediatamente. E infatti tutto parte in salita, perché appena 10 minuti e
il Palermo passa subito in vantaggio con una rete di Vitiello sugli sviluppi di
un calcio d’angolo (che dovrebbe essere la nostra specialità non quella degli
avversari) che vede tutta la nostra difesa, Padelli compreso, farsi sorprendere
in modo alquanto inusuale.
Palla al centro, e nella
saletta del Toro Club Bra che mi ospitava, i sacramenti erano già partiti alla grande.
Per mia sventura al mio fianco si era seduto nuovamente “Il Signore che odia i
retropassaggi” che aveva già decretato la partita come miseramente persa, che
quasi quasi era meglio non vincere con la Juve per poi fare pena come quella
sera. Stava ancora sacramentando per l’ennesima azione partita dai piedi di
Padelli, che solo tre minuti dopo il vantaggio rosanero, si vede la palla
arrivare nell’area avversaria, Molinaro mette al centro, Quagliarella tocca per
Peres che spiazza il portiere avversario.
E mentre cercavo di convincere
(inutilmente) il vicino di sedia che avevamo segnato, e mancando ancora 80
minuti avevamo tempo di recuperare, e che da un retropassaggio può anche
nascere un’azione da gol, il Toro si ritrovava in parità senza nemmeno meritarlo
più di tanto, a maggior ragione, visto che anche dopo il pareggio il buon calcio
continuava a latitare, come se i granata fossero di ritorno da un tour dei vari
pub torinesi per festeggiare i tre punti con la Juve.
E infatti non passa nemmeno un
quarto d’ora che il Palermo è di nuovo in vantaggio questa volta con Rigoni che
riesce a beffare la difesa granata davvero non in giornata e portare nuovamente
la sua squadra a condurre la gara. I granata son in bambola tanto che minuti
dopo si rischia il tracollo con Andelkovic che sugli sviluppi di un altro
calcio d’angolo anticipa nuovamente tutti e colpisce di testa a botta sicura ma
questa volta il pallone è salvato dalla traversa.
Ormai era chiaro che o nel
secondo tempo il Toro sarebbe entrato con un altro atteggiamento, mostrando
finalmente gli effetti benefici del buon calcio, oppure si poteva dire addio
senza problemi ai sogni di riagganciare quel maledetto 6° posto, per
riconquistare l’accesso all’Europa League.
Nel secondo tempo infatti i
granata sono un po’ più vivi ma tutto subito inconcludenti, era necessaria una
scossa, qualcosa che cambiasse un po’ i valori in campo, e dopo 10 minuti
Giampierone si decide a far entrare prima El Kaddouri per Benassi, e poi pochi
minuti dopo Maxi Lopez per Martinez.
E dopo nemmeno un minuto
dall’ingresso dell’argentino ecco che il buon calcio si sveglia proprio dai
piedi dei due nuovi entrati, cross filtrante da destra di El Kaddouri, Lopez si
inserisce e tocca di piede e Sorrentino non può nulla.
Il pareggio sveglia i granata
ed ora sono loro che vanno vicino alla vittoria più volte prima con Farnerud,
poi ancora con Maxi Lopez che liberato alla grande da El Kaddouri manca per un
soffio il pallone. La partita era comunque equilibrata e costantemente in
bilico, con il Palermo che rispondeva ai colpi del Toro, anche se la sensazione
con l’andare dei minuti era che i granata ci credessero di più o che per lo
meno volessero la vittoria a tutti i costi. Ed ecco che in seguito all’ingresso
anche di Darmian per Molinaro, al 90° il gol arriva ancora con un cross
bellissimo di El Kaddouri che Maxi Lopez impatta di testa e mette alle spalle
di Sorrentino. Tutto bellissimo, al Toro Club si esulta, ma ecco la doccia
gelata che arriva sulle nostre teste, quando Gervasoni dopo aver convalidato il
gol si dirige per parlare con l’inutile arbitro di porta che aveva visto un
fallo di Lopez sul difensore. Naturalmente un fallo che non sarebbe stato
fischiato a nessuna squadra del mondo (anche perché il fallo non c’era) ma a
noi naturalmente sì.
I granata a quel punto
arrabbiati, cercano di passare indenni gli ultimi minuti di recupero, ed al
triplice fischio la sensazione è quella di sentirsi scippati di due punti
fondamentali.
Giampiero espone all'arbitro la sua contrarietà |
Non è la prima volta di queste ultime giornate, che gli arbitri prendano decisioni per lo
meno discutibili contro di noi. Prima il rigore di De Rossi con la Roma, poi
quello subito contro il Sassuolo e poi questo gol annullato, che grida più
vendetta di tutti perché il 99% dei casi un gol così non si annullerebbe mai.
Lo stupore nasce dal fatto che al derby invece non ci siano stati episodi
dubbi, ma abbiamo visto che si sono rifatti ampiamente nel dopo partita.
Ma il buon calcio non ammette
certo piagnistei, e anzi con i risultati di quest’ultima giornata, il Toro con
una vittoria sull’Empoli può agganciare finalmente il sesto posto, e tallonare
da vicino addirittura il quinto. Ora tutto dipende da noi, Sampdoria e
Fiorentina ultimamente non sono infallibili, il Genoa con la sconfitta contro
la Roma è superabile e in più ci sarà ancora da giocare con loro uno scontro
diretto. Sarà un finale in volata senza esclusioni di colpi, nella speranza che
vinca il buon calcio, e che certi episodi strani non continuino ad accadere. Si
sa che le vie della Lega Calcio Italiana sono infinite
Forza Toro Sempre.
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