lunedì 13 aprile 2015

Il buon calcio e le fregnacce

Succedono sempre cose strane quando il Toro incontra una grande. Non solo in campo (come succede da millenni ormai) ma ultimamente soprattutto nel dopo partita, con dichiarazioni di prestigiosi allenatori che di fronte al buon calcio granata, perdono di lucidità e immancabilmente sparano delle cagate.
Facciamo un paio di esempi:
1)      Sei un allenatore spagnolo, sei famoso e sei pure bravo, hai vinto addirittura un sacco di trofei soprattutto in Spagna ed Inghilterra, le tue squadre hanno alzato al cielo la Champions League, e un bel giorno ti ritrovi ad allenare in Italia, una famosa squadra del Sud come il Napoli che ha un Presidente che quando c’è da spendere non si tira indietro e puoi quindi vantare come giocatori gente come Higuain, Hamsik, Callejòn e chi più ne ha più ne metta. Un bel giorno incontri il Toro, la partita è ostica, perché la tua squadra nonostante le importanti individualità si trova in difficoltà di fronte al buon calcio, e le fighette che hai messo in campo passano pure un brutto periodo, perché in teoria avrebbero dovuto giocarsi lo scudetto e invece stanno collezionando numerose figure da cioccolatai. Il Toro alla fine vince, con un gol di Glik, la tua squadra finisce in 10 per un sacrosanto doppio giallo di un tuo giocatore.
Benitez

Finita la partita, tu Benitez, vai ai microfoni delle principali TV e fai la sceneggiata millantando presunti torti che tra l’altro non hai subito. BRAVO!! Peccato mio caro Sergente Garcia del calcio europeo, che ti dimentichi un piccolissimo particolare: soltanto la stagione precedente a questa, la tua squadra incontra sempre il Torino. Anche quella volta la partita fu difficile, perché il buon calcio era ancora in fase di evoluzione, ma già a quel tempo i granata si rivelavano una squadra rognosa. La partita è in bilico, piuttosto equilibrata, all’ultimo minuto un tuo attaccante si mette alle spalle di Glik, lo spinge, commette fallo, l’arbitro fa finta di non vedere, lui si invola verso la porta e segna, e tu pensa un po’ vinci la partita, rubandola gioiosamente, ma in quel caso ai microfoni non solo non dici, ma addirittura neghi l’evidenza dei fatti. Va beh sarà un caso.
2)      Sei un allenatore francese, con un nome spagnolo, che all’inizio nessuno capiva bene da dove caspita arrivavi, tanto che i giornalisti italiani che sono sempre molto avvezzi alle lingue straniere, pronunciano il tuo nome mettendo l’accento un po’ così, alla boia di un Giuda: un giorno ti chiamano Garcìa, il giorno dopo Garcià ma questa non è mica colpa tua.
Garcìa o Garcià allibito dal buon calcio
Anche tu, ad un certo punto della tua carriera alleni una squadra italiana, e non una squadra qualunque, ma la Roma, che dopo alcune stagioni non propriamente memorabili punta su di te per riconquistare lo scudetto e strapparlo finalmente dalle mani di quella squadra che millanta di essere di Torino, ma in realtà si allena nell’hinterland, dove la Mole Antonelliana nemmeno si vede e al massimo puoi andare a Nichelino in pochi minuti
prendendo la tangenziale.
La tua Società fa sul serio, perché ti mette a disposizione giocatori con due maroni così: Florenzi, Gervinho, Pjanic, senza contare le bandiere come De Rossi e Totti (che avrà pure la sua età, ma quando lo vedo giocare, non so perché, non mi ricorda nelle movenze propriamente El Kaddouri) e chi più ne ha, più ne metta. L’anno scorso fai una gran stagione, collezioni un mucchio di punti e a parer mio, meriteresti di vincere lo scudetto, ma davanti hai quelli là, che oltre ad avere i “Santi” in paradiso, disputano forse la miglior stagione per continuità e numero di vittorie, ed hanno un allenatore, che sarà simpatico come un mignolo del piede che sbatte sul comodino, ma in quanto a determinazione, cattiveria, e voglia di vincere qualcosa ne sa.
Ma tu non ti scoraggi, e sei pure simpatico con quel tuo modo un po’ guascone di suonare la carica in conferenza stampa. E mi stai ancora più simpatico, il giorno in cui in questa stagione, ti tocca di incontrare un’altra volta quelli là dell’hinterland torinese e perdi la partita perché te la rubano in modo alquanto plateale, e tu ti incazzi, e in risposta alle polemiche dici al mondo <<Non preoccupatevi, non importa, tanto alla fine lo Scudetto quest’anno lo vinciamo noi>>.
Bravo così mi piaci un sacco, alle volte anche io vorrei che il nostro Giampierone fosse così baldanzoso, e devo dire la verità, ultimamente pare che stia anche imparando a diventarlo, ma certamente tu sei più bravo perché alleni la seconda squadra in Italia.
E invece cosa succede? Succede che per motivi a me ignoti la tua squadra entri in crisi, non riesce più a vincere, perde un sacco di punti nei confronti della principale concorrente, esce dalla Champions e anche dalla Europa League come un Toro qualunque, e addirittura inizia a perdere terreno anche sulla terza classificata, che per tua sfiga sta vivendo un periodo di forma stratosferico, e per tua doppia sfiga è la Lazio, con tutto quello che ne consegue.
De Rossi che cade
Succede quindi che devi stare attento ora a non perdere anche il secondo posto e ti capita di incontrare il Toro, quelli che di Torino lo sono per davvero, siamo in centro città ci puoi trovare prendendo un qualsiasi tram, evitando quindi il traffico della tangenziale (abbiamo pensato a tutto noi). Già ti presenti alla partita dicendo che <<Il Toro è una buona squadra e nulla di più>> ma io non sono uno che si attacca a queste cose, litigo sempre con miei compagni di fede quando si attaccano alle frasi e alle virgole delle dichiarazioni di Ventura, figurati se mi arrabbio per le tue interviste, quindi facciamo che questa cosa io non l’abbia letta, o magari il giornalista l’abbia trascritta male.
Le squadre scendono in campo e ti ritrovi a tu per tu con la dura legge del buon calcio. 
Se leggessi un po’ più spesso questo blog, o mio bel transalpino, (da oggi sei pregato di farlo e prendere appunti) dovresti già ben sapere che se tu vieni a Torino con l’obbligo di vincere per non perdere il secondo posto, non puoi certo aspettarti che il Toro faccia la partita. Una buona regola del buon calcio è che quando l’avversario è più forte e ha l’obbligo di vincere, noi si gigioneggia, lasciando a voi le redini del giuoco aspettando che vi scopriate un po’ per ripartire in contropiede, oppure tirando fortissimo contro un vostro difensore vicino alla linea del corner per fare gol con Glik su calcio d’angolo. E’ UNA REGOLA, PORCA MISERIA!! Come fai a non saperlo???
Un pacato scambio di vedute tra Moretti e De Rossi
E infatti il primo tempo noi teniamo il campo sornioni, peccato che voi non facciate una mazza per segnare, cosa volete che ce lo facciamo da soli??
Arriviamo al secondo tempo, finalmente entrate con un altro atteggiamento e si vede che se cambiate ritmo ce ne potreste fare anche 5 di gol, ma avete comunque davanti una delle difese migliori del campionato.

Allora cosa fa il tuo giocatore De Rossi? Arriva in area punta Moretti, striscia il piedino sul suo e crolla come colpito da ictus. Forse tu Garcia non lo conosci, ma Moretti non si incazza quasi mai, ha sempre un aplomb british, anche le parolacce lui di solito le dice sotto voce. Invece quando il nostro Emilano vede cadere De Rossi e l’arbitro fischiare il rigore, si inalbera talmente tanto che se avesse potuto avrebbe invaso il Lazio così tanto per rappresaglia, quindi mi viene da pensare male, magari che il tuo giocatore abbia accentuato la caduta o che addirittura abbia simulato? Ma no io non penso male, faccio finta di nulla, vedo il Toro che incassa il gol e mette la palla al centro.
Nel frattempo Giampierone fa entrare Maxi Lopez, passano pochi minuti, noi iniziamo a spingere sul serio mentre i tuoi pensavano che la partita fosse finita lì (in fondo siamo una buona squadra e nulla più), e allora succede che Bruno Peres corre a perdifiato, la palla sembra uscita ma invece no, riesce a colpirla mentre e ancora sopra l’ultimo millimetro della riga bianca, Vives la controlla non tira ma passa ad uno smarcatissimo Maxi Lopez che deve solo buttarla dentro. Siamo pari, pure meritatamente, ma i tuoi ragazzi protestano e lo faranno praticamente per tutta la partita cadendo costantemente ad ogni contatto e facendo sceneggiate alquanto penose.
Florenzi
Ma ripeto, io anche in questo caso mica me la sono presa, fa parte del gioco che quando una squadra superiore a te va in difficoltà faccia un po’ di scena, siamo vaccinati a queste cose, e se poi ti capita pure di avere un Padelli in stato di grazia, che quando i tuoi si ricordano di essere la Roma, e iniziano a giocare come si deve, se lo vedono volare a destra e a sinistra smanacciando palloni, posso capire lo scoramento.
Ma se poi a fine partita ai microfoni dei giornalisti, un tuo giocatore che a me tra l’altro piace un sacchissimo come Florenzi mi viene a dire che la mia squadra è stata aiutata, e se tu o mio bel francese dal nome spagnolo, mi vieni a dire in conferenza stampa che in campo c’è stata una sola squadra, ossia la vostra, quando il Toro ha chiuso la partita addirittura in attacco rischiando pure di vincerla, beh allora inizio a capire meno ed anche a spazientirmi un pochino.
 
Maxi Lopez
Dico quindi a te mio caro Garcia, e a tutti gli allenatori di grandi squadre che hanno incontrato o incontreranno in futuro il Torino, che quando volete parlare di furti, aiuti arbitrali o cose strane, avete sbagliato obbiettivo, e soprattutto avete sbagliato sponda del Po. Noi del Toro possiamo giocare bene o male, e quando perdiamo il più delle volte diamo colpa a noi stessi (alle volte esageriamo pure un po’ troppo nel farlo), mentre quando siamo (praticamente non capita mai, se non una volta l’anno) aiutati come solo una settimana fa in occasione del rigore non concesso all’Atalanta, lo ammettiamo soavemente, senza inventarci fregnacce.
Voi dovreste sapere benissimo che da questa parte di Torino, (Torino centro intendo, non l’hinterland) le cose losche le fanno altri. Ad esempio, noi con il Parma abbiamo vinto (facendo una partita bruttina a dire la verità) con due gol, mentre quelli dell’hinterland (che tanto per dire sono primi in classifica) hanno perso, e in quel frangente vi è stato un afflusso di scommesse sulla vittoria del Parma che dire dubbio è dire poco. Insomma noi giochiamo sul campo, altri probabilmente in tabaccheria.
Quindi carissimo Garcia io ti auguro di arrivare secondo di fronte alla Lazio che a me non è mai stata simpatica, e caro mio Benitez io invece spero che tu possa finire in una posizione che ci permetta comunque di arrivare sesti per qualificarci in Europa League, ma quando dovete piangere per gli arbitraggi, o raccontare
Ventura che scherza sornione con Garcia
favole su come giocate bene, quando invece ultimamente fate pena, fatelo in altri campi e con altre squadre.
Il buon calcio sarà anche noioso ma di sicuro è onesto, molto più di voi ultimamente.

Chiusa questa sottile vena polemica, amici come prima, il Toro è a 6 punti dall’Europa ma ci sono ancora 8 partite perché il buon calcio possa tornare dove gli compete.
Daje

Forza Toro Sempre.
Igor.


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