“Sai che non mi ricordo quando
sia stata l’ultima volta che abbiamo vinto in casa dell’Inter”? “Fammi un po’
vedere…e cazzarola certo che non me lo ricordo, avevo sei anni”
Nel lontano 1988, pur essendo
un piccolo granata per ereditarietà genetica, il Toro era ancora lontano dai
miei pensieri (infatti ero ancora un bambino sereno). Le canzoni di Cristina D’Avena
e le puntate di Holly e Benji erano il mio pane quotidiano, e nulla faceva
presagire quello che sarebbe accaduto con la crescita (anzi con il mio Processo
di Crescita) negli anni seguenti.
Sono passati quindi “solo” 27
anni, prima di rivedere il Toro uscire baldanzoso e vincente da San Siro e
finalmente anche noi possiamo dire di avere battuto una cosiddetta “strisciata”.
Mister Libidine parte subito a
bomba e mette in atto, come al solito, la sua tattica astuta e artificiosa.
Perché ormai dovremmo averlo
capito tutti, il Toro per battere l’avversario usa un metodo rivoluzionario: dare l’impressione all’altra squadra di non
aver voglia di vincere.
E infatti dopo l’ottima
prestazione contro il Cesena tutti si aspettavano Maxi Lopez dal primo minuto,
motivato dalla voglia di mettersi in mostra e dal senso di rivalsa per le sue
dispute sessuali con il suo caro amico Icardi. E invece no!!! Noi non dobbiamo
dare l’impressione di vincere subito, fare gol nei primi minuti non ci
interessa.
Mister Ventura che irride simpaticamente Mancini |
REGOLA AUREA DEL BUON CALCIO: segnare nella prima frazione di gioco è
maleducazione, ed ancora peggio passare in vantaggio prima del tuo avversario.
Oltre ad essere poco rispettoso, porta pure una sfiga tremenda, visto che poi
veniamo immancabilmente rimontati. Quindi si prova a segnare dal secondo tempo
in poi, possibilmente nell’ultimo quarto d’ora.
Infatti il Toro tiene botta di
fronte ad un Inter molto fumo e pochissimo arrosto, difendendo alla grande e
facendo ogni tanto qualche accenno di contropiede, tanto per far capire che “se
ne avessimo voglia noi un gol lo potremmo anche fare, ma non ne abbiamo voglia, quindi ciao”.
Buone le prestazioni di Benassi (che dopo lo sfortunato
disimpegno del derby, sta tirando finalmente fuori gli zebedei) e Molinaro che
corre tantissimo, si fa un gran mazzo, ma purtroppo continua ad avere i piedi
di Robocop.
I granata non si fanno
comunque intimidire, continuano imperterriti a coprire e qualche volta
ripartire, cercando di stordire l’avversario con pericolosi retropassaggi verso
Padelli. Purtroppo ad essere stordito era lo spettatore, che tentava di non
addormentarsi per il grande spettacolo offerto dalle due squadre, che
conciliava il tipico abbiocco della domenica pomeriggio.
Maxi saluta la famiglia Icardi (fonte foto: Nicolò Campo Toro.it) |
Ma arriva il secondo tempo e
la musica inizia a cambiare. I ragazzi cominciano a farsi vedere dalle parti
della porta nerazzurra e finalmente Ventura mette dentro Maxi ed El Kaddouri (l’unico
che quando lo guardi giocare in TV, non riesci a capire se sono in diretta o
stai guardando un replay) e la partita cambia, tanto che proprio il nostro nuovo
bomber (uno dei tantissimi che Cairo ha comprato in queste settimane) ha tra i
piedi la palla del vantaggio, ma invece di tirare, passa male a Quagliarella
per eccesso di generosità.
Stavo già per scollegare il
pc, rassegnato all’ennesimo “pareggio frutto di un’ottima prestazione” del Toro,
quando all’ultimo minuto di recupero ci danno un corner a favore (e già questa
sarebbe una notizia). Con mio immenso stupore, mezza squadra si porta in area
interista e quando vedo Maxi spizzicare di testa al centro, ecco che zitto zitto,
astuto come una faina, appare il buon Emiliano Moretti che la piazza alle spalle
di Handanovič.
E’ l’apoteosi: tutti i
giocatori che si abbracciano, Ventura che esulta portando il suo sempre
misurato ego a quota 7 miliardi, e Maxi Lopez (che per i suoi modi
aristocratici da oggi chiameremo il Conte Maxi) che indica con le mani al suo
amico Icardi, come poter coltivare un’ottima vita coniugale con la sua ex.
Ora naturalmente Cairo potrà
smetterla di fare tutti questi acquisti per potenziare la squadra a gennaio. C’è
ormai un affollamento di nuovi arrivi, attaccanti, registi di centrocampo, che
per andare alle partite un pullman solo non basta più e per risparmiare, il buon
Urbano ha ordinato a Petrachi e Comi di fare delle macchinate (a loro spese
naturalmente) per portarli tutti allo stadio.
E nonostante tutto, anche questa domenica il
buon calcio ha vinto sulle forze del male.
Forza Toro Sempre.
Igor
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