Amici e discepoli del buon calcio, non ce ne siamo già andati in vacanza abbiamo solo avuto un po' di impegni che ci hanno portato via del prezioso tempo da dedicare a codesta preziosa rubrica.
I primi caldi iniziano a mietere i loro malefici effetti, l'estate è ormai iniziata e il nostro Federico Garabello come al solito bastian contrario, non ha voluto seguire i sempre preziosi consigli di Studio Aperto uscendo di casa nelle ore più calde e mangiando solo lasagne e maiali ripieni alle tre del pomeriggio. Questo ha inevitabilmente peggiorato il suo istinto polemico ed in preda ai deliri del caldo e del colesterolo ci ha fatto dono di queste righe, che nonostante tutto, vi faranno riflettere parecchio...insomma per almeno 5 minuti.
Buona lettura e state sintonizzati su questi schermi che le bombe di mercato sono sempre lì dietro l'angolo.
Il vostro amato Direttore
Igor Stasi
La Polemica Sportiva
V
– Squadre intifabili
Tutti abbiamo una squadra
del cuore. A volte più di una, magari di sport diversi.
E' un rapporto strano, ci
lega sentimentalmente ad un corpo “estraneo” che probabilmente
mai saprà che esistiamo.
Pensate alla vostra squadra
del cuore (probabilmente il Toro): voi comprate biglietti delle
partite, abbonamenti, merchandising, guardate ore di programmi tv su
piccole reti televisive, seguite siti e forum su internet, durante le
partite gioite e, più spesso, soffrite. Tirando le somme spendete
tempo, denaro e “salute” per la vostra squadra. Ma la vostra
squadra, sa che esistete? No. O meglio, vi considera una minuscola
parte della “tifoseria” intesa come quadro generale. Rimanendo
sull'arte, siete un puntino (granata) in un opera in stile
pointillisme.
Certo, quando vince un
derby, una coppa, un evento o anche solo una partita, la felicità
che provate vi riempe ed inebria. Però rimane il fatto che la
società - il presidente, l'allenatore, i dirigenti, ecc - non sa che
voi, nello specifico, avete fatto tutte quelle cose di cui sopra,
avete preso ferie per vedere il posticipo, speso soldi per
l'abbonamento alla pay tv, ecc.
Nel migliore dei casi il
vostro supporto è messo insieme a quello di tutti i tifosi e dato
per scontato, nel peggiore, di voi non interessa proprio a nessuno e
magari la società per cui tifate viene fatta fallire o vivacchiare
per altri interessi, più o meno leciti.
Se ci pensate questa cosa è
davvero triste. Voi pazzi d'amore per una cosa che non solo non
ricambia ma che nemmeno sa della vostra presenza su questo mondo.
In teoria un collegamento
tra società e tifosi/amanti ci sarebbe. Sono i calciatori. Loro sono
le persone che, in teoria, portano sul campo lo “spirito” della
società che viene alimentata dal tifo durante la partita e, in
parte, dai soldi che i tifosi pagano in abbonamenti vari, biglietti,
ecc.
Loro sono l'espressione
della società e vengono pure pagati (tanto) per farlo. E' il loro
lavoro.
Ma loro, i calciatori, se lo
ricordano?
No perché io non vedo tutto
sto impegno e voglia di ripagare i propri tifosi.
Ho visto partite
internazionali in cui giocatori pagati in un anno quello che noi
tifosi percepiamo forse in 6-7, non correre, non impegnarsi o peggio
fare giochetti col pallone durante il finale di partite
importantissime. Mentre stanno perdendo. Con lo stadio pieno di
tifosi che li incitano.
Giocatori più impegnati a
mettersi a posto i capelli prima di tirare una punizione o un calcio
d'angolo, per essere sicuri di venire bene nelle foto della stampa,
che a tirare una buona punizione o calcio d'angolo.
Giocatori che non hanno
rispetto. Rispetto per i tifosi, per lo sport e per la maglia che
indossano e che rappresenta una storia, non una marca di sportweare.
E questo è inaccettabile.
Sono giocatori intifabili.
Che il mondo del calcio sia
un mondo a se stante siamo tutti d'accordo ma penso sia venuto il
momento di portare un po' realtà anche in quel mondo lì.
Penso anche al Toro di
quest'anno che con le ultime partite del campionato ha buttato una
stagione. Derby vinto e trasferta di Bilbao non possono alterare la
realtà di un 9° posto a soli 6 punti dall'Europa. SEI punti che si
potevano e dovevano fare. Sarò severo io, ma la scusa della
stanchezza lascia davvero il tempo che trova. Tutti noi lavoriamo per
più tempo dei calciatori e non ci sogneremmo mai di dire al capo che
non riusciamo a finire il lavoro perché siamo stanchi. Anche perché
verremmo licenziati, non di certo salutati da una curva piena.
Invece siamo arrivati noni,
a metà classifica. Gli obbiettivi erano di ripetere la stagione
passata e possibilmente qualificarsi nuovamente per l'Europa League.
Invece nulla, l'anno prossimo nessuna partita internazionale e si
dirà che saremo più concentrati sul campionato e coppa Italia.
Io spero solo che, in caso
di uscita al primo turno di coppa Italia giocato, i tifosi si
facciano rispettare. Perchè noi non meritiamo una squadra intifabile.
F.G.
F.G.
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